Il 17 del mese mi spiace ma non scrivo. Mi tocco e mi ritocco. Tappato in casa. Al massimo ho regalato canestri d’auguri a Stefano Mancinelli che giusto sabato ha compiuto 35 anni e non è, nemmeno lui, più un bambino. Semmai mi sarei aspettato come minimo che Matteo Boniciolli ieri a mezzogiorno avesse fatto entrare il Mancio, che oltre tutto è il suo capitano, nel primo quintetto della Fortitudo contro Treviso. Neanche matto: Okereafor all’esordio, Daniele Cinciarini, l’Italiano vero, Rosselli e Gandini opposti nel salto della palla a due a Sabatini, il figlio di Claudio, ex patron della Virtus, Fantinelli, Musso, Antonutti e John Brown, mvp della sfida del piccolo Madison. Come sia finito il big-match della A2 mica però lo so ancora. Ed è già la mattina di San Giuseppe. Dopo una notte da lupi nella bufera di neve e bora. Tripla proprio di Gherardo Sabatini (6-9). Staremo a vedere. Su SportItalia e in registrata. Intanto sono finalmente riuscito ad avere il libro “Non è mai finita” che ha scritto il triestino e del quale mi hanno parlato un gran bene. Soprattutto Max Chef Menetti. E di lui mi fido a occhi chiusi. Matteo Imbrò, un altro ex, infila una tripla dall’inferno: 14-21, la squadra di Oro Pilla Pillastrini prova a scappare. Ma quanto strilla anche questo Matteo Gandini? Mi metto i tappi nelle orecchie che tenevo nel cassetto per le telecronache urlate di quelli di Sky che sono ormai spariti dal palcoscenico del basket. Il libro di Boniciolli me l’ha regalato Christian Pavani, il presidente della Fortitudo, e lo ringrazio. Sul 33 è parità: a Demetri McCamey sono riuscite tre ciambelle con il buco, mentre Michele Antonutti ha sparacchiato a vanvera. Mancinelli (nella foto, ndr) ha avuto qualche linea di febbre: sarebbe bastato dirmelo prima, così non avrei ripreso il suo scamiciatissimo allenatore in felpa, jeans e scarpe-tennis. Se la De’Longhi non può correre ventre a terra, deve inventarsi qualcosa un altro Matteo: il Fantinelli da Faenza che ho sempre considerato un lusso per l’A2, ma a lui sta bene così e non sarò certo io a volergli far cambiare idea. Sabatini ci prova gusto anche in rovesciata. Punteggio alto: 40-41 dopo una tripla del Cincia ma non chiedetemi quanto manca al termine del primo tempo. Vai a saperlo: hanno messo una pubblicità (Old Wild West) sul cronometro della partita. Boniciolli si racconta in 359 pagine. “Chiamo Nicoletta al numero del negozio, le annuncio che questa sera dobbiamo parlare… Adesso ho un lavoro vero e uno stipendio. Mi pagheranno a percentuale. Venderò estintori che, con la nuova legge sulla sicurezza, andranno via come il pane… Insomma guadagnerò, potrò mettere su famiglia, avere dei figli, dividere la mia vita con la donna di cui mi sono innamorato… Vado ad aspettarla fuori dal negozio. Quando stacca andiamo fino a Miramare. Camminiamo in silenzio sul lungomare di Barcola, arriviamo all’ingresso del castello, dove c’è la stazione dei carabinieri… Ci mettiamo a sedere su una panchina proprio sotto una roccia: davanti a noi c’è soltanto il mare… Nicoletta parla prima di me. Ho deciso due cose, mi dice. La prima è che andiamo a vivere insieme nella casa che hai comprato. La seconda è che tu non vai a vendere estintori perché sei nato per fare l’allenatore di pallacanestro. E finché non cominci a fare l’allenatore ti mantengo io. E’ così che è cominciata”. Aveva ragione Max Chef: non è la solita menata del pick and roll o del pick’n’ pop. E soprattutto Ciccioblack Tranquillo per una volta non ci ha messo lo zampino. La storia si è fatta davvero interessante e non vedo l’ora di trovare il tempo per continuare a leggere l’autobiografia dello storico vice del professor Tanjevic. Ecco, soprattutto m’interessa sapere cosa ha scritto del suo legame con il Boscia che da un pezzo è andato ormai a puttane. Perché la verità è sempre dura da raccontare. Mi domando: ma il Pilla si è dimenticato il suo gioiello arrivato dall’Argentina? Neanche per sogno: il 3+1+3 di Isaiah Akeem Swann ricucisce in un amen lo strappo. Di nuovo parità (60-60) che Gandini ovviamente definisce “perfetta”. E allora mi dica, caro Mitraglietta: quand’è che una parità gli risulta possa essere imperfetta? E, già che ci sono, mi chiedo anche se Nicoletta abbia mai stirato una camicia del suo Don Matteo? Robert Fultz, figlio di John, combina un disastro dietro l’altro, ma Boniciolli lo tiene lo stesso sul parquet assieme a Guido Rosselli che non è più il giocatore che sposta gli equilibri in A2. E’ vivo solo capitan Mancinelli che per fortuna era febbricitante: tre bombe del grande Mancio, che vorrebbe mangiarsi il pallone e difatti quasi lo sgonfia con i denti, e Treviso è avanti d’appena un punto (78-79) a non molto dal suono della sirena quando sullo schermo blu di Sportitalia appare desolatamente la scritta: Fine del programma registrato. Hai proprio ragione Don Matteo: non è mai finita.