Perché Giannino non pensa ai cavoli suoi?

Ovviamente scherzavo quando ho chiesto l’altezza di Giannino Petrucci ai miei aficionados, come li chiama il grande Scriba, Gianni Clerici, al quale ho avuto l’onore qualche lustro fa di passare e titolare i pezzi di tennis sul Giorno di Angelo Rozzoni, che mi assunse, e di Guglielmo Zucconi, che mi diede nel 1983 centomila lire d’aumento. Pace all’anima loro. Dunque dicevo, prima di perdermi in quel dolce amarcord, ai tempi in cui stava nascendo la grande Milano delle due Coppe dei Campioni conquistate di fila, che scherzavo quando vi ho domandato l’altezza del presidente federale che conosco benissimo: è alto coi tacchi ben venti centimetri più del Nano ghiacciato, ma solo otto più di Dan Peterson se la matematica non è un opinione e il giorno in cui Giannino porta il tacco 12. La verità è che, come vi dicevo già ieri, non ho memoria negli ultimi trent’anni d’aver mai visto l’ex presidente del Coni in piedi: sta sempre seduto su qualche poltrona. E non ha la minima intenzione d’andare in pensione, anche se ha qualche anno più di me e a me, come ad Eleni, si diverte spesso a dare dei “rincoglioniti”. Okay, io sarò anche strabollito, più di Peterson e Markovski insieme, ma non mi sarebbe mai venuto in mente, se è vero quel che ha scritto oggi Francesco Volpe sul Corriere dello Sport, di telefonare a Stefano Domenicali, recentemente costretto alle dimissioni dalla Ferrari, offrendogli la presidenza della Lega pallacanestro di cui mi risulta che dal primo luglio sarà presidente Ferdinando Minucci con una sola enne e non due come scrive il collega romano. Ora, a parte tutto, e sforzandomi di fare la persona seria, anche mi sbaglierò ma Domenicali beccava dalla Rossa di Maranello quanto il povero Valentino Renzi si sognava (e si sogna) di prendere in dieci anni. Ovvero due milioni e 800 mila euro a stagione di Formula Uno. E poi l’avete mai visto voi il presidente Silvio Berlusconi scegliere l’allenatore dell’Inter e non pagarlo neanche lui? A me sembra una cosa molto patetica, ma anche, per dirla a modo di Giannino, poco etica e meno ancora poetica. Ma adesso vo in televisione. Con la promessa di riparlarne domani. E anche dopo. L’argomento mi pare stuzzicante assai. O no?