Almeno Mamma Rosa lo sa che oggi c’è Treviso-Venezia?

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Alle sei ero già sveglio. Sveglio più di un grillo e difatti non ho più preso sonno. Poco male. Anzi. Invecchiando capisci che dormire è tempo perso. Se poi stai combattendo il tumore, lo comprendi ancora meglio. Attratto dal titolo, mi sta appassionando la lettura (a sorsi) di “Il culo non esiste solo per andare di corpo” che, dico la verità, clamorosamente sbagliandomi, pensavo fosse una raccolta satirica d’aforismi dalla quale pescare nuovi modi di dire parecchio ghiotti. E’ invece una curiosa antologia greca e latina di testi classici e inediti come la Fantozziade di Omero o i carmi oraziani rivisti e corretti. Di qui l’ode a Noemi. “Fulgidas mirare nates Noemis et nega, si vis, opus, esse divom: non modo ad faeces datur exituras scilicet anus”. Traduco. Altrimenti faccio come Giulia Cicchiné (Eurosport) che intervista in un ottimo inglese Austin Daye, mvp di UmanaAcqua San Bernardo di domenica scorsa, e poi non ci dice in italiano cosa le ha risposto il figliol prodigo del grande Darren. “Guarda le fulgide chiappe di Noemi e nega pure, se credi, che siano opera divina: è evidente che il culo non esiste solo per andare di corpo”. Ma serve anche per vincere le partite. Come succede spesso e volentieri a MaraMeo Sacchetti e a Poz Prozzecco. Alle sette e un quarto mi hanno infilato i giornali sotto al portone e allora ho riposto sul comodino il divertente e geniale libretto di Alvaro Rissa, il poeta di Ecce Bombo, al secolo Cristiano Gentili, per saperne smaniosamente subito di più da Mamma Rosa del derby sold out del Palaverde che la cara dottoressa di radioterapia mi ha straordinariamente concesso d’andare a vedere stasera dal vivo e non dal video. Il che è molto differente. A meno che i commenti non siano quelli di Niccolò Trigari e Andrea Meneghin e allora la partita te la puoi magari anche gustare davanti alla tivù perdendoti i contorni e l’atmosfera dell’evento. In tutti gli altri casi invece o te la raccontano, e te la condiscono, come vogliono oppure te la urlano nelle orecchie come Ciccioblack Tranquillo e i suoi sottopancia e quindi devi per forza di cose rinunciare pure al sonoro come nei film a cavallo delle due guerre mondiali dopo le tre puniche. Ebbene la Gazzetta ha dedicato stamane alla pallacanestro, e in particolare alla sfida tra la De’Longhi e la Reyer, tanto di quello spazio che alle dieci e mezza ero stremato e non avevo ancora finito di leggere tutto. In verità che Treviso-Venezia si giochi tra tre ore (alle 20.45) lo si evince solo dall’ultima delle quattro righe di sommario del pezzuncolo dal titolo “Oggi tre anticipi: Virtus imbattuta, Varese ci prova” che l’autore, il buon Vincenzo Di Schiavi, avrebbe fatto una più bella figura a non firmare. Infatti Mamma Rosa si è persino dimenticata di scrivere i nomi dei tre fischietti che dirigeranno il derby che torna in scena dopo sei anni e mezzo e che saranno – ve li suggerisco io – Saverio Lanzarini, Guido Di Francesco e Mauro Belfiore. Dei quali nessuno è uscito dal sindacato degli arbitri unendosi ai tredici ribelli (più Sahin) del partito di Cerebuch e questo è molto importante perché almeno sull’uniformità dei giudizi soprattutto sui falli antisportivi non ci dovrebbero essere problemi di sorta. Così come la foto che ho rubato al Gazzettino del 29 aprile 2012 (Umana-Benetton 61-72) testimonia come siano cambiati i tempi: allora la curva oro-granata del Palaverde snobbava gli scudetti di Treviso mentre oggi lo farà quella dei risorti biancocelesti (e non più verdi) davanti al sindaco fucsia di Venezia due volte campione d’Italia nelle ultime tre stagioni.