Valli a capire: un senese a Roma e Repesa in lacrime

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M’affeziono ai proverbi come ai soprannomi che ho distribuito negli anni all’amata gente del basket. E così Tonino Zorzi è diventato per tutti il Paron e Riccardo Pittis l’Acciughino. Ma mi sono anche cari i due (ex) Bonsai di Caserta, Nando Gentile e Vincenzino Esposito, il pretone Sacripantibus e ovviamente Gas Gas Trinchieri. Che aspetta sempre di sapere cosa decideranno di fare il Barcellona e Ettore il Messi(n)a. Come Paperoga Crespi e Orate Frates che da Reggio Calabria non ha ancora preso un soldino e che, Banda o non Banda dell’Osiris, meriterebbe comunque d’allenare in serie A. Come del resto Artiglio Caja che stava per accasarsi alla Virtus di Bologna, in A2, ma il dottor Stranamore gli ha preferito Alex Ramagli da Livorno. A volte faccio fatica a comprendere Albertone Bucci che pur conosco da una vita e mezza. Ma ora infila scorciatoie sbagliate (Rimini e Forlì), ora non manda via Valli, ora prende un signore che ha già uno stipendio a Siena. E ora non mi venga a dire che non poteva salvare le vu nere dalla retrocessione. Vallo a capire o, meglio, Valli a capire. Un nomignolo tira l’altro come le ciliegie. Che sono mature anche a Marostica, sempre che l’ultimo temporale non le abbia tirate giù dagli alberi. E così il Tigre è Dell’Agnello, Ciccoblack è Tranquillo e Repesa è il Gelsomino piangente. Che avrebbe inondato di lacrime il Forum se stasera (arbitri Taurino, Begnis e Sardella e mi faccio il segno della croce) non avesse potuto contare su Stanko morto Barac e Charles Jenkins, due che la seconda finale tricolore la rivedranno dalla tribuna. Poveretto, ha una rosa all’osso e la coperta corta. Se invece a Max Chef Menetti mancano Stefano Gentile e Pietro Aradori, è per Mamma Rosa acqua fresca: lo scudetto tanto lo deve vincere l’Emporio Armani perché altrimenti la pallacanestro muore e Giannino Petrucci, sindaco di San Felice Circeo, non potrà infilarsi le scarpette rosse e premiare i campioni d’Italia ai quali è particolarmente affezionato alla pari di Citofonare la Monica che, grazie al cielo, ha arbitrato venerdì Milano per l’ultima volta. Ciglione è invece il padrone dell’altra Virtus, quella de Roma, e non venite da me a chiedere il motivo per il quale gli ho affibbiato questo soprannome: tra le sue folte ciglia a bosco si smarrirebbe anche il lupo di Cappuccetto Rosso. Il bello è che Claudio Toti, con una ti sola, spera sempre che Giannino gli dia un paio di scudetti di Siena, che secondo lui la Montepaschi gli ha rubato, odia la Mens Sana con tutte le sue forze e poi chi ti va a prendere come allenatore per la prossima stagione? Ovviamente un senese doc, Giulio Griccioli, che è stato per un lustro buon assistente di Simone Pianigiani. Vallo, pardon, Valli a capire. Vi dicevo in principio d’andar matto anche per i detti popolari. E oggi ve ne regalo uno che per i veneziani è una sentenza. “Se piove el dì de’Assensa, per quaranta dì no semo sensa”. Difatti la notte dell’Ascensione è piovuto in piazza San Marco e da allora, il 5 di maggio, non passa giorno che dal cielo non cada acqua a catinelle. Ed è già passato un mese. Tuoni, tempeste e trombe d’aria. Ieri una saetta ha addirittura incenerito un palazzo di Cannaregio e un tornado ha devastato due campeggi a Sottomarina. Mentre Joe Tacopina come un fulmine a ciel sereno ha bussato alla porta di Pippo Inzaghi per convincerlo ad allenare il Venezia in serie C. Ma qui si parla di basket e non di calcio. Almeno in tempo di playoff e di ciliegie. Anche se Repubblica alla gara 2 della finale-scudetto di stasera ha avuto la bontà di dedicare quattro righe di numero e La Stampa addirittura un pallino di dieci. Troppa grazia Sant’Antonio. Mentre io vi racconto, aspettando Armani-Grissin Bon che stavolta mi vedrò in televisione a reti unificate (Rai e Sky), anche del Barcellona che all’ora di pranzo ha sudato più di sette camicie per avere ragione (73-68) del Laboral Kutxa Baskonia solo nell’ultimo quarto. Ora la serie di semifinale al meglio delle cinque partite è 2-0 per i catalani. Che vorrebbero anche mandar via Xavier Pascual Vives e sostituirlo con il Messi(n)a o con Gas Gas, ma sarà molto dura sbarazzarsi di un allenatore che a fine mese potrebbe vincere il suo quinto campionato spagnolo in sette anni. Real Madrid ovviamente permettendo.