Attenti a quei due, De Nicolao e Vidmar, e … alla Reyer

Ditemi cos’è questa foto? Per me la più bella (sinora) dei playoff. Dustin Hogue si mangia il pallone e non c’è verso che Gasper Vidmar possa portarglielo via. Anche se ci prova con tutte le sue forze. Poi le cose sul parquet non è che siano proprio andate così. Anzi. Sia in gara 1 che in gara 2 il gigante sloveno ha avuto il sopravvento sul colosso più basso (uno e 98) di tutta la nostra serie A. L’avreste mai pensato? Io no. Vidmar ha sinora fatto la differenza tra Venezia e Trento sostituendosi a Mitchell Watt che è stato invece l’mvp della Reyer da ottobre a metà maggio. Questi sono i playoff ci spiegherebbero quelli che non sanno cosa altro dire. Questa è piuttosto una splendida storia del giorni nostri. Tra tante miserie e tante porcherie. Perché Vidmar era finito in fondo alla panchina oro-granata e per otto volte addirittura in tribuna. Non sembrava più lui. Un altro si sarebbe avvilito e definitivamente spento. Lui no. E con Hogue non ha fatto a cazzotti, ma l’ha cancellato con le buone più che con le cattive. Qualcuno quest’inverno avrebbe voluto tagliarlo, ma Federico Casarin ha tenuto duro. Qualcuno gli è stato più vicino di altri: in primis Renzo Colombini, il caro preparatore atletico, che continuava a ripetermi: “Guarda che non è finito”. Qualcuno diceva scaricando il barile: l’ha voluto il sindaco. Ora non so se sia vero, ma, se così fosse, Luigi Brugnaro aveva visto lungo. Riconosciamoglielo allora: pane al pane e vino al vino. I playoff sono appena all’inizio e difatti bisognerebbe star zitti come consiglia l’Orso Eleni che per me resta un maestro. Però Napoleone e suo figlio Andrea non avevano sbagliato neanche sul conto di Andrea De Nicolao che è di Campodarsego, provincia di Padova, avendolo fortissimamente voluto in laguna. Forse se lo ricordavano a Treviso (Benetton) quando non aveva che vent’anni. Fatto sta che oggi De Nicolao è diventato una playmaker anche più affidabile dell’Andrea Cinciarini azzurro e un po’ di merito l’avrà anche Walter De Raffaele: che ne dite? Io dico di sì, ma sottovoce perché la strada per lo scudetto è ancora lunga e Trento non può essere indecente una terza volta. Altrimenti mi verrebbe da pensare che tra le prime otto si è infilata per sbaglio. Tutti adesso si sono convinti che il titolo lo possa vincere o Cremona o Sassari. Che sicuramente sono le squadre più in palla del momento. Però sarebbe un errore trascurare la Reyer. Che è partita malissimo: 2-19, ma da lì in avanti è cresciuta tantissimo. Grazie a De Nicolao e Vidmar, i due che magari non ti aspetti. Compattandosi in una forte difesa e coinvolgendo un certo Austin Daye che da un paio di mesi non è più da prendere a schiaffi. Dalla buca non è ancora uscito Marques Haynes che pure ieri sera ha fatto i buchi per terra con i suoi infiniti palleggi e ha sparacchiato, checché se ne dica in giro per confortalo, come un ragazzino alle giostre (3/15), però Venezia sa che può sempre contare su Michael Bramos nei momenti della bisogna e su Belen Cerella che non so come faccia, ma è sempre carico come una molla. Forse ho parlato troppo presto e non ho tenuto conto che peggio di così Diego Flaccadori e Dada Pascolo non avrebbero potuto giocare. Nikola Jovanovic e Fabio Mian sarebbe stato uguale se fossero rimasti a casa tra i monti e anche Aaron Craft ha più parlato con gli arbitri che pensato a fare ragionare la squadra di Fred Buscaglia che in attacco è stato il muro del pianto se è vero, come è vero, che a quota 51 ci è arrivata ieri sera con affanno e sabato a 57 solo perché Devyn Marble (18) e Beto Gomes (11) qualche canestro lo hanno anche pigliato. Senza dimenticare che De Raffaele ha dovuto sinora rinunciare ai due azzurri di Sacchetti: difatti Paul Biligha e Stefano Tonut non sono rotti, ma difficilmente saranno in campo domani e comunque torneranno senz’altro buoni per le semifinali. Che non vedo come la Dolomiti possa impedire di raggiungere alla Reyer. Che poi una vittoria a Cremona potrebbe anche strapparla. O la Vanoli è davvero imbattibile? Non credo. Dulcis in fundo: canestri d’auguri a Davide Casarin, il figlio di Federico, che oggi ha compiuto 16 anni. Beato lui. E che diventerà un grande. Ne sono sicuro al mille per mille. E sapete che non mi sbaglio: almeno nella palla nel cestino.