Casini vuole che il governo dia lo scudetto alla sua Virtus

rocco

Oggi è mercoledì 8 aprile: se avete perso il conto, vi aiuto io. Oggi è un mese dall’inizio del coprifuoco stabilito dal primo decreto del Conte Giuseppe. Oggi è un mese che la Juventus ha battuto l’Inter a porte chiuse: 2-0, rete di Ramsey e genialata di Dybala. Oggi sono quaranta giorni che non vedo i miei nipoti: due sono a Cortina e uno a Jesolo. E mi mancano da morire. Solo per questo ho messo la foto di Rocco con il suo cane. Che si chiama Ugo ed è sempre con lui. Posso? Credo proprio di sì se ho avuto il consenso di mia figlia e di suo padre. Così me lo posso mangiare con gli occhi, mentre scrivo, e oggi sono molto meno triste di ieri. Oggi sono trenta giorni che non metto il naso fuori di casa: sono immuno-depresso, ho paura e ho ancora il plasmocitoma. Piccolo piccolo, piscinin come dicono a Milano, ma un gran rompicoglioni. Con il quale per il momento mi tocca convivere. Poi, quando potrò uscire, vedremo cosa si potrà fare. Tre ematologi hanno ipotizzato tre soluzioni diverse. Chi avrà ragione? E vallo a sapere. Più che di feeling credo che allora sarà una questione di culo. Oggi è l’8 di aprile e i decessi da Covid-19 in Italia sono saliti a 17.669. L’8 di marzo le  vittime erano 366 e ci sembravano già un numero enorme. Un mese fa Repubblica ha titolato: “Virus, Lombardia chiusa”. Più altre quattordici province. Tra le quali la mia. Da oggi fino al 3 aprile si ferma tutto. Poi sino al 13 di Pasquetta. “Critici i governatori Fontana e Zaia”. Meditate gente. L’8 marzo 2020 era domenica e Natalia Aspesi ha scritto: “Le notizie di ora in ora sono sempre più preoccupanti e l’unica consolazione anche per i contagiati è una sola: muoiono quasi esclusivamente i vecchi!”. Con il punto esclamativo che non sarebbe piaciuto a Gianni Mura, ma sono sicuro che l’avrebbe perdonata. Gianni se ne è andato pure lui due settimane dopo, ma già ci mancano i suoi Cattivi pensieri della domenica. L’8 marzo Gad Lerner: “Ci aveva tratto in inganno il sabato di primavera precoce che ha riempito i parchi, fatto sbocciare le violette selvatiche, e trasferito in mezzo al verde i frequentatori delle palestre chiuse”. Per i sentieri di Villa Borghese correva come un demonio pure Roberto Mancini al quale nessuno riusciva a stare dietro. Nemmeno Simone Pianigiani. Domani è giovedì santo e un mese prima Concita De Gregorio ha scritto: “Tanto muoiono solo i vecchi e quelli già malati. E’ questa, no?, la nuova linea di confine, la ragione per cui in fondo possiamo stare tranquilli: al limite muore quello del terzo piano che passeggia in cortile con la bombola d’ossigeno. La tizia col foulard al terzo ciclo di chemio. Mica io, che sono sano. Mica i ragazzi che vanno a giocare a calcetto, a farsi una birra in piazza, un panino da Mc, un gelato alla fontana”. E adesso, forse, avete capito perché ho i cassetti e le scatole (rosse) piene di ritagli. Il Corriere della Sera in prima pagina: “Il virus avanza, lite sui divieti. Protesta delle regioni. Nelle carceri è rivolta: tre morti. Oltre 7.000 casi, l’Italia è seconda al mondo”. Dopo la Cina, ma avremo tutto il tempo per scavalcarla. E Luca Zaia a pagina 9 insiste: “Il Veneto non va isolato. Il nostro modello per ora funziona”. Ma dove? Forse a Vo’ Euganeo. “Dove i contagi sono scesi dal 3 allo 0,05 per cento”. Io sono stato ricoverato undici giorni a novembre in Medicina oncologica del nuovo ospedale Dell’Angelo a Mestre e tre infermiere del reparto in delegazione sono venute da me una volta a dirmi: “Abbiamo saputo che lei è un giornalista e quindi a lei ci raccomandiamo: scriva per favore che qui siamo in poche, una ogni dieci letti, non ci pagano gli straordinari e non ce la facciamo proprio più ad andare avanti”. Questo tre mesi prima della pandemia. Adesso Zaia ha cambiato idea sul coronavirus: ora chiuderà i supermercati due giorni, a Pasqua e Pasquetta, e così sabato e martedì le code per comprare il pane saranno pazzesche e lunghe più dei duecento metri da cui è vietato allontanarsi da casa. Non ne becca più una di giusta, ma i veneti hanno il più alto concentramento d’ignoranza in Italia per cui non c’è da stupirsi se uno su due di loro (perché io mi autoescludo subito, ndr) lo continueranno a votare governatore anche il prossimo autunno per altri cinque anni in modo tale che eguaglierà il record di quindici del suo predecessore Giancarlo Galan. Il quale nel 2014 ha patteggiato dopo 78 giorni di carcere una pena di due anni e dieci mesi per corruzione, restituendo 2,5 milioni di euro a fronte di un maltolto di oltre 15, e nel 2017 è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti ad un risarcimento danni pari a 5,8 milioni di euro. Di Juve-Inter 2-0 dell’8 marzo ha scritto Maurizio Crosetti: “Quant’è assurdo tutto questo, le partite, i risultati, la classifica. Quant’è bello il gol di Dybala, eppure non conta quasi niente. Si è giocato lo stesso a pallone, rischiando di giocare con la vita della gente. Il calcio è su altro sistema stellare: remoto”. Parole sante. Ma, mentre il volley e il basket si sono finalmente decisi a chiudere la stagione, il calcio non s’arrende e vuole andare avanti a qualsiasi costo. Ormai allo sport del Corriere fanno gli articoli in due come i carabinieri. Difatti ieri Monica Colombo e Guido De Carolis hanno scritto a quattro mani la Divina Commedia infischiandosene di mantenere le distanze a meno che il loro computer non sia più lungo di un pianoforte a coda. Ma sono giovani, o almeno credo, e Jimmy Fontana lascia fare a loro quello che vogliono. E comunque l’ultima ipotesi sarebbe quella di riprendere gli allenamenti collettivi il 4 maggio e di ricominciare tutti i campionati dalla A alla C a porte chiuse il 2 giugno che è il giorno della Festa della Repubblica. Peccato invece che io abbia compiuto i 70 anni il 13 agosto e che Zaia voglia chiudere in casa (di riposo?) gli over 70 del Veneto chissà sino a quando. Scambiandoci, non l’ho ancora capito, se per untori o per appestati. Però io di stare chiuso nella mia gabbia dorata almeno sino a Ferragosto non è che ci senta molto da questo orecchio e allora gli ripeto come un pappagallo quello che lui dice al giornalista di turno in ogni sua indigeribile conferenza stampa: “La smetta di dire monate”. E soprattutto di farmi sentire così tanto vecchio e inutile. Io sono oggi innanzi tutto un nonno. E che nonno. Chiaro? E se Gel Zaia non mi fa rivedere al più presto i nipoti, prendo la forbice e gli taglio i capelli a spazzola. Mentre poi manca solo che Giannino Petrucci promuova o ripeschi in serie A la Torino del suo amico Stefano Sardara o che Pier Ferdinando Casini presenti un’interrogazione al ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, chiedendo che venga assegnato lo scudetto del basket alla Virtus in quanto prima in classifica al termine del girone d’andata. Oggi è l’8 e non il primo di aprile: mi pare d’averlo già specificato cento volte. E invece pare proprio che anche la senatrice del Pd, Valeria Fedeli, discusso ministro dell’istruzione nel governo Gentiloni, abbia appoggiato l’interpellanza del leader dei Centristi per l’Europa, ex Dc, Ccd e Udc, che è un grande tifoso del Bologna di Sinisa Mihajlovic e della Segafredo di Sasha Djordjevic e che alle prossime elezioni difficilmente prenderà ancora mezzo voto da un tifoso della Fortitudo. O almeno questo è quel che spero. Come minimo.