Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori e ora di somari

balilla

Dalla copertina dell’ultimo Espresso: Ho diciotto anni, sono fascista e voto Matteo Salvini. Come vado denunciando da una vita e raccogliendo, di rimando, una pernacchia dietro l’altra: “Eccolo il solito trinariciuto”. Come chiamava Giovannino Guareschi i più sfegatati dei comunisti del secondo dopoguerra. E comunque, mentre anche Eugenio Scalfari nell’editoriale di domenica su Repubblica ha fiutato il pericolo : “Il neofascismo ama la dittatura ed è per questo che ama Salvini”, è la stessa estrema destra sprezzante, come è nella sua indole, che ha deciso di saltare sul Carroccio del vincitore attraverso Roberto Fiore che è il leader dei neofascisti di Forza Nuova: “Salvini riprende oggi i punti che da dieci anni sono nel nostro programma”. Insomma un patto neanche più tanto sotterraneo che la Lega ha stretto con la gioventù nero-verde. Che un tempo era solo nera e balilla col moschetto (nella foto, ndr). Da nord a sud. Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. Così li definì proprio Benito Mussolini in un discorso pronunciato non so bene da quale balcone quando nel 1933 dichiarò guerra all’Etiopia. E di somari, dovrebbe oggi il duce aggiungere se siamo diventati il Paese più ignorante d’Europa e statisticamente col numero più basso di laureati. Ai diciottenni utopisticamente consiglierei allora d’andarsi a leggere un recentissimo libro di Francesco Filippi dal titolo accattivante: “Mussolini ha fatto anche cose buone”, ma dal sottotitolo che mi ha subito rasserenato: “Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo”. Perché Mussolini ci ha dato le pensioni, ha costruito strade, scuole, case e ponti senza chiedere soldi agli italiani, ha messo i corrotti in galera e nascosto gli ebrei, ha sconfitto la mafia e poi era bello: tutte lo amavano. Più di Matteo Salvini. Che pure twitta: “A odio e disprezzo rispondo con il sorriso e il perdono”. E non con l’olio e il manganello. La simpatia per Putin e non per Hitler. Eppure nemmeno a Rami Shehata e Adam El Hanami voleva dare la cittadinanza italiana: “Si candidino e si facciano eleggere se vogliono lo Ius soli”. Perché cosa credono e chi pensano d’essere a soli tredici o dodici anni? Già. E così chissà perché mi viene in mente adesso il Trota, figlio del Bossi, e i suoi mitici esami di maturità. Anche se c’è ben poco da ridere ricordando gli ultimi. Quando dalle prove scritte d’italiano è saltato fuori che Dante è nato a Milano e che D’Annunzio era un estetista. O che i partigiani hanno combattuto fianco a fianco di Mussolini. Per non parlare degli orali e della geografia, tallone d’Achille dei nostri maturandi. Non so se fascistelli o meno. Ma di sicuro asini. Il Giappone? Confina con la Polonia “che difatti ha invaso all’inizio del secondo conflitto mondiale”. E l’Umbria? “E’ una città vicina ad Assisi”. Come no? E San Francesco andava a chiedere l’elemosina in Kawasaki Z 750 e non gli hanno tolto la patente perché si può anche guidare scalzi o in sandali o con gli infradito. Cambiando invece discorso, che sarà meglio, mi rassicura piuttosto il fatto che Fabrizio Corona sia di nuovo rinchiuso in una patria galera. Mentre non mi do pace al pensiero che Stefano Bettarini abbia dovuto abbandonare tra le lacrime l’Isola dei famosi dimostrando d’avere anche lui un cuore. Che farebbe bene qualche volta a prestare a Salvini. In jeans e felpa. Che s’ingozza di pasta al pesto e ha messo su pancetta, eppure ha una morosa che ha (quasi) la metà dei suoi anni nonostante sia più brutto del peccato e persino di Leo Turrrini. Con tre o con quattro erre? Nel frattempo io seguo il consiglio di Altan e chiedo il reddito di cittadinanza svizzero. Non si sa mai. Potrebbero anche concedermelo.