Perché Scariolo non parla d’aria rancida anche a Milano?

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Mi scuso con gli aficionados, come chiamava i suoi affezionati lettori l’immenso Gianni Clerici, per me più grande di Gianni Brera soprattutto nei modi e nell’ironia, ma mi sono addormentato ieri sera con la testa sulla tastiera del computer mentre vedevo gara 3 di finale tra Cantù e Scafati. E non perché la partita di A2 fosse stata soporifera. Anzi, era stata la più gradevole della serie sino al 59-60 quando i campani del Re dei pomodoro, Nello Longorbardi, senza Ed Daniel ko sono crollati sotto il peso di un break di 16-0 pilotato da Luca Vitali, il mio caro Superbone, e la partita è morta là: 79-68 per l’Acqua San Bernardo e un Matteo Da Ros (17) ritrovato dopo il fiasco di Frascati. Pardon, di Scafati. Suonate le campane: finalmente la Gazzetta ha dato oggi il risultato del duello rusticano di Desio. Al quale ha assistito Simone Giofrè, il premiatissimo direttore sportivo di Brindisi, il quale, durante l’intervallo, l’ha sparata davvero grossa: “Entrambe le squadre sarebbero meritevoli della serie A e pronte ad affrontarla con la metà di questi giocatori più l’innesto di qualche americano”. La metà dei giocatori? Sì e quali? Marco Cusin, il giovane 37enne pivot di Pordenone, Diego Monaldi, Stefan Nikolic ex Virtus o Giovanni Severini, Valerio Cucci, Lorenzo Bucarelli con tutto il rispetto per loro? E qualche americano? Come minimo quattro o cinque. E comunque meno male che Giofrè con queste idee ha rifiutato l’offerta della Reyer altrimenti avrebbe riportato in laguna Riccardo Visconti con l’aggiunta magari di Raphael Gaspardo e Alessandro Gentile. Così tanto per fare un favore a Frank Vitucci sull’orlo di una crisi di nervi. Piuttosto a Federico Casarin è stato offerto Amadeus Della Valle qualora non trovasse una collocazione in una squadra di EuroLega e questo sarebbe davvero un acquisto bomba oltre che geniale: l’mvp del campionato al posto di Stefano Tonut e Michele Vitali. Cosa ve ne pare? Costerebbe anche meno dei due partenti oro-granata. Sempre che Stefano sganci i duecentomila euro di buyout promessi che non si sono ancora visti a Venezia perché, in caso contrario, andrà a potare le rose nel giardino di Napoleone Brugnaro.

Sono il solito sbrodolone, tiratardi e lumacone. Mancano meno di un paio d’ore al salto a due tra Budino Mam Jaiteh e il super Kyle Hines con la Virtus già con le spalle al muro e non ho ancora messo mano, che dico?, allungato un dito sul primo scontro tra Segafredo e Armani che in verità ci ha un po’ schiarito le idee su come potrà finire questa comunque avvincente corsa scudetto che avrebbe meritato d’essere vista almeno su Raidue dal momento che alla stessa ora del match di palla nel cestino tanto disprezzato da Alessandra De Stefano, capo struttura della pizza napoletana con Saxa Rubra, il Tg2 Post Speciale Referendum ha registrato 441.000 telespettatori con un audience da morti fame. Ma cosa fanno Giovanni Malagò, Valentina Vezzali e Petrucci? Dormono come me dalla mattina alla sera? Mi risulta che Giannino sia invece in piedi già alle sei del mattino, alle sette abbia già letto la rassegna stampa, col mio pezzo sul blog per primo, ovviamente quando scrivo, e sia pronto per uscire e andare in chiesa come ha imparato a fare da Giulio Andreotti. Poi telefona ai direttori o ai capi redattori dei vari giornali amici ed è già l’ora di pranzo. Come me (quasi) quella della cena. E Malagò avrà anche i suoi cavoli amari con le Olimpiadi di Cortina in alto mare o, se preferite, che non decolleranno mai. Ma il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con la delega allo sport nel governo Mario Draghi, oltre a questa qualifica che mi ha fatto allungare il brodo di due righe, vuoi che non trovi il tempo per fare un salto da chi di dovere negli uffici di viale Mazzini e non gli faccia presente che esiste anche il basket nel Belpaese e che è il secondo sport di squadra nazionale piaccia o non piaccia. A me moltissimo. Molto più della pallavolo e di una nazionale che in Nation League ha fatto pena con la Francia non beccando palla (0-3) e nessuno ne ha fatto parola. Mentre domani vedrete i titoloni per il riscatto (3-1) con la Polonia tutta raffazzonata?

E’ vero: ci vendiamo male. I dirigenti della nostra serie A sono uno peggio dell’altro. Escludendone tre o quattro o al massimo cinque tra i quali senz’altro Luca Baraldi, Paolo Vazzoler e Alessandro Dalla Salda. E Umberto Gandini fa quello che può per mettere intanto d’accordo i 14 club litigiosi, seppur tutti insopportabilmente schierati con Messi(n)a e contro Baraldi, e poi per non perdere la santa pazienza. E comunque mi ha promesso che presto eliminerà tutti i compensi che la Lega ancora passa a quelli della Banda Osiris (per far poi cosa?). In più, appoggiandosi a Infront, un po’ di buone sponsorizzazioni le ha anche trovate, oltre agli audience di mercoledì alla Segafredo Arena che sono andati abbastanza bene sulle tivù che le hanno ospitate: 234.000 con punte oltre i 250.000 sulla derelitta Raisport e 99.000 su Eurosport 2 (canale 211 di Sky). Sì, quasi centomila, e non fate quelle facce! Perché su una pay-tv non sono numeri da buttare. Difatti sono state i più alti della serata per questa categoria di lusso, cioè a pagamento e non certo a prezzi stracciati, vedi i vergognosi ultimi aumenti di Dazn, e altresì nettamente superiori a quelli raccolti (15.000 a voler essere larghi di manica?) dalla terza finale Nba tra i Celtics e Golden State, vinta grazie a Dio dai verdi di Boston per 116-100. Un risultato che Davide Chinellato si è persino dimenticato di dare sul suo quotidiano in rosa preoccupato com’era, al pari di Ciccioblack Tranquillo, per l’infortunio (una botta da niente al piede sinistro) capitato a Steph Curry ad una manciata di minuti dalla fine di una partita già definitivamente compromessa per i Warrios che nel quarto periodo hanno segnato la miseria di 11 punti. Peggio della squadra dell’amico Marco Sodini senza soldini nel primo tempo di gara due nella patria dei pomodori in scatola, però in dieci minuti e non in dodici. A dimostrazione che gli allenatori contano poco quanto i loro giocatori, Curry o Da Ros, spadellano da non dire. Peggio dei quattro salti della Findus.

Sì, d’accordo, ma il titolo che ci avevi promesso su Facebook e che ci stuzzicava parecchio quale fine ha fatto? Potrebbero adesso  chiedermi gli aficionados che non sono pochi ed avrebbero ragione al cento per cento di lamentarsi, ma la Tigre mi sta chiamando per la cena, mi piace la minestrina in brodo bollente, anche se è quasi estate. Il titolo era? Ora ricordo: “Perché Don Gel Sergio Scariolo non parla d’aria rancida anche a Milano” come fece a Siena quando perse la finale scudetto con il Montepaschi di Simone Pianigiani? Non si è forse accorto che Ettore Messi(n)a ha già apparecchiato la tavola come voleva lui con gli arbitri e con un lavoro certosino ai fianchi del presidente federale che l’ha accontentato in tutto: da Citofonare LaMonica alle accuse gravi a Stefano Tedeschi, che Giannino Petrucci non ha difeso, sino all’allungamento della pensione per altri cinque anni di Roberto Begnis e Carmelo Paternicò che dirigerà tra poco gara 2 per lo scudetto. Abbiate pazienza, ma la Tigre ha già impugnato la scopa e devo sbrigarmi: altrimenti me la dà giù per la testa. Se ne riparla domani, va bene? Sarò di parola, magari rinunciando anche alla pennichella del sabato che è anche meglio di quella della domenica. E nel frattempo godetevi questa prepotente foto tra Er Monnezza Teodosic e super Hines, i migliori per me l’altra sera. Di certo però intanto Tolga Sahin deve farsi una bella visita oculista perché due rimesse in attacco assegnate all’Armani che erano invece nettamente a favore della Virtus le poteva anche vedere da un paio di metri o nemmeno. Così come l’arbitro ucraino, di cui non mi ricordo mai il nome, mi pare Ryzhyk ma mi potrei sempre anche sbagliare come con Edi Denbinski, o una cosa del genere, quei due blocchi irregolari sul povero Daniel Hackett li poteva anche fischiare. Per non dire dell’antisportivo di Niccolò Melli, che ha segato in due le braccia di Tornik’e Shengelia sotto canestro e che era almeno da andare a rivedere alla moviola. O forse mi sbaglio? Assolutamente non credo. Mentre mi sta crescendo un bel bitorzolo sulla zucca. Chissà mai chi me l’avrà fatto?