Il postino suona sempre due volte al campanello della Lega

Voi ridete. A me invece viene da piangere. E lo dico sul serio. Non per scherzo. Ma come? Vi racconto che Nando Marino, dal primo luglio presidente di Lega e da due giorni riconfermato presidente di Brindisi, già sapeva quale sarebbe stato l’esito della settima finale tra Milano e Siena almeno quattro ore e mezza prima dell’inizio dell’ultima partita decisiva per lo scudetto e voi, invece di domandarmi come minimo: “Ma a lui chi l’ha detto?” o, peggio ancora, “Ma come faceva a saperlo?”, vi perdete in un bicchier d’acqua per gonfiare il vostro piccolo ego e liquidate tutta la faccenda con la più scontata delle frasi di questo mondo: “Quando ho letto i nomi dei tre arbitri designati a dirigere gara 7 del Forum anche lo scemo del villaggio avrebbe capito come sarebbe andata a finire e cioè che avrebbe vinto lo scudetto Milano perché così era stato deciso ai piani alti del Palazzo”. Ora anch’io, se non altro per rispetto alla verità dei fatti, quando mi hanno informato che il famoso Citofonare LaMonica sarebbe stato uno dei tre fischietti sorteggiati (si fa per dire) non ho neanche voluto sapere chi fossero gli altri due, se non sbaglio il chiacchieratissimo Paternicò e un tale Lanzarini da Bologna, ex play pippa del San Mamolo, e ho subito telefonato ai miei amici di Siena per convincerli a mettersi già l’animo in pace e quindi a rinunciare al lungo viaggio dell’indomani al Forum. Ma non per questo adesso mi sento Pico della Mirandola e nemmeno mi sogno d’essere un figlio illegittimo di Albert Einstein. Così come è vero che a me piace scherzare e prendere per il fondelli il prossimo affondando mani e piedi nell’ironia e nel sarcasmo che sono i miei inseparabili compagni di viaggio. Però stavolta mi avete profondamente deluso e mi avete fatto proprio arrabbiare di brutto. Tanto che ieri mi sono preso un giorno di vacanza e nemmeno vi confesso dove sono stato. Anche se muoio dalla voglia di dirvelo e voi diventate matti dalla curiosità di saperlo. Ma come? Per una volta che faccio la persona seria e vi regalo una notizia certa al mille per mille, non ve ne accorgete e vi mettete anzi a ridere alle mie spalle, mentre io piango per avervi messo in mano una bomba atomica che invece non vi ha fatto né caldo né freddo? Manco un brivido o un solletico. O forse non mi ero spiegato bene e allora è proprio il caso che vi racconti di nuovo, anche nei minimi dettagli, come sono andate le cose sperando che stavolta anche il più stupido dei miei aficionados possa cogliere la gravità del (mis)fatto. Sono le ore 16.40 del pomeriggio del 27 giugno quando un sito di basket che va per la maggiore se ne esce a quattro ore e 35 minuti dall’inizio della settima finale arbitrata dai signori Lamonica, Paternicò e un terzo fischietto di cui non ricordo più neanche la faccia, riprendendo un’intervista a Nando Marino che si conclude con queste precise parole del futuro presidente della Lega di lì a poco più di tre giorni: “A Milano i complimenti per essere tornata sul gradino più alto del podio dopo tanti anni di assenza”. Allucinante. Va bene che Giannino Petrucci quel venerdì portava le scarpe firmate Armani e che non ci fosse un cane nei palazzi di potere che s’augurasse che vincesse lo scudetto Siena, cioè un club destinato a fallire nell’arco di neanche due settimane. Di sicuro però non sarebbe male se qualche federale infilasse il naso in questa brutta vicenda e facesse almeno un po’ di chiarezza. Anche perché il postino ha già suonato due volte. E la terza potrebbe essere assai peggio.