Mi spiace ma ci sono i Mondiali di tiro con l’arco a Cortina

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Bisognerebbe sempre prima riflettere di quel che andremo a dire e così due volte su tre poi ci morderemmo la lingua. Per fare lo spiritoso ad esempio nei giorni scorsi mi ero chiesto se Matteo Salvini, visto che era a Pinzolo in vacanza, non avesse per caso fatto un salto al vicino palasport di Carisolo, dove si allenavano gli azzurri del basket, pur sapendo benissimo che un uomo ormai così importante nel nostro povero Paese non aveva tempo da perdere con MaraMeo Sacchetti e i suoi giganti. Vent’anni fa non sarebbe stata la stessa cosa e avrei magari pagato per assistere non so, m’invento, a un incontro tra Romano Prodi, allora presidente del Consiglio dei ministri prima di Massimo D’Alema, e Boscia Tanjevic, allora cittì di una nazionale che tutti conoscevano e che di lì a pochi mesi sarebbe diventata campione d’Europa dopo che il capriccioso Fausto Bertinotti aveva negato l’appoggio esterno di Rifondazione Comunista al governo. Era l’Italia di Meneghin, Basile, Fucka, Myers e De Pol che lasciava a casa Nando Gentile e Gianmarco Pozzecco. Perché Boscia non voleva avere figli e rompicoglioni tra i piedi. Mentre questa senza Belinelli e Gallinari non si sa nemmeno quale faccia abbia e di che madre sia se anche Daniel Hackett, Alessandro Gentile e Amadeus Della Valle hanno per una ragione o un’altra pensato bene di disconoscerla girandole le spalle. Ebbene avrei fatto molto meglio anch’io a star zitto dal momento che Matteo Salvini è sceso dai monti del Trentino per assistere alla Mostra di Venezia e cenare mercoledì sera sulla Terrazza della Biennale assieme a sua morosa, Elisa Isoardi, molto audace nella mise quasi come quella esagerata di Diletta Leotta al San Paolo di Napoli: gambe al vento, spacco esagerato e tacchi a spillo più alti di Lorenzo Insigne. Poi Elisa è filata a nanna, mentre lui è andato di nuovo a cena, stavolta all’Excelsior. Ma quanto magna ’sto Matteo? “Più di un porseo” ha commentato un gondoliere del Lido. E lo si ben vede dalla pancia. Quando Carletto Ancelotti era alla Juve e perse due scudetti di fila con la Lazio nel 2000 e con la Roma l’anno successivo, aveva lo stesso faccione di Salvini e gli ultras della curva bianconera gli urlavano impietosi ogni domenica: “Un maiale non può allenare”. Sotto il tendone del festival è stata invece solo un’entusiasmante passerella per il viceleader del nuovo governo populista come non succedeva nemmeno nel Ventennio quando – mi raccontava mia nonna – le giovani spose sporgevano i loro pargoli oltre le transenne perché il Duce passando si fermasse e li baciasse sulla fronte. “Bravo, avanti così: sei la nostra salvezza” gli gridava la folla in delirio con la contessa Marina Cicogna in prima fila. “Ministro, possiamo farci un selfie insieme: la stimo molto, lei è un uomo straordinario”. Una scena disgustosa. Peccato che anche mia figlia l’altra sera si sia fatta fotografare accanto a Salvini e così, rosso almeno io per la vergogna, non ho trovato nemmeno il coraggio di domandarle: “Ma puzza più lui o un maiale?”. E comunque tutto questo mi è servito di lezione per insegnarmi che alla mia veneranda età non posso più sparare la prima cosa che mi salta in testa. Anche se il mio Scacciapensieri avrebbe la pretesa d’essere un tormentone di satira sportiva e pure politica contro il logorio della vita moderna. Come diceva Ernesto Calindri nel Carosello dell’aperitivo Cynar mentre sorseggiava l’amaro seduto al tavolino e non si curava delle macchine che gli sfrecciavano accanto nell’ora di punta del traffico a Milano. Difatti mi sono messo il cuore in pace e nel prossimo fine settimana non parteciperò alla Convention della Banda Osiris del leader massimo Ciccioblack Tranquillo. Nonostante avessi già ottenuto un mutuo dalla banca e Napoleone Brugnaro, che si è svenato per trattenere capitan Ress alla Reyer, mi volesse comunque prestare i soldi per il viaggio in pullman d’andata e ritorno e il soggiorno per un paio di notte in un ostello dalle parti di San Siro. Grazie mille, ma a Cortina d’Ampezzo sono in programma dal 4 al 9 settembre i campionati mondiali di tiro con l’arco di campagna (per la tipologia 24+24) che non ho nemmeno la più pallida idea di cosa possano essere e proprio per questo m’intrigano da matti e li seguirò per raccontarveli. Dettagliatamente e appassionatamente. Tra prati e boschi. Mentre la pallacanestro è sempre lì: in castigo.