Anche un sorriso può fare rumore. Già e allora smettetela per favore di ridere: il presidente sta dormendo e non mi sembra proprio il caso di svegliarlo. Tanto più che non so bene per quale ragione, ma la serie A comincerà tra poco meno di un mese e quindi ci sarà tutto il tempo per domandare al nuovo signore della Lega quanto durerà ancora la sua lunga vacanza. Proprio tu parli, potreste rinfacciarmi, che ti sei sparato quasi due mesi di montagna? Verissimo, però non ho fatto neanche un’ora di spiaggia e sono bianco come un fantasma. In più è piovuto per tutta l’estate come neanche nella verde Irlanda ad autunno. Dove il cielo è un tappeto che corre veloce. Oh no, magnifica Fiorella Mannoia? Del resto se su Google cerchi “Marino basket” ecco quali risultati ottieni: pallacanestro Marino laziale, Tommaso Marino cestista di Siena dove ha vinto persino uno scudetto nel 2004 con Recalcati, il San Marino Titans e l’amico Marino Zanatta per il quale, non lo nascondo, ho sempre avuto una passione sfacciata e per questo colgo l’occasione per salutarlo con molto affetto. Di Fernando Marino non c’è invece traccia, o quasi, da quando il 13 giugno è stato eletto presidente della Lega dopo le dimissioni di Ferdinando Minucci e il dissenso di Ciglione Toti e Renatone Villalta. Ora non sono così in confidenza con il presidente (anche) di Brindisi da sapere dove sia stato e cosa abbia fatto in questi ultimi tre mesi. Magari nemmeno lui si è concesso manco un giorno di mare e, se anche alla presentazione del campionato, apparirà abbronzatissimo, non posso escludere che il colorito lo abbia preso sul lettino solare. “Tivù e nuova Lega: in due anni bisogna cambiare tutto”, aveva promesso il giorno dello scudetto di Milano anticipandone chissà come mai la conquista. Forse glielo aveva detto ad un orecchio Giannino Petrucci. Ai piedi del quale si è subito inginocchiato offrendogli eterna sottomissione. E comunque oggi è il 17 settembre e, a parte la sfortuna del numero, ho fatto anche qualche indagine in giro, ma mi pare che nella nostra pallacanestro non sia ancora cambiato un bel nulla se non che è sparita dalle pagine di sport dei giornali politici e dalle televisioni che contano. In più nel frattempo Livido Proli non è più presidente di Milano, Fassotuttomi Brugnaro è impegnatissimo a raccogliere consensi per diventare sindaco di Venezia e la Reyer perde di un trentello in casa con l’Olympiacos, Siena è sparita (o quasi) dalla faccia della terra e nessuno ha fatto nulla per salvarla, ad Avellino è tutta una comica e a Roma pure. Per trasferirsi infatti al Palaottomotica dell’Eur il buon Ciglione aveva chiesto ai suoi tifosi la sottoscrizione di almeno 2.400 tessere. Ebbene sembra che gli abbonamenti dopo quattro settimane non siano stati nemmeno quattrocento. Cioè quanti ne potrei trovare anch’io nella capitale bussando porta a porta se solo Toti me lo avesse chiesto e mi avesse offerto mezza pensione a Trastevere piuttosto che in uno dei suoi lussuosi hotel. Né sta meglio l’altra Virtus, quella di Bologna, se Fratel Arrigoni ha dovuto mettere insieme una squadra con meno di mezzo milione di euro e Renatone poi deve anche render conto ai tifosi se la Granarolo con le pezze sui gomiti perde di 46, non un punto in più e non uno in meno, a Cremona. Sia chiaro: abbiamo concesso al lupetto di Rignano sull’Arno mille giorni per fare tre o quattro riforme e non abbiamo pazienza d’aspettare la seconda settimana del prossimo mese perché Fernando Marino ci dica quanti sponsor e quante tivù ha portato nel basket in questi cento giorni nei quali s’è fatto in quattro anche come responsabile marketing? Sperando che lo sponsor della serie A non sia il Monte dei Pegni di Trebaseleghe e la tivù quella di Michele Criscitiello che non naviga nell’oro se ai suoi ospiti in studio non offre neanche un gettone di presenza. Nemmeno se vengono da Trieste. O da Pesaro. Perché allora non credo che ci volesse per questo una laurea in economia a Cambridge.