Pensatela come volete ma è Caja l’allenatore dell’anno

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Davvero potevate pensare che non sapessi il risultato finale di Fortitudo-Treviso? Sono molto più furbo di quello che possiate immaginare. Avevo infatti provveduto sin da sabato a registrare su Sportitalia non solo la sfida di domenica al Paladozza, ma anche il post gara e così non mi sono perso stamattina nemmeno le interviste a John Brown, doppia doppia, 22 punti e 11 rimbalzi, e a Stefano Pillastrini che è uno dei miei cavallini preferiti. Certo che è molto ardito definire Oro Pilla un cavallino, ma ci siamo comunque capiti e una cosa ancora gli voglio dire: le ultime undici vittorie in dodici partite non gli devono far dimenticare il 5 su 13 d’inizio stagione. Quando aveva out Matteo Fantinelli, e non solo lui, e aveva dovuto arrangiarsi con un solo americano. Eppure venne contestato dai Soliti Idioti figli della stessa madre che pure a Treviso è sempre incinta. Invece non bluffo, ma si può anche scrivere bleffo, se vi racconto che non conosco ancora il risultato di tre delle otto sfide della ventiduesima di serie A: Brindisi-Pesaro, Orlandina-Sassari e Cremona-Torino. E non lo voglio nemmeno sapere. Perché chi ha quel tesoro di Eurosport Player non si perde mai niente. Ho visto i due anticipi del sabato: Milano-Trento e Pistoia-Reggio Emilia. Dei quali vi dico solo un paio di cosine: gli arbitri (BegnisMartolini-e-Bongiorni) hanno dato una grossa mano all’Armani quando le hanno tolto dai piedi Sutton all’inizio del quarto periodo, mentre i grissini hanno piegato la Flexx senza Della Valle e Whithe e non credo serva aggiungere altro. Ieri a cena ero al Taliercio e tutto è stato buono e abbondante. Dall’antipasto (Austin Daye) al dolce (Edgar Sosa), il primo (Michael Bramos) come il secondo (Mitchell Watt) per non parlare degli ottimi contorni: De Nicolao e Biligha. Senza dimenticare Haynes e persino Peric. In più il bicchierino della staffa: Bruno Cerella che con una tripla ha firmato il 103esimo punto di una Reyer stellare. Ora siamo alle solite: è difficile stabilire sin dove arrivano i meriti dei campioni d’Italia di Ray-ban De Raffaele, che scoppiano di salute e hanno proprio belle facce, e quanto sono stati invece arrendevoli e penosi i loro avversari specie in difesa. Dove si sono confermati di gran lunga i peggiori di tutto il campionato. Di certo, dopo l’ennesima bastonata in trasferta, Cantù ha messo un bel punto di domanda alle sue ambizioni di playoff e Marco Sodini ha visto ridotte al lumicino le sue speranze d’essere eletto miglior allenatore dell’anno. In effetti 88,18 punti incassati a partita sono davvero tantissimi. Anche se quelli segnati sono pure un sacco e una sporta: 87,5 di media in ventidue giornate, ma ugualmente poche storie: la sua squadra in difesa non dovrebbe essere comunque uno scolapasta per quanto divertente e pittoresca sia in attacco con Culpepper, Chappell, Smith e Thomas, ovvero non proprio gli ultimi americani della pista. Di Brescia-Virtus e Varese-Avellino ho saputo invece solo l’esito finale perché la gente non riesce mai a farsi una spaghettata di cavoli propri, ma deve sempre guardare anche nel piatto degli altri. Santa pazienza, ma stasera mi vedrò lo stesso le due partite e così domani vi potrò dire la mia essendo come San Tommaso: se non vedo, non credo a quel che mi racconta soprattutto Mamma Rosa che specialmente per la Red October e la Sidigas, ma anche per la Germani ha un debole senza limiti e confini. Però lasciatemi già dire: è Artiglio Caja, poche balle, l’allenatore dell’anno come vi avevo invitato a cominciare a pensarci a fine gennaio dopo che Varese aveva coperto di ridicolo la grande Milano e otto giorni prima aveva sculacciato a Mestre la Reyer. Per mille e una ragione. Che adesso non ho il tempo di stare qui a spiegarvi. Mi aspettano a cena all’Harry’s Bar da Arrigo Cipriani gli amici del circolo dei gobbi e delle serpi in seno. A Venezia c’è poi l’acqua (molto) alta e non la smette più di piovere. Ricordandovi solo che Varese, battendo anche Brescia e Avellino, si è presa il lusso nel corrente anno di castigare tutte le prime quattro squadre della nostra serie A. Scusate se è poco. E che Stanley Okoye (nella foto), la star di Artiglio che oggi tutti piglierebbero, non guadagna più di 7.000 dollari al mese. Extra e mance comprese. E viene dalla A2: Matera, Trapani e Udine. Serve altro?