Tutti all’isola dei Conigli dove non si prende TeleGiannina

Ci sono moltissimi modi per sotterrare tutti insieme l’ascia di guerra. Se volete, ve ne indico un paio. Per esempio sfidarti a duello con una lettera aperta e scritta a sei zampe. Nella quale le minacce non siano tanto velate. E difatti non lo sono state. Oppure porgendo l’altra guancia come un giorno Gesù disse ai suoi discepoli e come ho fatto io, scendendo dal pulpito, con la Bandissima che non ho più cagato neanche di striscio. Sì, insomma, è da un mese e passa che volutamente la ignoro e anche per il futuro lo prometto e lo giuro: non li chiamerò più quelli della Banda Osiris, anche perché già esiste un gruppo musicale con lo stesso nome, ma quelli della Osiris Band semmai o della Flavio’s Band o qualcosa del genere. Come l’Orchestra Casadei. Con Cicciobello Tranquillo voce-chitarra e Gas Gas Trinchieri alla tastiera, Andrea Bassani al violino e uno dei loro santi avvocati alla batteria. Mentre chi la tromba non ho la più pallida idea di chi possa essere, ma se volete indago e poi vi faccio sapere. E comunque ora datemi pure del coniglio, ma ho dato la mia parola e non me la rimangio. Voglio vivere in santa pace gli ultimi anni che mi sono rimasti. Seduto sul sofà con la mia Tigre o sulla riva del grande fiume aspettando di veder passare anche la nave dei pirati, ovviamente travestiti e coperti di nero, che pare abbia alzato le ancore giusto ieri per sfuggire ai finanzieri. Così come ci sono tanti modi per rovinarsi il fine settimana di luglio. Per esempio andare al mare sull’Adriatico e in particolare al Lido di Jesolo con Del Piero: venti chilometri, quando ti va bene, all’andata e altre tre quattro ore di coda al ritorno. Magari col nipotino che ti vomita sul sedile e le meduse che ti s’appiccicano addosso non appena ti tuffi in acqua. E ti irritano devastandoti la pelle di bolle violacee. E Alex? E’ già scappato in Brasile. Però da domani, se vuoi, c’è il Gallo. Sì, proprio lui, quello dalle uova d’oro con le ginocchia di cristallo che ha scritto un libro con Tranquillo. Vi è piaciuta la rima? Non credo, ma non m’importa un fico. Danilo è a Jesolo per un camp sino al 12 luglio. Però le iscrizioni sono chiuse da un pezzo e, se non fai parte dei 220 fortunati tra ragazzi e ragazze che si sono prenotati per tempo, ti andrà ancora di lusso se dal gigante dei Denver Nuggets avrai in regalo un mezzo sorriso e un autografo. Mentre Flavio è stato invitato a Ragusa da Giorgio Valli, new entry nella Osiris Band al posto di Paperoga Crespi, per insegnare una settimana di basket a dei poveri innocenti. No grazie, preferisco la montagna. Dove piove sempre e, quando non piove, fa notte. E al massimo scivoli in un cespuglio di ortiche. Dove trovi le bisce e non più i funghi. E comunque, se per culo scorgi un porcino e lo raccogli, ti piomba addosso la guardia forestale, nascosta nel bosco, che te la fa pagare molto salata. E allora sapete che vi dico? Me ne scappo in campagna. A morire, chiuso in macchina, sotto il sole che picchia duro sul cofano, davanti ad un passaggio a livello chiuso: è passato il secondo treno e non si sono ancora alzate le sbarre, hai spento il motore e pure l’aria condizionata. Altrimenti ti sbattono dietro le sbarre. Come mi consiglia Tranquillo è forse dunque il caso che vada in vacanza proprio nell’unica isola sulla quale sto bene coi miei simili. Cioè nell’Isola dei Conigli. A Lampedusa. Nell’arcipelago delle Pelagie. Dove mi hanno assicurato che non si vede la Rai e neanche Sky. E tanto meno si prende Telegiannina, la nuova tivù da urlo del presidente federale.