Alibegovic conteso da Reyer e Virtus se Zanetti non se ne va

Amar Alibegovic

Non è giornata. E non chiedetemi perché. Chi mi ha fatto arrabbiare lo sa. Anche se la Juve di Max Allegri ha passato il turno di Euroleague alla faccia del mio giustificato pessimismo e le hanno pure temporaneamente cancellato i 15 punti di penalità che le avevano scippato in classifica. Così come Giannino Petrucci, pressato stretto dal ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, che dovrebbe essere di questi tempi in ben altre faccende affaccendato, o no?, potrebbe togliere a Varese 4 o 6 punti di penalità, insomma quanto le basterebbe per salvarsi a patto che poi rinunci a far ricorso al Coni e a disputare i playoff. Questo almeno è quel che raccontano le pettegole del nostro basket che qualche volta però anche ci pigliano. Ma non ci posso e non ci voglio ugualmente credere. Magari pure sbagliandomi e comunque confermandovi che il presidente federale ha già graziato la Openjobmetis di Toto Bulgheroni e di Luis Scola dalla retrocessione immediata in A2. Se non addirittura dalla radiazione per lo stesso reato di frode sportiva decisa la scorsa estate dalla sua procura nei confronti del povero Eurobasket di Roma evidentemente con meno santi in paradiso e pure meno soldi da versare al creditore.

Non è giornata anche perché mi sarei volentieri visto nel pomeriggio in tivù Jannik Sinner contro Lorenzo Musetti nei quarti di finale di Barcellona e invece il rosso della Val Fiscalina ha dovuto purtroppo dare forfait per un affaticamento muscolare spero di poco conto in vista degli Internazionali di Roma e del Roland Garros. E non avrei volentieri scritto una riga di palla nel cestino come avevo ieri promesso e come ha fatto oggi la pigra Gazzetta dello Sport nonostante i mille argomenti che avrebbe potuto affrontare in questo incandescente finale di regular season. Però non voglio neanche passare per un quaquaraquà come molti giornalisti di mia conoscenza e allora lasciatemi almeno occuparmi ancora di pallone per capire se mi devo fidare del titolo della Stampa: “La Juve fa festa due volte” e dell’occhiello: “Passa il turno con lo Sporting e il Coni le toglie, per ora, la penalizzazione di 15 punti”. Io non sarei così ottimista ed infatti non lo sono. Uno perché la Juve deve solo ringraziare Coates, il capitano uruguagio dei portoghesi che si è divorato un paio di gol a due passi da Szczesny, se potrà sfidare il Siviglia a metà maggio in semifinale. Due perché non ci posso credere che le lasceranno giocare la prossima Champions a spese di due delle tre squadre, Roma e soprattutto Milan e Inter che ora la inseguono in classifica. Insomma sono arciconvinto che alla società purtroppo in mano da qualche mese all’invidioso (del cugino) John Elkann estorceranno alla fin fine (di maggio) i punti necessari per salvare almeno una delle due milanesi. Tre perché Aleksander Ceferin, il presidente dell’Uefa col cognome di un lassativo, in confetti o in gocce?, troverà il modo comunque di purgare la Juve per non farle disputare nessuna coppa europea se non la Conference League che Allegri lascerà fare molto volentieri alla micragnosa Fiorentina.

Non è giornata perché entro le 00.00 di stasera devo spedire in Lega Basket le mie preferenze sul campionato di serie A di basket e non so ancora chi votare tra tanti dirigenti, allenatori e giocatori tanto modesti da non meritare neanche un Bacio Perugina in premio. La Lega inoltre mi chiede di non comunicare le mie preferenze e io le obbedirò anche se mi fa sorridere pensare di poter influenzare con il mio voto in qualche modo quello dei tifosi beceri e razzisti come quelli di Scafati che hanno pagato con solo 2.000 euro di multa e manco una giornata di stop al loro campo per l’aggressione nel sottopassaggio a Brindisi e a Frank Vitucci squalificato invece per un turno. Siamo alle solite: due pesi e due misure. Però lasciatemi almeno dire che le categorie sulle quali siamo stati invitati ad esprimerci potevano essere semplicemente elencate in italiano e non chiamate la “Best Ita” o la “Most Improved Player” o la “Sixth Man of the Year” per accontentare gli esaltati fenomeni della Nba su Sky o gli incantatori di serpenti della Banda Osiris di Ciccioblack Tranquillo che tra loro anche a tavola parlano in inglese. Ma si può? Fatemi un piacere. E ingozzatevi pure di hot dog col ketchup.

Non è nemmeno giornata nella quale ho voglia di spremermi le meningi per capire chi retrocederà insieme alla Varese del mio allenatore dell’anno, Matt Brase, essendo impensabile che l’Openjobmetis possa vincere tutte le ultime tre partite di campionato a Venezia con la Reyer o a Bologna con la Virtus oltre a quella in casa con la Givova del famoso Nello Longobardi. Dico soltanto che spero che Treviso, decima a quota 22, con quattro punti più di Verona e Napoli e due di Reggio Emilia, Trieste e Scafati sia praticamente salva dopo la magnifica vittoria di mercoledì sulla Pesaro di Gelsomino Repesa caduta improvvisamente in disgrazia. Iroegbu e Banks 25 punti a testa, eppure la differenza nel secondo tempo l’hanno fatta il lituano Paulius Sorokas (17) e il finlandese Mikael Jantunen (16). Una salvezza che Marcelo Nicola, toccando le corde giuste per motivare la squadra forse più debole del campionato, e soprattutto Paolo Vazzoler col budget più basso della serie A si sono strameritati. Tanto che infrango le regole e confesso che ho votato il presidente della Nutribullet miglior dirigente del 2022-23. Alla faccia del Consorzio che gli ha messo il bastone tra le ruote per tutto l’anno.

Non è giornata, anche perché, più lento di una lumaca e stanco di tutti i neofascisti che mi circondano e del nuovo Minculpop di Melonia, come lo chiama Marco Travaglio, che vorrebbe sopprimere anche le vignette satiriche sul cognato del presidente del Consiglio, ho fatto mezzanotte e crollo dal sonno. Chiudo allora con una chicca stuzzicante di mercato che si è aperto con l’assalto ad Amar Alibegovic, nella foto ndr, il figlio del grande Teo, che pur ha giocato una stagione sotto tono a Lubiana nel Cedevita e non è più un bimbo ma ha già i suoi 28 anni compiuti. Però ha passaporto italiano e per questo fa gola alla Reyer che ha offerto un contratto irrinunciabile al 2 metri e 06 bosniaco ed un buyout elevato all’Olimpija. Ed è gradito anche alla Segafredo di Don Gel Scariolo che lo rivorrebbe indietro. Sempre che Massimo Zanetti non si stanchi delle prepotenze dell’Armani e della sudditanza di Petrucci e quindi degli arbitri di Citofonare LaMonica nei confronti di Milano. Che deve vincere lo scudetto della terza stella altrimenti si spara. Ora che Zanetti lasci in braghe di tela la Virtus è una voce che corre da qualche giorno sotto i portici di Bologna. Dove se ne dicono tante e di tutti i colori. E difatti è una notizia che prendo con le molle. Più probabile è semmai che Alibegovic sostituisca in laguna il buon Jeff Brooks che non è gradito a Spahija. Il quale potrebbe anche rimanere al timone del barcone veneziano soprattutto se il club di Napoleone Brugnaro, che ha definito Report “la vergogna d’Italia”, ma si può?, dovesse centrare il quarto posto nella griglia di partenza dei playoff affrontando il Banco di Sardara nei quarti. Mentre Andrea De Nicolao, guardandosi attorno, potrebbe anche accasarsi a Verona o a Treviso se non retrocedono. La qual cosa mi disturberebbe non poco. Perché sarò tutto quel che volete, ma anche un inguaribile romantico che non dimentica lo scudetto e la Coppa Italia vinte dal bravo ragazzo padovano di Camposampiero senza mai alzare la voce. Playmaker e leader più di Marco Spissu, il cocco dell’amato P(r)ozzecco, che ha remato assieme a Jayson Granger per far fuori Walter De Raffaele. E ci son riusciti.