La sorpresa di Natale: un nuovo sponsor per la serie A

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Non vedevo francamente l’ora che la Reyer perdesse. E non perché sono un mestrino che nel derby tra Venezia e Treviso non sapeva per chi tifare. Ma semplicemente perché sul carro orogranata sino ad appena un mese fa si stava di un comodo ma di un comodo che Walter De Raffaele, Alberto Billio e io avremmo anche potuto tranquillamente giocare a tressette col morto senza che nessuno intorno ci disturbasse. Dopo invece che domenica la Reyer ha battuto l’imbattibile Armata di Armani, stabilendo il record delle decima vittoria di fila tra campionato e Champions, c’era talmente tanta gente, che voleva saltare sul carro, che quasi quasi ero stato tentato di scendere non riuscendo più a sopportare quel terribile odore d’ascelle sotto al naso e i gomiti dei più esagitati sullo stomaco. Lo so: così vanno le cose nel basket del Belpaese. Un giorno sei cacca e il giorno dopo sei un dio. O viceversa. Basta vedere quel che è potuto succedere nella dolce Cremona. Dove Vanoli quest’estate aveva pregato Pancotto in ginocchio di restare. Ricordandogli che gli uomini hanno una parola sola e che quindi, se Cesarone non avesse rispettato il contratto per un’altra stagione, non si sarebbe comportato da signore. Quale invece è l’allenatore di Porto San Giorgio che ha guidato l’anno scorso Cremona ad uno storico quarto posto nella regular season. Pancotto è allora rimasto. Nonostante le offerte da mezza Italia non gli mancassero e gli facesse soprattutto gola d’avvicinarsi a casa sistemandosi a Pesaro. Ebbene, mondo cane, il mio Pan d’oro non mangerà neanche il panettone della Vanoli. Con la quale per me sarebbe anche potuto retrocedere e tentare poi subito la risalita. Tanto più che nella prossima A2 saranno due le squadre promosse nella massima serie. Del resto Pancotto è un fior d’allenatore, Aldo Vanoli ci avrebbe fatto una gran bella figura e nessuno avrebbe potuto dire che i padroni del vapore sono in fondo tutti eguali: uno peggio dell’altro. E non aggiungo ingrati perché coi loro soldi possono fare quello che vogliono. Anche buttarli dal balcone dell’azienda di famiglia (e di ferramenta) di Soncino. Ma dicevo di Venezia che martedì è stata travolta in Turchia dal Pinar. Dove ha perso di quaranta punti. Che non sono pochi, ma neanche una tragedia. Dal momento che il passaggio del turno non è a rischio. E almeno adesso sul carro dei vincitori stiamo di nuovo molto più larghi. Solo una cosa non ho capito: perché De Raffaele si è portato dietro nel lungo viaggio Stefano Tonut. Che è con la schiena malconcia e non ha giocato neanche un secondo. Me lo spiegherà domani. Intanto gli confermo che d’ora in avanti lo chiamerò simpaticamente Ray-Ban. Anche se porta gli occhiali da sole per proteggersi dalla luce, che gli fa venire dei mal di testa della madonna, e se ho il sospetto che la marca da lui scelta, spero di no ma credo proprio, sia l’Armani. Massì. Proviamo a riderci sopra. E lo facciamo insieme. Tanto per piangere c’è sempre tempo. Francesco Sabatini, che è il presidente onorario dell’Accademia della Crusca, ha dichiarato che non è poi un dramma se si sbagliano i congiuntivi. C’è molto di peggio. E così Ciccioblack Tranquillo potrà continuare a scrivere tranquillamente tutti i libri che vuole. Mentre a So-na-lagna Soragna magari la prossima volta spiego anche cos’è l’Accademia della Crusca. Adesso vado di fretta e devo ancora smazzare un paio di storie carine. Come quella di Dmitry Gerasimenko che da quasi un mese non si vede dalle parti di Cantù e tutti erano infatti seriamente preoccupati. L’hanno beccato ieri a Cipro. Da cui non si può muovere perché gli hanno ritirato il passaporto. E comunque vi domando: potrà anche il patron ucraino andare in vacanza dove più gli pare e piace o deve ogni volta chiedere l’autorizzazione ai tifosi della Red October? Che poi giri la voce che l’abbiano pure arrestato al momento dello sbarco nell’isola, perché inserito dall’Interpol nella lista dei ricercati, e poi rilasciato su cauzione, mi sembra un po’ come voler cercare sempre il pelo nell’uovo di quel buon uomo grande, grosso e generoso. Semmai mi dovrei io arrabbiare che nessuno mi racconta più le cose. Per esempio che la Lega ha finalmente trovato un mini sponsor: PosteMobile. Ma come? Mi dite che non lo sanno ancora neanche le sedici società di serie A. E allora sinceramente mi spiace d’aver rovinato la loro cena di Natale domani sera a Roma. Dove riceveranno questo piccolo regalo che adesso, e solo per colpa mia, non sarà più neanche una sorpresa. Infine sabato mattina all’Holiday Inn della Magliana ci sarà la grande festa organizzata in onore di Giannino Petrucci che sarà per acclamazione rieletto presidente del carrozzone federale. E nessuno mi ha invitato. Neanche il segretario generale Maurizio Bertea o il vicepresidente Gaetano Laguardia che sono amici mieiE questa, mi spiace, ma non passa. Come avrebbe tuonato l’Avvocato Porelli. E dunque se ne riparla.