Caja non si muove, Buscaglia nemmeno, Scariolo in Nba

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Come minimo sono in cinque nella casa di Mamma Rosa e Papà Urbano che si occupano di pallacanestro a tempo pieno: Max Oriani (Cantù), Andrea Tosi (Fortitudo), Beppe Nigro (Siena), Vincenzino Di Schiavi (Proli) e Mario Canfora C10H16O (Avellino). Più Giorgio Specchia delle mie brame, supervisore intertriste che scrive un elzeviro al mese. Ebbene la Gazzetta del lunedì non ha dedicato oggi neanche mezza riga alla serie A di basket che non è ancora andata in vacanza come quella del calcio, ma sta giocando i playoff-scudetto ed ha tanta di quella carne sul fuoco che potrebbe sfamare un intero battaglione. Ma non dovete prendervela con loro. Oriani era a Belgrado per le final four di EuroLega che probabilmente avrebbe visto meglio in televisione, ma non ditelo per carità a Papà Cairo, più tirchio del Gallo, altrimenti non lo manda più da nessuna parte. Mentre gli altri per ordine di Mamma Rosa dovevano sbrigare le faccende in cucina che, nel gergo del giornalismo, è considerata il cuore della redazione. In verità è stata solo e tutta colpa mia. Perché mi sono preso due giorni di riposo nel fine settimana e non mi sono occupato di palla nel cestino, ma con Max Chef Menetti ho partecipato alla festa dello scudetto all’Allianz Arena e ieri avevo i cavoli miei da sistemare o vi devo proprio raccontare tutto? Non penso. Fatto sta, che non avendo idee e nulla da copiare, i suoi figli in rosa si sono al massimo sprecati nel regalarci il risultato di gara-4 dei playoff di A2: Montegranaro-Trieste 65-71, Trieste in semifinale. Contro chi? Ve lo dico io: da domenica con Treviso al meglio sempre delle cinque partite. Eppure ci sarebbe stato da parlare almeno di Gianmarco Pozzecco che sabato sera dopo la sconfitta della Fortitudo a Verona ha dato i numeri battendo i pugni sul tavolo della sala-stampa e facendo volare in aria i microfoni. Con chi ce l’aveva? Non chiedetelo, vi prego, a Mamma Rosa perché cadrebbe dalle nuvole. E allora ve lo spiego io: ce l’aveva con la sua difesa che alla squadra dell’Uomo Dalmonte ha concesso di tirare una tripla al minuto e di farsi impallinare da questa ben diciannove volte: quattro da Amato, sei da Green e due “da un bambino”. E poi ditemi voi se il Poz non aveva tutte le ragioni di questo mondo per incazzarsi. Sicuramente anche un santo avrebbe fatto molto di peggio. Ovvero? Avrebbe come minimo sfasciato i microfoni sulle crape dei suoi indolenti giocatori. Bene. Oggi sono tornato al lavoro. Che, lo so, è una parola grossa. Anche se sarei stato tentato d’andare al mare coi campioni d’Italia della Reyer. Ai quali Walter De Raffaele ha concesso a denti stretti un lunedì di riposo come ai barbieri nonostante non fosse rimasto soddisfattissimo del loro allenamento domenicale e più volentieri li avrebbe tutti rasati a zero. Ma poi la Gazzetta da chi avrebbe preso le notizie? Da nessuno e magari avrebbe inutilmente perso tempo a correre dietro alle voci che volevano Caja in dissapori con Toto Bulgheroni e Claudio Coldebella. Niente di più falso. Tanto che ieri era il compleanno di Artiglio ed entrambi gli hanno fatto gli auguri. E oggi sono andati tutti e tre a pranzo insieme per spianare il futuro. Che poi Avellino volesse Caja questa è una notizia vecchia come il cucco. Così come è una non notizia che Artiglio resti a Varese almeno per un anno ancora magari con qualche piccola correzione nel contratto che domani Virginio Bernardi, di ritorno dagli Usa, potrà definire nei dettagli e senza problemi. Ci siamo? Proseguo allora. Anche Fred Buscaglia non si muoverà da Trento neanche se bussasse alla sua porta il Real Madrid come ha ipotizzato invece MaraMeo Sacchetti. Dubito infatti che Pablo Laso sia licenziato dopo che ha rivinto l’EuroLega sotto gli occhi indemoniati di Zeliko Obradovic che mi spiace ma continuo a non poter vedere. E dunque anche il cittì non se ne va da Cremona alla volta di Torino che invano ha sondato Buscaglione. Piuttosto novità grosse arrivano dal fronte Segafredo. Dove nelle ultime ore è tramontata l’ipotesi Scariolo visto che Don Gel al novanta per cento farà l’assistant coach in Nba ed è questa la pista che sta battendo il suo agente. Giovedì scorso Alessandro Dalla Salda, ad operativo della Virtus tra tre giorni dopo l’assemblea dei soci e il consiglio di amministrazione, si è incontrato a Piacenza con Sasha Djordjevic, ma è stata fumata nera. E quindi? Torna in pole position per la panchina di Bologna ancora Andrea Trinchieri che però deve abbassare le sue pretese economiche e pure quelle tecniche: Diego Flaccadori (nella foto con l’Aquila e Forray) può anche arrivare, ma resterà Pietro Aradori che Gas Gas avrebbe invece non voluto tenere. E così adesso Mamma Rosa avrà un sacco di roba da copiare. E domani, se fa la brava, le racconterò il resto. Per esempio su Venezia, l’Armani e la Sidigas con la soffiata tutta da verificare proprio di Delmonte ad Avellino in alternativa a Max Menetti corteggiato da Udine.