Caro Giannino, cosa ti succede che non ti riconosco più?

menetti sacchetti

Sono già passati dieci giorni e nessuno mi ha ancora risposto. Eppure la domanda mi era sembrata abbastanza facile: perché Messina e Sacripanti vivono da separati in casa, neanche si rivolgono la parola e insieme non farebbero nemmeno le scale? Però state freschi se pensate che per l’ennesima volta vi racconti io quello che è successo dietro le quinte della nazionale e che ovviamente Giannino Petrucci conosce molto meglio di tutti. Tanto più che ho quasi settant’anni, meno due, e sarei anche stufo di fare l’apripista allo sbaraglio e di sentire i furbetti del quartiere che m’incitano: “Vai avanti tu che a noi vien da ridere”. E così me ne impippo se tra Ettore e Sacripantibus c’è sempre una sedia vuota che li divide. E piuttosto intono una vecchia canzone di Renato Carosone che piaceva un sacco a mio padre e che invece non so quanto possa riuscire gradita al cittì azzurro. Che è permaloso da morire. Persino più di me. Il che è tutto dire. “Tu vuò fà l’americano, whisky and soda, ma si’ nato in Italy”. Dalla mia parte in più c’è il tempo che è galantuomo e amico. E spiegherà tutto. Basta non avere fretta. Come questa strana storia di Messina che prima indica in Sacripanti il suo ideale sostituto: “Io allenerò d’estate e Pino d’inverno”. La cicala e la formica. Poi cambia all’improvviso idea e decide di tornare stabilmente a vivere in Texas. Dove non ci sono più i pellerossa, ma nemmeno è certo di poter un giorno, comunque assai remoto, prendere il posto di Gregg Popovich alla guida degli Spurs. Poi succede qualcosa che non vi racconto anche se vedo che vi è venuta l’acquolina in bocca. Precisando solo che non deve essere stato certo bello per Sacripantibus, che difendo, apprendere dai giornali che Ettore preferiva la pallacanestro di Fred Buscaglia alla sua. Poi non va più bene neanche l’allenatore di Trento forse perché è arrivato tredicesimo agli Europei dell’under 20. Prendendole persino dalla Svezia. Dove sapevo che si gioca a hockey o a curling, non a basket. Però è pure vero che a nessuno è venuto il dubbio che i nostri giovanottini azzurri fossero e siano proprio poca roba. Poi metti una sera a cena che Messina, davanti ad un piatto di canederli in brodo, suggerisca a Petrucci di prendere Sacchetti e Crespi come commissari tecnici della maschile e della femminile. Ottima idea: dite? E comunque Giannino ne è entusiasta. Al punto da invitare subito Ettore a telefonare a MaraMeo e a Paperoga perché accettino l’incarico senza chiedere la luna come Djordjevic. “E così, già che ci sei, chiama anche Capobianco avvertendolo che gli ho tolto dalle palle le donne”. D’accordo, mi sono divertito a romanzare ironicamente un po’ tutta la vicenda, ma non pare anche a voi quanto meno un po’ strano e bizzarro che il nostro pi effe, noto un tempo per passare per un decisionista di ferro, e difatti non a caso lo chiamavo un tempo il tiranno di Valmontone, abbia lasciato fare tutto a Messina che sono dodici anni che è via dall’Italia e chissà quando ci rimetterà piede se non per venire a trovare la cara mamma? Io penso mai più. E credo di non sbagliarmi. Insomma cosa ti sta succedendo Giannino che non ti riconosco? Oppure devo credere che la patata troppo bollente ti stia sfuggendo di mano? Lo escluderei. E allora? Forse stai diventando buono come me e questo, fidati, non è un segnale incoraggiante. Anzi. Perché non hanno torto se poi dicono di noi che siamo ormai vecchi e superati. Però neanche posso sentirti affermare che a te piacciono gli allenatori normali e Paperoga Crespi di sicuro non lo è. Così come mi ha stupito che Ettore abbia cambiato tre volte idea: prima Sacripanti, poi Buscaglia, infine Sacchetti. Che sono tre tipologie di tecnici completamente diverse. Che confusione. Sarà perché ti amo. Cantavano i Ricchi e Poveri. E allora perché non De Raffaele, Caja o Menetti? Perché nel frattempo Sacchetti aveva provveduto ad informare Tuttosport delle chiamate ricevute al cellulare da Messina e da Petrucci, Mamma Rosa si era molto arrabbiata, come del resto il Corrierone, che ha tuttavia avuto la soffiata federale su Crespi, e non si sarebbe più potuta rigirare la frittata. Intanto Menetti sarà dal prossimo autunno il vice di MaraMeo in nazionale: scommettiamo? Non vi conviene. Anche se la settimana scorsa sono stato al laghetto di Dobbiaco con Max Chef e la sua bella famiglia, ma vi giuro che non mi ha anticipato niente. Per la verità mi aveva parlato molto bene di Sacchetti e avrei dovuto allora immaginarlo che stava già bollendo qualcosa in pentola. Ma ve l’ho detto: sto di giorno in giorno sempre più rincoglionendo.