Oggi è l’ultimo dell’anno e i giornalisti sono (quasi) tutti a casa in riposo. Bene. Così allora scrivo. In modo che mantengo le distanze da loro che, diversamente da me, non appartengono alla categoria dei pennivendoli (in pensione) che buttano giù su un blog qualsiasi quattro spiritosaggini di palla nel cestino senza avere mai la soddisfazione d’essere letti da qualcuno o la pretesa d’essere pagati un centesimo a riga. Domani però i quotidiani non usciranno e dunque chissà: forse qualche appassionato di basket anche lo riuscirò a catturare. Per sbaglio. E allora giuro su ciò che ho più caro al mondo, ovverosia la Banda Osiris, che almeno non s’addormenterà con la testa sul mio pezzo come invece magari gli succede quando legge gli stucchevoli fondini di pallacanestro di Mamma Rosa che ormai scrive solo se la Lega le passa qualche soldino per l’inserto del mercoledì o se Giannino Petrucci vuole fare qualche dichiarazione di guerra nella quale deve comunque emergere la sua figura di leader storico e di presidente migliore della terra come senz’altro è. Peccato che lo dovrebbero dire gli altri e non lui. E peccato che gli ultimi risultati delle sue nazionali siano stati sovente un (mezzo) disastro. A parte quella di Gregor Fucka che ha vinto la scorsa estate la medaglia di bronzo agli Europei under 16 e quella di Angela Adamoli campionessa del mondo di 3 contro 3 a Manila nel 2018. Ebbene non ci crederete ma è proprio vero: sia Fucka che l’Adamoli sono stati sollevati dall’incarico e infatti non saranno loro a guidare rispettivamente l’Under 17 ai prossimi Mondiali di Sofia o le (tre) azzurre in India al torneo preolimpico di qualificazione ai Giochi di Tokyo. Perché? Vallo a sapere. Però, se non siete stupidi, non è difficile indovinarlo. E comunque di questo giallo la Gazzetta dello sport non ne parla, né mai se ne occuperà: scommettiamo? Come io del resto spudoratamente lo confesso: nemmeno sotto tortura vi dirò il nome del cittì che sostituirà Angela e Gregor perché poi è matematico che s’arrabbi e pensi che ce l’abbia con lui. E non è assolutamente così. Anzi. Però quando scoprirete sul tablet il nome dell’allenatore d’entrambe le nazionali non potrete che darmi ragione quando sostenevo che Giorgia Sottana non aveva torto a lamentarsi con Petrucci d’essere la capitana della squadra che a Palazzo è considerata meno di Cenerentola. Tornando a Mamma Rosa che oggi per l’appunto riposa e domani non metterà neanche il naso in edicola sotto casa, volevo segnalarle che la Fortitudo non ha vinto a Trieste come ha scritto nei risultati di pagina 27, ma le ha prese di santa ragione dalla squadra del mio Paisà, Eugenio Dalmasson, che si salverà: ne sono straconvinto. Mi spiace per lei e per i Tedeschi. Ai quali auguro comunque di cuore che nel 2020 le cose possano cambiare in meglio. Come a me. Anche se l’anno sarà bisesto e avrà tre venerdì 17 a gennaio, aprile e luglio. Nei quali farò come Mamma Rosa domani. Cioè starò ben tappato in casa. Come del resto ho fatto stasera. Io e la Tigre. Mandando insieme affanculo il 2019 che è stato davvero duro. Adesso invece vi spiego il motivo della foto che ho scelto per voi nella notte di San Silvestro mentre la Reyer festeggiava alla Misericordia con Luigi Brugnaro l’anno (vecchio) del suo secondo incredibile scudetto e Lorenzaccio Sani si metteva ai fornelli per una cena di pesce che avrebbe deliziato i suoi trenta invitati. Tra i quali Renatone Villalta e gentile consorte. Cin cin. Non posso bere, ma brindo con voi. Amici miei. C’è Milos Teodosic tra tre scarpette rosse che scarica un delizioso assist a Julian Gamble che andrà a schiacciare a due mani con la stessa prepotenza con la quale la Virtus ha sinora dominato il campionato. Che vincerà comunque Milano. Non illudetevi. Perché Messina non può perderlo dopo aver speso una quarantina di milioni. Per Teodosic non è da oggi che ho un debole. Forse perché mi ricorda Er Monnezza interpretato che era una meraviglia dal mitico Tomas Milian con la voce di Ferruccio Amendola. Mezzora alla mezzanotte. La Tigre s’è appisolata in salotto davanti alla televisione e non l’hanno svegliata neanche i primi mortaretti in strada. Mentre io davanti al pc penso e scrivo che mi spiace ma il buon Egidio Bianchi e la Lega dei Pinocchio non possono essere soddisfatti se per Segafredo-Armani su Raidue l’Auditel gli ha segnalato quasi due milioni di contatti quando poi la media degli ascolti è stata d’appena 445.000 spettatori. Difatti questo per me significa che un milione e mezzo d’italiani hanno buttato l’occhio sulla partitissima e si sono presto stufati cambiando quasi subito canale. Sbadigliando. Quindi c’è ben poco da stare allegri. Anzi. E’ caso mai molto preoccupante per una barca che sta affondando che neanche er Monnezza li abbia incuriositi nella stessa domenica pomeriggio in cui, bene o male, Mara Venier ha raccolto più di tre milioni di telespettatori e l’Arca di Noè due e mezzo su Canale 5. Senza contare, per non farsi troppo del male, che persino i Simpson su Italia 1 hanno avuto quasi il doppio degli ascolti della sfida sponsorizzata dai due club del basket più ricchi d’Italia. A domani per gli auguri e i fuochi d’artificio. Che adesso vado a letto. Con i tappi di cera nelle orecchie. Buona notte.