Sto benissimo, non sono incinta, ma forse porto sfiga…

Capita a tutti di sbagliare. Persino a me. Qualche volta. Ieri per esempio ho dato retta a Giannino Petrucci e sono andato a Ragusa: la nazionale della Sottana ha vinto, la Masciadri ha segnato 1500 punti in azzurro, complimenti vivissimi, andremo agli Europei, ma non è questo il punto. Ho sbagliato a non andare a Siena e l’Armani ha vinto. Per la gioia di Giannino e la disperazione di Othello. Peccato: è solo mia la colpa. Negli ultimi cinque anni infatti non ho mai visto dal parterre vincere Milano. Neanche al Forum. Tanto che ogni qual volta incrociavo per sbaglio Claudio Limardi, che è il bravo addetto stampa dell’Olimpia di piazzale Lotto, lui pensava che non me ne accorgessi, ma con la coda dell’occhio lo beccavo sempre che si toccava nervosamente. Come fanno i gatti neri del Trentino quando incontrano l’Inter in ritiro precampionato e finiscono lo stesso sotto le ruote del pullman nerazzurro. Insomma, per dirla tutta, sapevo benissimo che gli arbitri non avrebbero fischiato quello scontro frontale ai danni del povero Hunter o che la bomba di Matt Janning a 10 secondi dalla fine non sarebbe esplosa nella retina longobarda. O che Curtis Jerrells avrebbe vinto lo scudetto con quel canestro a fil di sirena pestando l’arco dei tre punti. Porto iella? Può darsi. Come Fabio Caressa ai Mondiali della bola in Brasile. E comunque adesso mi aspetto un regalino dal collega Limardi o dal Livido Proli, che ora non dovrà più dimettersi come furbescamente aveva lasciato credere al fido Vincenzo di Schiavi. Non chiedo molto: solo una maglietta dell’Emporio campione d’Italia dopo non so più quanti anni. Mi dicono dal 1996. Con Bepi Stefanel, Boscia Tanjevic, Crespi (già Paperoga) vice, Gentile padre, Portaluppi playmaker, il magnifico Gallotti massaggiatore e il grande Bodiroga. Forza e coraggio: che ci vuole? Basta una piccola colletta. Altrimenti troverò il modo domani sera di fare un salto al Forum e poi saranno soltanto cavoli vostri. E’ un ricatto? No, è semplicemente un baratto. Non ci sono più biglietti? Scommettiamo che due, anche per il mio amico Nico, comunque li trovo chiedendoli magari a Paperoga o al carissimo Riccardo Caliani al quale non so cosa darei per rivederlo sereno e contento. Anche la casa in montagna se vuole: lo aspetto. Sapendo, mi ripeto, d’aver sbagliato ad andare ieri a Ragusa e non a Siena. Però mi aveva infastidito, lo confesso, tutto quell’odio in città e al Palaestra per Messer Minucci. Il quale avrà visto senz’altro la partita in tivù e, ne son certo, avrà tifato per il nono scudetto della Mens Sana un po’ anche suo, e qui non mi sbaglio, oltre che vostro. In fondo ammettere i propri errori è da persone intelligenti: lo diceva anche mio padre. Al quale ho spesso disubbidito, non lo nego, sbagliando soprattutto a dargli (a volte) torto. Però adesso, senza cambiare discorso, lasciate che vi racconti questa che non mi sembra malvagia. L’altro giorno mi sono recato all’Ulss 12 del Veneto per farmi le analisi del sangue. Non illudetevi: scoppio di salute, okappa i reni e pure la prostata, ho solo un po’ alti (il doppio) i trigliceridi, ma giuro che dopo Natale mi metto a dieta. Insomma per almeno un altro paio d’anni vi starò addosso e sulle scatole. “Mi scusi, signor Pea, ma è per lei questa richiesta d’esami?”, mi ha domandato stralunata l’infermiera. Sì, perché? “Perché il suo medico ha chiesto l’esenzione per gravidanza”. No, le assicuro: non sono incinta. E comunque, per colpa del mio cardiologo, ho dovuto profumatamente pagare le analisi. Morale della favola: succede a tutti di sbagliare. Anche a me. E pure al mio amico. Santa pazienza.