Il sogno di De Raffale è Abass ma Milano non può dirgli sì

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Tanto ci voleva: bastava copiare. Magari non sfacciatamente, ma rimpastando le (mie) notizie come si deve. Così che nessuno ti potesse poi accusare d’essere un succhia ruote o, peggio, un ciuccia mentine. E’ quel che ha fatto oggi Mamma Rosa con due dei suoi cari figlioli che la fanno tanto disperare: Max Oriani e Vincenzino Di Schiavi che d’ora in avanti mi permetterò di chiamare Nino di modo che faccio prima. Max ha solo in testa il Milan e la Nba per la quale è disposto a stare sveglio tutte le notti e quindi non c’è da meravigliarsi se è mezzo rincitrullito sino a metà pomeriggio. Come oggi dopo aver visto la finale dell’Est spero a volume spento, ma non ci conto: Ciccioblack è un suo amico al quale perdona tutto. Giusto. Però se poi non ci sente né dall’orecchio destro né da quello sinistro non se ne lamenti. Ovviamente scherzo e glielo ricordo. Così la prossima volta non si gira dall’altra parte come ha fatto Paperoga Crespi quando l’ho incrociato con gli occhi mentre cinguettava con Tranquillo. Cleveland ha suonato Boston: 111-102. Quarantaquattro punti, in fila per sei col resto di due, di LeBron James. E così la serie è ora 2-2. Io tifo per Lui. Anche se so che il titolo lo rivincerà Golden State di quell’odioso di Steph Curry con il quale non andrei a cena neanche se ce la pagasse Danilo Gallinari. Il che è praticamente una chimera. Mamma Sonia lo ha sgridato per una parolaccia: “Mi ha detto di lavarmi la bocca con il sapone”. E, già che c’era, perché non l’ha rimproverato anche di finirla di mettere la dentiera nel bicchiere di birra quando è a tavola e addenta un salsicciotto con la senape? L’importante è comunque che l’anello Nba non se lo metta al dito Michelino D’Antoni: altrimenti la Banda Osiris di Sky ce la mena sino a Natale del 2023 con un centinaio di puntate speciali di Basket Room che è diventato più stucchevole del Senza giacca del coatto Fabio Caressa con lo Zio Bergomi e Cambiasso. Mamma Rosa è invece furibonda perché Nino sta al telefono tutto il giorno con il Livi(d)o Proli che si raccomanda: “Questa la puoi scrivere, ma non te l’ho suggerita io. Questa invece no perché altrimenti capiscono che non posso che avertela detta io”. Difatti Di Schiavi sa benissimo cosa ha in mente di fare il presidentissimo dell’Armani per il prossimo anno, ma ci centellina le operazioni di mercato come il Gallo quando paga il conto per sé e qualche volta, raramente, pure per la mamma, però mai per la fidanzata che non ho la più pallida idea se sia ancora Eleonora Boi di Mediaset. Non penso, ma potrei sempre pure sbagliarmi. Siamo sicuri invece che Milano ha già fatto tre acquisti: Amedeo Della Valle dalla Grissin Bon, Christian Burns dalla Red October e Nemanja Nedovic da Unicaja Malaga che ha firmato un biennale di circa un paio di milioni di euro. Inoltre quasi ci siamo per Mike James, ex Omegna, ex Phoenix e ora al Panathinaikos, che potrebbe costare molto ma molto di più. E quindi né Theodore, né Jerrells dovrebbero restare. E Andrew Goudelock? Lo scopriremo playoff facendo, ma è più no che sì. Piuttosto otto sono gli italiani di Milano, ne bastano sei e quattro sono certi: Ricciolino e Burns per l’appunto, come Cinciarini e Cusin che non rompe per giocare al posto dei riconfermatissimi Gudaitis e Tarczewski. Bruno Cerella non tornerà alla casa madre anche se ha con lei un altro anno di contratto: Venezia lo rivuole, ma pure Avellino gli ha fatto una buona proposta. E dunque ballano in tre per due posti: Fontecchio, Abass e Pascolo. Simone ha deluso più Sacchetti di Pianigiani e ce ne è voluto. Awudu era in parola con Djordevic, ma poi Sasha ha rotto con il Bayern e adesso il diesse Daniele Baiesi pensa piuttosto a Flaccadori. Dada è chiuso da Kuzminskas e ora anche dall’italo-americano in azzurro: insomma, come scrisse mesi fa proprio Nino, riabbraccerà Trento, dove è stato tanto bene, e Buscaglia che meglio d’altri ha capito il suo carattere d’orso non cattivo. Magari rinunciando anche a qualche soldino, ma si vive una volta sola. In verità De Raffaele ha chiesto un regalo al mio sindaco: Awudu Abass (nella foto con Burns). Ma sarà molto difficile accontentarlo. Nonostante gli ottimi rapporti di Brugnaro con Giorgio Armani e di Federico Casarin con Proli. E non è nemmeno questione di schei se la Reyer scucirà a Austin Daye quasi un milione di dollari per le prossime due stagioni e Napoleone ha detto okay senza fare una piega. E’ che Milano si darebbe la zappa sui piedi rinforzando quella che sarà già dal 5 giugno la sua probabile rivale per lo scudetto. E qui chiudo perché altrimenti Max e Nino faranno tardi a cena. Anche se per copiarmi non occorre che siano in due come i carabinieri del Corriere di Papà Urbano. Uno basta e avanza.