I brasiliani piangono sempre e stasera pure gli argentini

I brasiliani piangono sempre. Non so se ci avete fatto caso. Piccoli e grandi, donne o uomini, bianchi e neri, poveri o ricchi: piangono tutti. Piangono quando cantano l’inno che, oltre tutto, non è neanche bello. Volete mettere la Marsigliese. Piangono quando pregano e quando le prendono dalla polizia a cavallo. Piange Luiz Felice Scolari che ha la faccia del venditore ambulante di formagelle con un conto in banca però da far paura, ma piange più di lui la Confederacao brasileira de futebol che gli ha passato un milione abbondante di dollari al mese per una disfatta annunciata da tempo o almeno dal sottoscritto. Piangono quando vincono e hanno vinto in questo Mondiale solo con la complicità degli arbitri. Piangono quando perdono e non la smettono più da cinque giorni. Hanno cominciato a farlo martedì dopo neanche un quarto d’ora quando ha segnato Muller il primo gol della Germania. Poi ha raddoppiato Klose, triplicato e quadruplicato Kroos nel giro di tre minuti ed è stato allora un diluvio universale di lacrime e anche di rabbia quando hanno preso a insultare il povero Hulk che è il meno colpevole di tutta la selecao giallo e oro (coi bordini blu e verdi): una pippa, anzi un pippao, era prima che iniziasse il Mondiale della bola e non è che potesse all’improvviso diventare Pelè. Piangono allo stadio e piangono nelle piazze. Piangono nei bar e sulle spiagge, piangono a Jericoacoara e a Ipanema, piangono in metro e non in treno soltanto perché le ferrovie in Brasile (quasi) non esistono. Frigna come un bebè Neymar che dice che ha rischiato di finire su una sedia a rotelle se Zuniga lo avesse colpito più forte: ringrazi invece Dio e sorrida alla vita. Singhiozza disperato David Luiz che si fa il segno della croce più volte al giorno di una novizia in convento e per questo è il vero leader di un Brasile che ha pianto quando il suo capitano ha segnato di testa, o dal dischetto, ma pure quando ha incassato dieci gol dalle  squadre dei salsicciotti e dei tulipani. Da 1-7 a 0-3 è stato tutto un pianto. Piagnucolava ieri sera anche Daniele Adani, il giornalista vestito da contadino (o viceversa) che non azzecca un pronostico dal 2003 e che ovviamente aveva puntato gli ultimi real che aveva in tasca sul riscatto della selecao. Difatti Olanda in vantaggio dopo due minuti e terzo posto blindato dopo la rete di Blind al quarto d’ora. Ma adesso basta, cari brasiliani, mi avete proprio stufato coi vostri pianti esagerati. Una volta eravate il popolo dell’allegria, del carnevale e del samba. E per questo mi piacevate da matti anche se eravate pigri, svogliati e indolenti, ma vi perdevate dietro un Gran Premio di Senna tenendovi tutti per mano e vi bastava un tramonto sulle dune per essere felici e gaudenti Ora invece siete diventati assolutamente insopportabili. E, quando bevete, non siete contenti finchè non crollate a terra ubriachi. Stasera comunque si chiude e l’unica incertezza è ancora solo vostra. Non sapete infatti da che parte stare: con l’Argentina che è la vostra nemica storica o con la Germania che vi ha suonato di brutto come nessuna altra squadra nella storia dei Mondiali? Staremo a vedere. Io son strasicuro invece che vinceranno i tedeschi di Thomas Muller per i quali farò anche un tifo sfegatato e non soltanto perché la mia carissima nonna era di Karlsruhe sul Reno, quanto perché li vedo gli italiani anti Juve: saranno tutti contro la Germania e vicini alla Pulce d’oro che è il più grande perdente di successo del calcio mondiale quando il prato gli scotta sotto ai piedi e non ha per avversari l’Osasuna, il Getafe, l’Almerìa, il Napoli o il Milan.