Se l’Allegri se ne va, anche un po’ mi dispiacerebbe

 

 

allegri

E se il Conte Antonio tornasse alla Juve? E’ scontato: ne sarei felice. Ma è difficile. Lasciando che siano gli altri, santoni e filistei, a parlare semmai di minestra riscaldata. Pare infatti che il Conte Max Allegri possa a giugno anche andarsene. E magari non mi crederete, ma la cosa un cicinin anche mi dispiace(rebbe). Pur continuando a maledire il suo ostinato e perdente 4-3-1-2 che ogni tanto rispolvera. Come venerdì a Bologna: 0-0 e manco un tiro in porta. Del ritorno di Conte si bisbiglia comunque da tempo nei corridoi della Stampa. Però ovviamente nessuno trova poi il coraggio a due mani di scriverlo. O al massimo qualcuno lo domanda a Beppe Marotta. Che è un po’ come chiederlo a un muro di gomma che ti respinge senza farti del male. Cambiano i direttori, da Mario Calabresi a Maurizio Molinari, ma la Stampa è pur sempre il giornale della famiglia Agnelli. Della quale meno se ne parla e meglio è. Specie di questi tempi. O forse ultimamente avete letto qualcosa sul quotidiano torinese del nuovo travolgente amore tra Andrea Agnelli e Deniz Akalin? Compro La Stampa da quasi dieci anni. Da quando cioè la Juve è stata sbattuta in serie B anche per sollecitazione delle gazzette sportive e non ne ho ancora capito il motivo. Probabilmente vinceva troppo. Come questa. Prima con Antonio Conte e ora con Allegri. E dava molto fastidio. Soprattutto alla Beneamata di Moratti e della Gazzetta. Che non vinceva mai niente. E comunque non mi è stata certo d’aiuto la Stampa per saperne qualcosa di più della bella fotomodella turca che dalla partita di Coppa Italia del 27 gennaio con l’Inter, un facile 3-0, prende sempre posto sorridente in tribuna d’onore dello Juventus Stadium tra il giovane presidente bianconero, che se la mangia con gli occhi, e sua mamma, donna Allegra Caracciolo. Che un giorno magari diventerà anche suocera di Deniz Akalin, l’ex moglie di Francesco Calvo, oggi responsabile marketing del Barcellona e ieri della Juventus, ma soprattutto amico d’infanzia d’Andrea, l’unico maschio delle ultime due generazioni a chiamarsi Agnelli prima della nascita del figlio Giacomo Dai che ora ha quattro anni. Giacomo Dai, spiegò un giorno il padre, è Davide in gaelico. “Mia moglie ha questa origine: non è una stranezza”. Veramente di bambini che si chiamano Giacomo Dai io non ne conosco altri. E ho dovuto pure andare a vedere per ignoranza chi mai siano i gaelici. Ossia gli scozzesi e gli irlandesi di lingua celtica. Oggi Andrea non direbbe più “mia moglie”. Dallo scorso novembre si è difatti separato da Emma Winter dopo dieci anni di un matrimonio che sembrava solido. Come hanno raccontato le riviste e i blog di gossip. Ho letto anche che un giornalista che lo conosce molto bene ha scritto di lui su Panorama: “Non è antipatico per caso, è antipatico per scelta”. Come è sembrato anche a me l’unica volta nella quale ho avuto occasione di parlargli a quattr’occhi. Era l’estate del 2010. Nel ritiro di Pinzolo, in Trentino, ai piedi di Madonna di Campiglio. Andrea Agnelli era da poco diventato presidente della Juve e il primo scudetto l’avrebbe vinto due anni dopo. L’allenatore era Gigi Delneri e i principali neo-acquisti Bonucci, Quagliarella e Traore (dall’Arsenal). Gli domandai solo se ci sarebbero stati imminenti altri arrivi e lui mi rispose più o meno così: “E a me lo chiede? Si rivolga pure a Marotta”. Di sicuro non fu scortese, ma nemmeno un mare di simpatia. E comunque di lì a poco comprarono Milos Krasic ad una cifra esagerata. Capita. Anzi, capitava. La Juve finì la stagione di nuovo al settimo posto. Esclusa dall’Europa. Come l’Inter l’anno passato. Tornando a Francesco Calvo era il direttore commerciale della Juve prima di passare al Barcellona e suo è stato l’accordo di sponsorizzazione raggiunto dalla Juve con l’Adidas: 140 milioni in sei anni. Sembra anche che robusta sia stata la buonuscita di Calvo: si parla di due milioni di euro, ma il club di Corso Galileo Ferraris non conferma. Tutto qui. E non mi pare che le stesse cose non avrebbe potuto benissimo scriverle anche il quotidiano di famiglia. In fondo tutti i matrimoni, tra alti e bassi, durano quel che ce la fanno a durare e non è scandaloso se nel ventunesimo secolo d.C. pure finiscano. Come quelli di Buffon con la Alena Seredova o di Pirlo con Deborah Roversi. Anche quando ci sono tanti figli di mezzo. “Chi mi porta in curva Scirea?”, chiede oggi Emma Winter che sembra si sia già consolata con Federico, mago milanese delle start-up su internet. Massì, la vita continua. Vi dicevo piuttosto di quel che dicono a Torino da un pezzo. Ovvero che il Conte Antonio potrebbe tornare a sedersi sulla panchina dell Juve qualora Max Allegri, che a Livorno gli amici chiamano Acciuga, ascoltasse il suo maestro, Gianni Galeone, che gli ha consigliato di raggiungere Londra anche a nuoto se davvero Roman Abramovich gli ha fatto quella “proposta fantastica” di cui Galeone parla in giro. In verità la prima scelta del Chelsea per la prossima stagione è il Cholo Simeone. Poi vengono Conte e Allegri. Quasi alla pari. Però magari il resto ve lo racconto domani con comodo. Aspettando il Bayern e inseguendo un sogno in bianco e nero che proprio non esiste al mondo. A meno che non ne succedano di tutti i colori.