Venezia-Milano: chi perde stasera poi vincerà lo scudetto?

naftalina

Chi l’avrebbe mai detto? Io e alzo timidamente il ditino, ma non per mettervelo in quel posto come fece quel gran signore in tuta e barba lunga dal finestrino del pullman del Napoli salutando il popolo bianconero che per la verità non lo stava acclamando. Esattamente il giorno di San Giuseppe (19 marzo) su questo schermo: “Pensatela come volete, ma è Caja l’allenatore dell’anno”. Così ho titolato a due settimane dalla Santa Pasqua. Dopo che Varese aveva castigato anche Avellino con 26 punti di Stanley Okoye e l’ultima partita di Cameron Wells a Masnago. E Artiglio mi confidò al telefono: “Con questa vittoria credo d’essere salvo”. Mentre Mamma Rosa celebrava Don Gel Scariolo in visita pastorale in Italia e lo proponeva per la panchina della Virtus di Ramagli. Ad essere sincero non avrei scommesso un euro sul pavesino che, fateci caso, quando la sua squadra fa qualcosa che non gli garba, tira fuori la pancia e passeggia nervosamente su e giù per il parquet con le braccia ad anfora e la mani sui fianchi. Ma non perché dubitassi che quest’anno Artiglio Caja non fosse stato il migliore di tutti, ma perché li conosco molto bene i miei polli: piuttosto di dirmi che ho ragione si farebbero tirare il collo. Così come piuttosto d’ammettere che sono almeno un buon frate indovino, se non proprio un discreto pennivendolo, s’arrampicano sugli specchi e camminerebbero anche sui carboni ardenti. Difatti adesso che non ho sbagliato un colpo e ho azzeccato anche l’mvp della regular season (Jason Rich), oltre al miglior dirigente (Federico Casarin) e miglior under 22 (Diego Flaccadori), ma non occorreva essere fenomeni, anticipando di quarantott’ore il verdetto della Lega e di tre giorni i giornali che cascano dal sonno, vi confesso che devo rivalutare l’orticello del basket, nel quale evidentemente non crescono solo le cime di rapa e le patate, se il tecnico di Pavia ha vinto con largo margine raccogliendo ben 175 voti contro i 117 di Andrea Diana PerDiana e PerdinciBacco e i 90 di Marco Sodini senza soldini. Né mi lodo e mi sbrodolo, né faccio la ruota come i pavoni, né men che meno abbasso la guardia, ma piuttosto alzo il tiro contro la Banda Osiris che è come l’erba cattiva: non muore mai. Anzi, si sta riorganizzando con Marco Martelli, ex giornalista di Repubblica e general manager di Casale, che sta per sbarcare alla Segafredo e Alessandro Dalla Salda non sa quale errore sta commettendo. Uomo avvisato, mezzo salvato. Mentre neanche vi racconto cosa si sta inventando il capo storico, Ciccioblack Tranquillo, per tornare a galla e stupire il mondo: sarà una clamorosa sorpresa per tutti. E stavolta non sparo in aria per prendere due piccioni con un colpo solo, ma perché è davvero spaventoso quello che sta diabolicamente mettendo in piedi e che è nulla a confronto delle terribili interviste di C10H16O sulla Gazzetta. Come quella di oggi a Walter De Raffaele che ha lo stesso sapore dell’acqua del sindaco e neanche di sorgente non essendo nemmeno fresca. Al punto che mi è quasi quasi passata la voglia d’andare stasera al Taliercio. Tanto più che c’è la finale di Coppa Italia su Raiuno e mi sono ormai convinto che chi vince stasera tra la Reyer e l’Armani poi difficilmente sarà campione d’Italia. E comunque ad entrambe conviene girare alla larga nelle semifinali dei playoff da Avellino o Trento che in sei giorni s’affronteranno tre volte. Però è anche vero che predico predico e poi razzolo male: vi consiglio infatti di stare lontani da Mamma Rosa e poi la prima cosa che faccio al mattino bevendo il caffellatte è leggere il suo giornale. Che propone non soltanto i dipinti di Mario Canfora, dai quali ci si può salvare con un sacchetto di palline di naftalina come si fa contro le tarme negli armadi, o gli elzeviri di Giorgio Specchia nell’inserto Time Out, in edicola domani, che ovviamente è meglio perderlo che trovarlo, ma pure il Contropiede di Peterson nel quale il mio Dindondan è ormai diventato il trionfo delle banalità ad un tanto al chilo. Una volta almeno si tuffava in qualche pronostico e pazienza se sistematicamente anche lo sbagliava. Adesso invece scrive che “Venezia e Milano sono due squadre ben attrezzate, ben allenate e ben navigate”. D’accordo ma chi perde? Vallo a sapere. E così mi toccherà rinunciare a vedere in tivù l’irresistibile Juve contro il Milan al quale almeno la Coppa Italia poteva regalare. Perché sto fresco se aspetto che Mamma Rosa abbia una notizia e mi dica chi vincerà questo benedetto scudetto. Io dico ancora Armani. Che gioca male, d’accordo, ma molto meglio fuori casa e comunque lontano dai professorini del Forum. E quindi…