Chi è che ha fatto questa Milano? Forse Babbo Natale?

babbo

Il postino suona sempre due volte. Per forza. Al primo drin del campanello mi stavo facendo la barba e avevo tutta la schiuma sulla faccia. Però, se avessi saputo che mi stava recapitando una multa salata da Equitalia, avrei lasciato il postino attaccato tutto il giorno al campanello e avrei continuato a radermi beato cantando le canzoni più sciocche di questa terra. La Grande Armata di Armani ha battuto due volte di fila la fragile GrissinBon. Per forza. A detta di tutti Repesa ha la squadra più ricca e nettamente più forte d’Italia. Eppure ha perso martedì la terza sfida tricolore a Reggio Emilia. Ed è suonato il primo campanello d’allarme. In verità, se fossi in voi, non smonterei in fretta e furia dal carro dei vincitori sul quale siete faticosamente saliti facendo a gomitate: tanto lo scudetto l’EA7 lo conquisterà lo stesso, ma neanche fischietterei la Cavalcata delle Valchirie e nemmeno darei le zollette di zucchero ai cavalli da tiro di Milano. Né m’accontenterei che il Gelsomino piangente dica: “capita anche nelle migliori famiglie” e che su Alessandro Gentile e Rakim Sanders non si esprima. Perché è già capitato troppe volte quest’anno. O perché magari Gentile e Sanders gli hanno pur sempre fatto vincere gara 1 e 2 al Forum di Assago. O perché vorremmo sapere da lui tante altre cose. Per esempio chi ha costruito questa squadra che è costata l’occhio della testa e che non è di certo la Juve dei canestri se ha raccolto brutte figure un po’ dappertutto? Da Trento a Capo d’Orlando. Da settembre a oggi. Lupetto Portaluppi non c’entra: è stato presto esautorato. Era presidente, adesso è giemme, e potrebbe ancora scendere di un gradino, visto che al fianco di Repesa è stato recentemente visto Roberto Breviglieri, ex assistente del croato ai tempi della Fortitudo, che sarà presto presentato come il capo degli scout delle scarpette rosse all’estero. Ma perché le notizie a Mamma Rosa, anche sull’Emporio che ha a due passi da casa, dietro l’angolo, le deve sempre dare questo picio di un veneziano che non si becca poi neanche un grazie? Però il lupetto non si occupa più di mercato da un pezzo dopo che Livi(d)o Proli lo ha accusato, attraverso il suo Arlecchino, servo di due padroni, d’aver sbagliato tutti gli acquisti quand’era sottobraccio a Luca Banchi e da lui si faceva guidare nella scelta dei giocatori. Non era proprio così, ma non importa. Giorgio Armani non sa riconoscere una guardia da un quattro e non deve nemmeno seguire le partite d’Eurolega in televisione perché se avesse visto giocare non dico il Cska Mosca del greco Itoudis o il Fenerbahce dell’odioso Obradovic, ma anche solo il Bamberg di Gas Gas Trinchieri o il Baskonia di Velimir Perasovic, avrebbe chiesto ai suoi più stretti collaboratori: “Ma quanti soldi hanno speso quei due club? Molti meno di noi? E allora perché non ci prendiamo uno di quei due allenatori e non facciamo tornare indietro CamoMelli e Bourousis? Ce l’ha forse proibito il dottore?”. Lo stesso Proli ha sempre onestamente dichiarato di capirne poco di basket-mercato, però in barca al largo della Sardegna c’è stato l’estate scorsa con Gigi Datome e gli ha pure fatto una corte spietata, ma se poi gli ha offerto la metà dei soldi che il Fenerbahce aveva già messo sotto il naso dell’azzurro, non ci si deve stupire se Datome gli ha detto: “Bella barca, dottore” ed è volato a Istanbul. Anche questa storiella, come altre su Milano, sono sicuro che l’Arlecchino di Mamma Rosa ce l’ha nel cassetto, ma tocca sempre a me tirarle fuori e così Proli magari s’arrabbia con me e mai con lui. E diventa livido da morire. E comunque la Gazzetta mi può continuare a copiare finché vuole: ormai ci ho fatto il callo. Difatti di Sanders o prossimamente di Abass a Milano, o di Fontecchio e McGee alla Reyer, chi l’ha scritto per primo? Babbo Natale? In più vi assicuro che di notizie ne ho ancora una gerla piena, però d’ora in avanti Mamma rosa me le pagherà ad una ad una se mi scrive un’altra bufala come quella di Ragland a Reggio Emilia. Altrimenti faccio anche la figura del mona, oltre che del picio, e questo, vi assicuro, dalle mie parti non è bello. Anzi. Mentre ho il sospetto, ad essere onesto sino in fondo, che il mercato di Milano l’abbia alla fin fine fatto proprio Gelsomino Repesa. E allora sarebbe il colmo (dei colmi). Perché con quello della scorsa estate senza Kalnietis, Sanders e Batista  non sarebbe neanche arrivato in finale e con quello di quest’inverno ha tra le mani tante di quelle doppie che può anche completare due album di figurine Panini, ma poi mi va in tilt nei cambi e una volta su tre perde persino con una GrissinBon ai minimi termini. A stasera. Sperando che sia di nuovo soprattutto una questione di cuore e non di muscoli.