E ora Milano non deve far altro che prendere Teodosic

teo

Oggi non scrivo: mi spiace, ma è il diciassette. A meno che l’Armani non avesse vinto ad Istanbul con il Galatasaray. Altrimenti avrei dovuto ancora discutere del sesso degli angeli o dell’uovo e la gallina: chi è nato prima? Detto in rima. Questo mi ero riproposto ieri. Perché un cicinin superstizioso anche lo sono. Come tutti del resto. Anche Papa Francesco. Difatti non credo a quelli che dicono: io non credo a queste cose. E intanto si toccano. Ma poi stamattina ho cambiato idea. Anche se non era difficile prevedere che Milano avrebbe perso di nuovo. Stavolta però non di molti punti: due o tre, ma cambia poco. Anzi niente. Sta di fatto che non è neanche Natale e l’Armata EA7 è fuori dai playoff d’Eurolega. A meno di un miracolo. E quindi forse sarà il caso che il Livido Proli già ammetta, e non sarebbe scandaloso, perché tutti al mondo si può sbagliare, che sbarazzarsi di Alessandro Gentile è stata una terribile monata. Come ormai si dice non solo dalle mie parti. E che magari avrebbe fatto molto prima a mandare via Gelsomino Repesa. Che avrà anche un altro anno e mezzo di contratto, come, se è per questo, pure il figlio di Nando e Maria Vittoria, ma quanto meno non costa i due milioni e mezzo d’euro puliti che comunque Giorgio Pantalone dovrà scucire da qui a giugno 2018 al neo gioiello del Panathinaikos. Che invece è sesto nella classifica d’Eurolega dopo il successo sul Fenerbahce di Obradovic. Che non è più il santone di un tempo. Come Hugo Sconochini aveva letto un paio di mesi fa nella sua sfera magica. E quindi, vi piaccia o non vi piaccia, Ale Gentile sarà al 90 per cento l’unica scarpetta rossa che giocherà uno dei quattro playoff di primavera e magari a metà maggio anche le final four di Istanbul. Il che sarebbe il colmo del colmo. E farebbe pure ridere. Per non piangere. Ma adesso? Sento dire in giro che l’Armani sta cercando un lungo al posto di Raduljica e persino un nuovo allenatore. Ma spero che siano solo sciocchezze sparate nella delusione del momento. Infatti per riconquistare lo scudetto il barbone serbo va benissimo e un traghettatore sulla panchina non servirebbe ora a niente. A meno che questo non sia Carlo ReCalcati. Piuttosto Proli cominci già a pensare alla prossima stagione. Nella quale non si dimentichi che Giorgio Armani gli ha chiesto di vincere l’Eurolega. E quindi, almeno per provarci, la prima cosa che ha da fare è allungare le mani su Milos Teodosic che è in scadenza di contratto e il Cska di Mosca non glielo ha ancora rinnovato. Il fuoriclasse serbo è l’asso nella manica che davvero potrebbe cambiare le carte in tavola. Altro che Cinciarini e Fontecchio che, come Abass e Pascolo, anche ieri sera non hanno messo il naso sul parquet. A conferma che gli italiani a Milano sono molto utili per il campionato, ma in Europa non spostano di una virgola i valori. Teodosic saprebbe invece trovare il modo per innescare Raduljica come ci è meravigliosamente già riuscito nell’ultima Olimpiade. Nella quale la Serbia di Sasha Djordjevic ha vinto la medaglia d’argento. Poi il resto verrà da solo. Col tempo. A giugno Repesa saluterà comunque l’Olimpia con due scudetti e una bella liquidazione. Mentre Proli si sarà intanto guardato attorno e avrà senz’altro trovato il sostituto di Gelsomino. Se dovessi suggerirgli un nome, direi Boscia Tanjevic in gran spolvero. Col quale si è visto ieri a Roma, ma non è stato un incontro segreto e neanche programmato: semplicemente Giannino Petrucci si è acclamato pontefice massimo della parrocchietta del nostro basket e nessuno a corte ha voluto perdersi lo spettacolo dell’elezione più grottesca e bulgara della storia del mondo. Caso mai tutti hanno notato che sempre appiccicato al presidente dell’Armani c’era Federico Casarin come Ulisse e l’ombra di quel famoso Carosello. Onde per cui, siccome il Livido sta pure cercando un alter ego al posto di Lupo de’ Lupis Portaluppi, in molti hanno pensato che l’abbia trovato nel mio caro Pesciolino rosso. Ma non è così. Perché mai e poi mai il presidente della Reyer si staccherà da Napoleone Brugnaro e meno che meno Proli potrà mai fare un torto del genere all’amico sindaco di Venezia. Il futuro direttore tecnico dell’Armani si potrebbe invece individuare benissimo in Ario Costa, detto Wimbledon, al quale Pesaro è forse diventata un po’ stretta. Specie se dovesse retrocedere. Ma non c’è fretta. Solo per Teodosic infatti varrebbe la pena adesso di correre a Mosca e coi soldi in mano di strapparlo subito al Cska per il tripudio di tutti i tifosi di Milano. Mentre non so se le società di serie A siano contente dei circa 38 mila euro a testa (per tre anni) che prenderanno dal nuovo title sponsor PosteMobile. Lo sarà semmai la Gazzetta di C10H16O. Che così mi potrà copiare anche questa notizia e raccontare domani di non aver preso un altro buco.