La casetta in Canada di Scariolo e la Virtus a De Raffaele

arbitro

Sono sicuro che non mi crederete, soprattutto se siete di Bologna, dove sanno tutto loro di palla nel cestino e di tortellini in brodo, che la foto di Don Gel Scariolo con Carmelito Paternicò l’avevo già fatta mettere sul blog ieri pomeriggio da Filippo, il mio caro blogger. Ovvero prima che ventiquattr’ore dopo la federbasket ufficializzasse le terne arbitrali per le quattro finali scudetto più il poker di standby (Perciavalle, Valzani, Bongiorni e Borgo) che potrebbero sostituire gli undici designati a fischiare Olimpia-Virtus venerdì e domenica al Forum e Virtus-Milano mercoledì 14 e venerdì 16 alla Segafredo Arena. Undici e perché non dodici? Dal momento che 3 per 4 non fa 11 come pensa l’Anonimo Veneziano del Gazzettino. Del quale non farò mai il nome altrimenti che razza d’ignorante adespoto sarebbe. Ha però scritto, sfacciatamente copiando la news che avevo dato di Derek Willis, l’indiano fuoriclasse della Reyer, all’Efes di Istanbul, d’averla appresa invece da una agenzia turca. E allora sapete cosa faccio? Stavolta lo mando proprio a remengo e, se lo conoscessi anche di faccia, lo prenderei pure a calci sul sedere così avrebbe un buon motivo, quel meschino, per deferirmi di nuovo all’Ordine dei giornalisti. Perché ovviamente Willis ha firmato per l’Efes e così adesso Federico Casarin dovrà tenersi non solo quella pietra al collo da quasi un milione d’euro che è Marco Spissu, ma soprattutto comprare per conto di Napoleone Brugnaro, più nero del carbone, ben cinque stranieri, tra i quali non di certo il play di Varese, Colbey Ross, come ha pensato l’Anonimo Veneziano, ma semmai la guardia, Markel Brown, che non dispiace né a me, né soprattutto ad Andrea, il figlio del sindaco di Venezia e quindi anche di Mestre che però non è mai andato a vedere la sua ex squadra del cuore, ora sponsorizzata Gemini, al Taliercio durante i playoff di serie B. E questa i mestrini, come me, se la sono legata al dito.

Mi sono ancora perso in chiacchiere da campiello. Chiedo venia. E voi invece bruciate intensamente dalla voglia di sapere quello che ho preannunciato maldestramente ieri sera su Facebook: “Scusatemi, ma casco dal sonno e quindi solo domani scriverò sul mio blog quello che dovrebbe essere il prossimo allenatore della Virtus qualora Scariolo, come è molto probabile, dovesse tornare ai Toronto Raptors”. Non l’avessi mai fatto. Per tutto il giorno sono stato infatti tempestato di chiamate al cellulare d’amici, o presunti tali, della prima e dell’ultima ora, che volevano conoscere anzi tempo il nome del fortunato successore di Don Gel. Ebbene il prossimo coach delle vu nere è, rullo di tamburi: non ve lo dico ancora. Perché mi piace tenervi sulle spine e prima chiarire almeno alcune cosette che ritengo molto più importanti del basket-mercato. Come per esempio stabilire una volta per tutte quando si giocherà questa benedetta gara 1 tricolore tra i campioni d’Italia e la squadra di Massimo Zanetti, uno dei pochi che oggi non mi ha ovviamente telefonato, e quali sono stati gli arbitri scelti da Ettore Messi(n)a che li ha comunicati poi ad un orecchio di La Monica che a sua volta li ha resi noti al designatore responsabile Marco Giansanti.

Or dunque non facciamo casino: la prima finale tra l’Armani e la Segafredo si giocherà venerdì alle 20.30 e non alle 18 di sabato, per evitare la concomitanza con Manchester City-Inter, come aveva scritto Focherello Fuochi su Repubblica. Capita. Pure i migliori possono sbagliare. “Anch’io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti”, confessava l’ispettore Rock interpretato da Cesare Polacco scappellandosi e mostrando l’imperiale calvizie in uno dei più fortunati Carosello della storia della Rai. Quando non avevo ancora i capelli bianchi e dopo Carosello mia madre, che domani avrebbe compiuto cent’anni, mi metteva con un bacio a nanna. Ben più grave è che anche Eurosport abbia sino a ieri programmato sul suo secondo canale la partita per sabato prima di cena, mentre non c’è stato pericolo che si sia sbagliata la Gazzetta. La quale sono quattro giorni che non ci omaggia di una sola mezza riga di pallacanestro. Grazie mille. E alla quale invece io regalo questa news che farà senz’altro piacere ad Urbano Cairo: il prossimo autunno il Re del caffè Segafredo, dopo che ha lasciato la squadra di ciclismo, non darà più un euro di pubblicità al foglio rosa che fa un tifo spudorato per l’Armani che la copre di soldi a patto che nessuno dei suoi giornalisti osi criticare la squadra del presidente-allenatore che quest’anno ha speso più soldi in Europa e che pure non ha manco di striscio sfiorato l’accesso ai playoff d‘EuroLega.

Dunque Carmelo Paternicò, il siciliano d’Enna che con un suo fischio maldestro al Palaverde di Villorba ha fatto molto incazzare giustamente Sergio Scariolo determinando che l’eventuale settima partita di finale si giochi al Forum e non nel palasport della Fiera di Bologna, e quindi in pratica già assegnando mezzo scudetto a Milano che oltre tutto può anche contare tra i suoi primi tifosi Giannino Petrucci e Gianmarco P(r)ozzecco, arbitrerà assieme a Manuel Mazzoni e Mark Bartoli gara 1 di venerdì. Ecco allora spiegato perché gli arbitri di finale non saranno dodici ma undici. Semplicemente perché Mazzoni sarà il primo fischietto anche in gara 3 con Sahin Tolga e Denny Bongiorni. Mentre nessuno vi chiarirà mai perché non solo Paternicò non è stato appiedato da Luigi Lamonica per nessun turno di campionato o di playoff, come sarebbe successo in qualsiasi altro paese al mondo, ma dirigerà per la seconda volta consecutiva la Virtus fuori casa dopo che per la verità non ha fatto danni sabato a Sassari nel giorno di festa della nostra povera Repubblica ormai caduta in mano ai meloniani.

Paternicò è con Bobo Begnis uno dei prediletti del Messi(n)a. E difatti, ritenendo che Milano possa non conquistare la sua terza stella, che illuminerà d’una gioia immensa tutti i giornalisti del reame, solo perdendo una delle due prime finali al Forum, sbagliavo come il meraviglioso Cesare Polacco a pensare che il primo arbitro della seconda partita sarebbe stato Begnis e non Saverio Lanzarini con Guido Giovannetti e Edoardo Gonella guadiaspalle. Ma dimenticavo che Lanzarini è di Bologna e quindi Begnis con Attard Beniamino (non certo d’Ettore) e Valerio Grifoni fischieranno in gara 4 pure questa decisiva per lo scudetto. Che lo ripeto per l’ultima volta: lo vincerà l’Armani anche se Scariolo è oggi più bravo di Messina e la Virtus gioca meglio ed è più forte di Milano. A meno che venerdì o domenica la Segafredo non ponga tra sé e le scarpette rosse un vantaggio così ampio che nessun fischio di parte longobarda potrebbe in alcun modo colmare. Insomma ci siamo capiti. Così come almeno per me è facile comprendere perché Lorenzo Baldini e Alessandro Martolini, figli d’arte, siano stati – spero per il momento – esclusi dal dirigere una delle quattro finali. Non vorrei perché mi salutano sempre con affetto e questo non è andato giù a Citofonare LaMonica che invece, quando m’incrocia con lo sguardo, gira gli occhi da un’altra parte nemmeno gli facessi paura o disgusto: scegliete voi il (suo) sentimento che preferite immaginare visto che per me fa proprio lo stesso. Cioè nè caldo, nè freddo.

Re Tentenna, al secolo Mauro Ferrari, il ricco patron della Germani, dopo aver lusingato allenatori e general manager di mezza Italia, ha deciso di tenersi ancora per un anno Alessandro Magro e per tre Amadeus Della Valle. Alla fin fine una scelta molto saggia che personalmente avrei fatto già a Pasqua. Ma non è questo il punto. Il punto della situazione è che, adesso che Ferrari ha confermato il Fornaretto di Castelfiorentino, è caduta l’ipotesi che sino all’altro giorno stava in piedi di un Walter De Raffaele a Brescia come il suo agente, Giampiero Hruby, lasciava intendere sorridendo sotto ai baffi che non ha e però garantendomi che Ray-ban una squadra ce l’aveva già ad un tiro di schioppo. Che, se due più due fa sempre quattro, anche forse per l’Anonimo Veneziano, non poteva più essere Napoli o Brindisi, con tutto il rispetto per Brindisi e Napoli che ha scelto tra l’altro un ottimo general manager come Alessandro Dalla Salda che puntava piuttosto a portare Magro, il suo cittì nell’Under 20, alle falde del Vesuvio. Quanto semmai la Virtus Bologna con Gianluca Tucci come fedele assistente al posto d‘Andrea Diana e non con Cedro Galli che proprio oggi ha rinnovato con Derthona. Dove avrà anche compiti di scouting di mercato oltre che di vice di Merendino Ramondino. Ovviamente sempre che Don Gel Scariolo torni nella sua casetta in Canada dove si è già virtualmente promesso l’altro giorno in video chiamata al presidente dei Raptors. Insomma non è fatta, ma quasi. E la bomba scoppierà dopo metà mese. A Toronto come a Bologna, piaccia o non piaccia.

Piace De Raffaele a Massimo Zanetti e a Luca Baraldi. Ed è questo quel che conta. Del resto l’ex della Reyer avrebbe meritato d’allenare la nazionale se Messina non avesse voluto disfarsi del Poz e l’avesse spinto tra le braccia di Petrucci che aveva già chiesto Ray-ban in prestito a Brugnaro. Anche se la prossima sarà una Segafredo da allenare un po’ ridimensionata nelle ambizioni e soprattutto nelle spese. Dal momento che Kyle Weems andrà a Tortona e a Nico Mannion non sarà rinnovato il faraonico contratto. Che è stato invece confermato a Marco Belinelli, 37 anni, anche se quasi dimezzato. Non accetterà invece un ridimensionamento Milos Teodosic, 36 anni come Daniel Hackett, ma sapete come è fatto il meraviglioso Monnezza. O tutto o niente. O Stella Rossa. Tutto qui. Per il resto in A1 restano libere ancora le panchine di Napoli, un bel mistero gaudioso, e di Brindisi, dove né Luca BanchiAttilio Caja per motivi opposti non hanno voluto andare. Duri i Banchi perchè preferirebbe allenare all’estero e Artiglio perchè all’opposto ha rifiutato l’Aek Atene. Infatti sono pronto a scommettere che Gelsomino Repesa, dimessosi per finta, resterà a Pesaro appoggiato da qualche altro sponsor come del resto Dragan Sakota a Reggio Emilia perché questa è stata la scelta della lunatica Veronica Bartoli che in quattro e quattr’otto, e non sette o nove come crede l’Anonimo Veneziano, ha bruciato l’intesa tra il nuovo general manager Claudio Coldebella e Mario Fioretti che ora dovrà vedersela e spiegarla eventualmente bene al Messi(n)a permaloso. Che ha rischiato di perdere anche Beppe Poeta se Alex Finelli non fosse stato riconfermato a Treviglio in A2. Non andrà invece Max Chef Menetti a Cantù perché domani verrà a pranzo con me e Nico. E quindi non prenderà il posto dell’amico MaraMeo Sacchetti, ma prenderà lo stipendio per un altro anno dalla presidentessa reggiana. Questo è quanto. Che credo che per oggi possa bastare. Godendo del fatto che vi ho almeno gonfiato di notizie di basket come nemmeno i tacchini d’allevamento o come Sciacallando, pardon Sportando, in un mese di copia e incolla. Con il supporto non sempre sincero di Hemingway Sciascia che oggi ha dato De Raffaele a Brindisi. Davvero? Ma per far cosa?

Ps: la Fiorentina non ha vinto neanche la Conference League e non sapete quanto mi dispiaccia. Beccando un gol al 90esimo dal West Ham: una meraviglia! Gara 3 di finale Nba: Miami-Denver 94-109 (1-2 nella serie). Nikola Jokic tripla doppia eccezionale: 32 punti, 21 rimbalzi e 10 assist. Così anche domani potete fare a meno di comprare la Gazzetta…