Cairo bussa e chiede al basket di Petrucci 350.000 euro

Torino's President Urbano Cairo reacts prior the Italian Serie A soccer match AC Chievo Verona vs Torino FC at Bentegodi stadium in Verona, Italy, 23 September 2015. ANSA/FILIPPO VENEZIA

Nessuno fa niente per niente. Lo dicevano anche i latini: do ut des. E così lo posso anche capire che Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup, di cui è anche amministratore delegato, abbia bussato alla porta di molte federazioni del Coni e abbia proposto uno scambio alla luce del sole: io ti offro un inserto sulla mia Gazzetta e domani magari anche sul Corriere della sera, e tu mi allunghi qualche soldino. Quanti: dipende dalle pagine e dallo sport in questione. Non so voi, ma io non ci vedo in questo assolutamente nulla di strano o di malvagio. Anzi. Da che mondo è mondo soprattutto gli sport minori, dal tamburello al salto della quaglia, tanto per fare due esempi a caso, e nessuno spero se ne risenta, hanno bisogno di visibilità per sopravvivere alla tirannia del calcio che anche lunedì sul giornale di Mamma Rosa si è preso 30 pagine su 44. Una bella fetta: non vi pare? Per il resto due pagine (intere) sono andate alla pubblicità e due al basket. Troppa grazia, San Antonio. Che non è la squadra dove il vice allenatore è Ettore Messina. E una ciascuno al ciclismo, allo sci, alla pallavolo e al rugby. Ma solo perché è iniziato il Sei Nazioni e l’Italia è stata per la cronaca strapazzata (7-33) a Roma dal piccolo Galles. O forse perché proprio sabato la palla ovale ha avuto sulla Gazzetta eccezionalmente uno speciale di ben otto pagine. Ma l’ho già detto: non voglio pensar male. Anche se non si fa fatica e qualche volta pure ci si indovina. Né m’interessa sapere quale inserto rosa proporrà il volley nei prossimi giorni: mi hanno detto che un accordo del genere tra il presidente del Torino e quello della Fipav, presieduta da sua eminenza Carlo Magri, è già stato raggiunto con il sostegno di Massimo Righi, brillante ad della Lega Pallavolo di serie A, ma mi potrebbero anche aver raccontato una balla solo per depistarmi: non lo escludo. Però ora mi faccio lo stesso un bel nodo al fazzoletto così mi ricordo di scrivere anche domani di Righi e di un incontro che Stefano Sardara, presidente di Sassari, ha avuto con lui nella scorsa primavera prima che la Lega di serie A del basket assumesse il Mago Zurleni e pomposamente nominasse a luglio l’ex cavallino rampante di Maranello direttore generale con la bacchetta magica. Di sicuro Urbano Cairo ha chiesto 350.000 euro, pochi o tanti che siano, a Giannino Petrucci per quattro o ventotto, non lo so, pagine di pallacanestro sulla Gazzetta magari in occasione della prossima Coppa Italia di Rimini o di Bologna. Della cosa ovviamente il sindaco di San Felice Circeo, nonché tiranno di Valmontone, si è dichiarato entusiasta e ha girato la proposta alle sue leghe. Che in verità non hanno fatto gran salti di gioia. Anzi, molto freddamente gli hanno risposto in coro: “Ma se non abbiamo nemmeno i soldi per comprarci i fazzoletti (di carta) per asciugarci le lacrime?”. Io dico che al contrario dovrebbe essere Mamma Rosa a sponsorizzare gli eventi della nostra palla nel cestino, ma è forse domandarle troppo. E allora? Spero proprio che non se ne faccia niente perché altrimenti sì che sarei autorizzato a pensar male. Per esempio che gli ArLecchini della Gazzetta non potevano, non possono e non potranno mai attaccare Giannino e il suo carrozzone per nessuna ragione al mondo. Neanche se l’Italia non dovesse salire sul podio dei prossimi Europei e se le nostre squadre non potessero di nuovo partecipare all’EuroCup perché glielo vieta l’amico Fritz Bau Bau Mann. Nemmeno se Petrucci continuasse a cambiare commissario tecnico ogni due o tre anni senza capire che invece è lui l’unico, capriccioso e irresponsabile, colpevole di una nazionale e di un basket che fa acqua da tutte le parti e nessuno ha il coraggio di dirglielo guardandolo diritto negli occhi piccoli e sfuggenti. Neanche i giornali che non appartengono al gruppo erreciesse di Cairo che evidentemente hanno gli editori che dormono o ai quali molto più probabilmente non interessa nulla della pallacanestro e dei pochi soldi che le sono rimasti nelle tasche con i buchi. Cominciando dal Corriere dello sport e da Tuttosport che al basket danno sempre meno spazio. E fanno bene finché il padrone sarà Giannino Petrucci legato mani e piedi all’arrogante concorrenza.