Doveva piovere a dirotto: avevano previsto. Ma per fortuna si sono sbagliati. Come purtroppo capita sempre più spesso nel Paese del Grillo parlante e del Di Maio in peggio. E così siamo andati lo stesso nel bosco. Che non era bagnato. Un ferragosto simile a tanti altri. Stavolta non lontano dalla malga. Sulla strada che sale al Giau. Infilandoci nel sentiero che costeggia il torrente dove metteremo in fresca le birre e l’anguria. Mangeremo la frittatina nel panino e non faremo il fuoco perché è severamente proibito. Mentre penserò per forza di cose all’uovo fritto su un letto di porcini, e pastellato nella fonduta, che la sera prima hanno proposto a mia figlia in quel tabià di Cortina che vi consiglio accuratamente d’evitare e del quale, se mi telefonate e proprio insistete, magari vi faccio anche il nome, ma non dite che sono stato io: qui s’incendiano per molto meno e non dimenticano. Preferisco il caffè di moka che nel thermos si è mantenuto caldo e che nessuno al mondo fa meglio della Tigre. O forse sono soltanto ancora ubriaco per gli auguri del 13 agosto. Grazie mille. Anche se ne ho ricevuti un sacco più di mille e non a tutti ho potuto rispondere perché quella zoccola di Alice me lo impedisce da ormai due mesi e mezzo. La strozzerei. Governo ladro e pure sciacallo che adesso ha nel mirino i Benetton dipinti da Marco Travaglio come “noti imprenditori a pelo lungo passati dal tosare le pecore al tosare gli italiani”. Poveretti. Al punto da indurre Alessandro, lo sportivone della famiglia, meglio conosciuto come il marito di Deborah Compagnoni, a non trascurare l’ipotesi di dare a breve le dimissioni da presidente della Fondazione Cortina 2021. Che è quella che dovrebbe tenere in piedi i fantascientifici Mondiali di sci in programma tra tre inverni. Perché il Fatto Cuotidiano un giorno potrebbe sempre rinfacciargli d’aver pensato più alle piste di neve che alle strade sotto le montagne che franano. E sarebbe un altro disastro annunciato. Come a Genova. Trentotto euro per un solo uovo che credo fosse di gallina e non di Colombo o di dinosauro. Per mia fortuna non sopporto il formaggio, a parte la mozzarella nella pizza, e non apprezzo la nouvelle cuisine soprattutto quella pretenziosa che ti spedisce a letto senza cena sognando una prosciutto e funghi. Però il letto era di porcini. Che comunque non costano come il tartufo d’Alba e si possono ben comprare in piazzetta da Bulgheri a 28-30 euro al chilo. Lo struscio in Corso Italia era sino all’altro ferragosto terra di conquista dei berluscones che prendevano d’assalto i negozi intorno al campanile dei Santi Filippo e Giacomo. E fingevano di spendere e spandere. Ora è dei pentastellati in cachemire e col Fatto Cuotidiano sotto braccio. Che mettono il becco dovunque e sono convinti d’essere solo loro dalla parte del giusto. E s’inventano persino d’avere in tasca il biglietto della prima di Ronaldo domani a Verona. Perché è questo oggi che fa figo. Come il loro disco dell’estate è “Se potessi avere mille euro al mese” scopiazzato da una canzone di successo d’ottanta anni fa. Quando tutti gli italiani erano fascisti e dicevano di non esserlo. E comunque oggi ancora lo negherebbero. Come Beppe Grillo con la Gronda. Comico e bugiardo. In eterno.