Orgogliosa Trieste mette le manette ai polsi di Cremona

scavone

Chiamatemi pure Cassandra. Me ne avete dette anche di peggio. Però in effetti le becco tutte. O quasi. Anche se non ci voleva molto a indovinare che per il nono anno di fila l’Inter di Lucianino Spalletti non avrebbe vinto neanche un pesciolino rosso alle giostre della Bovisa. Così come continuo a pensare, sperando di sbagliarmi, che la Juve di Ronaldo o senza Ronaldo non vincerà nemmeno questa maledetta Champions. Ma è nel basket dove ultimamente mi succede d’azzeccarne in media tre su quattro. Avevo per esempio scritto, in polemica con quel mondo di palloni sgonfiati, che delle sedici società di serie A salvavo solo l’Armani e la Reyer. E poi Trento e non Trieste. Neanche fossi già a conoscenza che di lì a poche ore la finanza avrebbe arrestato il presidente dell’Alma che per la verità non sapevo nemmeno che faccia avesse. Luigi Scavone, un quintale e mezzo abbondante, ex poliziotto e 007, ha invece un faccione (nella foto, in giacca rossa, beato tra le donne) di chi sta molto bene di salute e di portafoglio. Al punto d’essere il padrone della squadra di pallacanestro al 94,5 per cento. Peccato che l’abbiano pizzicato martedì nella sua villa di Napoli con le dita nella marmellata. Della quale pare andasse particolarmente ghiotto se gli è stato contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale tra il 2015 e il 2017 per oltre 70 milioni di euro. Mentre era pronto per volare l’indomani in Dubai – sempre da quel che si racconta – con 304.000 euro in contanti abilmente nascosti in uno zainetto (bagaglio a mano) assieme ad una decina di Rolex d’oro in modo tale che oggi avrebbe avuto il suo daffare per spostare avanti d’un’ora le lancette degli orologi. Ha passato invece Scavone un’altra notte dietro le sbarre e chissà se a mezzogiorno ha visto la partita del PalaRubini su Eurosport player. Non credo. Però da qualche secondino avrà senz’altro saputo dello schiacciante successo dell’orgogliosa Trieste, che fatico a chiamare ancora Alma, sulla malcapitata Cremona di MaraMeo Sacchetti alla quale ha messo le manette ai polsi sin dal primo tempo. Che la spumeggiante squadra del mio Paisà, Eugenio Dalmasson, ha chiuso con un devastante 61-37 a suo favore. Ma anche più 28 (80-52) al 28’ e 97-80 alla fin fine. Con i giocatori alabardati sotto la curva tra le lacrime e tutta una città che si è stretta intorno a Knox (20 punti e 8 rimbalzi), Peric (17), Dragic (15) e Chris Wright (14), ma soprattutto al suo allenatore e a Mario Ghiacci che del ritorno in serie A sono stati lo scorso giugno i veri artefici con il leader Daniele Cavaliero. Su certe cose non è mai bello scherzare. Anche perché il futuro della pallacanestro a Trieste, al di là dell’attuale settimo posto in classifica (alla pari con Trento) e un piede (o quasi) nei playoff, è un temporale che si avvicina più nero della pece portando con sé oltre mezzo milione di euro da trovare chissà dove per chiudere serenamente almeno questa stagione. Ma la satira non fa sconti a nessuno. Soprattutto agli imbroglioni. Mentre la Fortitudo, battendo Ferrara sempre all’ora di pranzo, è tornata prepotentemente dopo dieci anni nella massima serie e adesso saranno dolori per la Virtus senza cuore dei presuntuosi ammutinati del Bounty e di un caffè ogni giorno più amaro. Come quello di Gramellini negli ultimi tempi sul Corriere del  povero Cairo. Di nuovo il basket mi ha preso la mano e lo Scacciapensieri della domenica è finito ancora nel canestro. Quando invece avrei voluto parlarvi di un Chicco Molinari straordinario nei matchplay di Austin in Texas e di una Juve che non so come possiate pensare che trionfi in Champions quando anche dall’Empoli nel primo tempo avrebbe dovuto prendere tre pere. Con Ronaldo o senza Ronaldo. E con Moise Kean che mi fa ridere leggere che è accostato allo stesso Cristiano o a Lio Messi. Su, fate i bravi. E occupatevi piuttosto del Milan di Ringhio Gattuso che se anche vincesse tutte le prossime nove di campionato non sarebbe lo stesso campione d’Italia. E domani è solo il primo d’aprile. Attenti agli scherzi.