Sto col Conte Antonio e abbandono la Juve di Max Acciuga

Il primo anno ha vinto lo scudetto. Il secondo anche. E il terzo? Pure. Il primo anno senza sconfitte nelle 38 partite di campionato dopo che nella stagione precedente la Juve di Gigi Del Neri, fortissimamente voluto da Marotta Marmotta, e del grande Milos Krasic ne aveva perse dieci, anche con Lecce, Bari, Bologna e Palermo (andata e ritorno), chiudendo di nuovo al settimo posto, a 24 punti dal Milan campione, stavolta però anche esclusa dall’Europa del giovedì sera. Il secondo anno in testa dalla prima all’ultima giornata col Napoli sempre tenuto a debita distanza, l’Inter di Moratti a 33 lunghezze le in Champions fuori ai quarti di finale, eliminata dal Bayern di Robben e Ribery che poi avrebbe vinto la Coppa con qualche neo campione del mondo: da Thomas Muller a Bastian Schweinsteiner senza dimenticare Lahm, Neuer, Boateng e Kroos. Non fu insomma uno scandalo, ma l’Agnelli e la sua corte dei miracoli ne fecero una mezza tragedia. Il terzo anno con il record di punti in serie A: più di cento e anche di centouno, addirittura centodue. 19 vittorie su 19 allo Juventus Stadium. Solo tre pareggi e due sconfitte fuori casa. Non so se mi spiego. Ma ancora: la miglior difesa (23 reti) e il miglior attacco (80 gol). Diciassette punti di vantaggio sulla seconda, la Roma delle meraviglie. Il giorno in cui per sbaglio la Juve invece perse al San Paolo, quello sbruffone e mitomane dello zio Aurelio De Laurentiis ebbe a dire tronfio: “Tra noi e loro non ci possono essere 17 punti di differenza”. Difatti il suo Napoli è finito, se non ricordo male, a 24 lunghezze dalla Signora. E le due milanesi? L’Inter a meno 42, il Milan a meno 45. Un freddo davvero bestiale. Quisquilie, bruscolini, bazzecole. Evidentemente acqua fresca per la Sacra Famiglia che di tutto ha fatto negli ultimi tempi per esasperare il Conte Antonio sino al punto dal convincerlo a lasciar perdere con la Juve dopo il primo giorno di scuola del quarto anno. Forse invidiosa, come quando comandavano Moggi e Giraudo, d’aver perso prestigio e affetto tra i propri tifosi. Sicuramente biliosa o accidiosa vedendo quel loro pargolo che, al contrario della maga Circe, era riuscito non con la bacchetta magica, ma con il duro lavoro a trasformare spesso e volentieri le bestie in eroi. Se non l’avete insomma ancora capito, io sto con Conte e insieme a lui prendo le distanze da questa Juve di Acciuga Allegri con la quale non ho più nulla da spartire e nella quale, come me, non si riconoscono più milioni e milioni di aficionados a tre stelle. Se invece non avete capito la ragione della rottura tra la società e il suo ex allenatore, non fate come Sky e molti quotidiani che, per non perdere la pubblicità dalla Fiat, fingono di brancolare nel buio, ve la spiego con una semplice domanda: cosa avreste fatto voi al posto di Antonio se Andrea Agnelli, mentre Marotta già da due mesi contattava Allegri, vi chiede di vincere la Champions facendosi vento dei tre scudetti appena vinti di fila, dopo aver ceduto Vucinic e Immobile, che non era proprio male, e creando tutti presupposti per cedere anche Vidal e prestissimo pure Pogba? Non arrivando neanche a prendere Iturbe, finito alla Roma, dopo aver fallito gli acquisti di Sanchez e Cuadrado? Mi do alla folle fuga. Anche a costo di rinunciare a quattro milioni di stipendio. Consigliando anche a Pirlo di corrergli subito dietro prima che arrivi il livornese con gli occhi a triglia assieme a De Jong e magari a Van Bommel se non addirittura a Balotelli e a Mexes.

Foto ripresa da ilgiornale.it