Dietront Juve: Acciuga resta con De Sciglio e Saponara

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Non è antipatico per caso: è antipatico proprio per scelta. Ieri vi parlavo di Andrea Agnelli e di quel che dice di lui un giornalista che sostiene d’essere suo amico. Ma sarà poi vero? Non ci credo molto e comunque, se volete che vi presenti un antipatico eccellente, di quelli che proprio nessuno può vedere, neanche in televisione, questo è Aurelio De Laurentiis. Che, prima di conoscerlo, affettuosamente chiamavo Zio Aurelio, ma poi mi sono corretto al volo e adesso lo chiamo Dio Aurelio, un padreterno d’uomo che, appena lo conosci, accuratamente lo eviti. In cielo, in terra e in ogni luogo. Insopportabile anche quando tace e sorride strafottente. Più odioso di Elio e le Storie tese. Più di Ciccioblack Tranquillo e degli  scimpanzé che gli girano intorno. E ce ne vuole. Più di tutta Sky, da Massimo Mauro a Stefano De Grandis, che spudoratamente tifa per il Napoli di Marx Sarri. Che non so a voi, ma a me comincia a diventare indigesto come il suo presidente. Chi troppo vuole, nulla stringe: è un proverbio che oggi calza a pennello al Napoli. Il quale, per volere di Dio Aurelio, avrebbe dovuto vincere lo scudetto, l’Europa League e, già che c’era, pure la Coppa Italia. Dalla Coppa Italia è stato buttato fuori quella famosa sera al San Paolo in cui Sarri diede del frocio a Meches Mancini: tutti lo ricordano mentre dimenticano che l’Inter, bene o male, vinse nell’occasione (0-2) con reti di  Jovetic e Ljajic. Ed è uscito sconfitto, il grande Napoli, anche dal Madrigal nell’andata dei sedicesimi di Europa League. Di modo che o Sarri giovedì, nella partita di ritorno, decide di far giocare Higuain sin dal primo minuto oppure rischia sul serio d’essere eliminato dal Villarreal e da una competizione più alla sua portata dello scudetto. Piuttosto l’onnipotente squadra di Dio Aurelio, un solo pareggio nelle ultime tre partite, ma non importa, pensi a salvare il secondo posto in classifica dalla Fiorentina. Che tanto il primo se l’è già messo in cassetta di sicurezza la Juventus. Specie se stasera dovesse perdere con il Bayern Monaco. Come è probabile. Guardiola ha Lewandowski e Mueller: 22+17 gol in Bundesliga. Contro i 13 di Dybala e i 6 di Mandzukic. Così Sky, che non ha la Champions, e il resto d’Italia saranno felici. Mentre la Stampa e la Gazzetta si mettano il cuore in pace: dietrofront, Max Allegri non si muove da Torino. Checchè ne dica anche Gianni Galeone che, se stesse zitto, sarebbe ancora meglio. Abramovich difatti ha deciso: sarà il Cholo Simeone il prossimo allenatore del Chelsea. E in alternativa il Conte Antonio. Che dopo gli Europei lascerà la nazionale qualsiasi sia il traguardo raggiunto dagli azzurri. Mentre Acciuga sarà finalmente accontentato da Beppe Marotta che gli prenderà il trequartista che gli va chiedendo da due stagioni. Ovvero Riccardo Saponara dall’Empoli. E non solo. Mattia De Sciglio già a gennaio è stato ad un passo dalla Juve per ammissione dello stesso suo agente, il grande (e grosso) Giovanni Branchini. Allegri fece debuttare De Sciglio nel Milan proprio nell’anno del primo scudetto di Conte e disse di lui che sarebbe stato il nuovo Paolo Maldini. Poi Mihajlovic gli ha frenato la corsa e anche ieri sera contro il Napoli gli ha preferito Luca Antonelli, il figlio di Dustino. Di modo che il giovane difensore rossonero ha scelto la Juve. A patto che resti Acciuga. In più dal Sassuolo arriverà Domenico Berardi, un gran gol domenica contro l’Empoli, che nell’attacco bianconero dovrebbe prendere il posto di Morata. Che il Real Madrid riscatterà per trenta milioni di euro e poi lo cederà per cinquanta ad una squadra inglese. In fondo Morata non è stato mai nel cuore di Allegri. Come del resto Daniele Rugani, ma questo è tutto un altro discorso e oggi, aspettando Juve-Bayern, non mi voglio già arrabbiare. O forse pensate che stasera mi guardi Arsenal-Barcellona? Assolutamente lo escludo.