Se Napoli piange, la Juve non ride ma nemmeno la deride

juve

Un amico mi ha spedito a Pasqua questa simpatica foto da Forcella dei funerali della Juventus: “Per la nostra gioia napoletana, qui riposa la vecchia Signora”. Le corone di fiori, le serrande abbassate per lutto, il tendaggio a strisce bianche e nere: una satira di gusto ben costruita. Peccato siano stati sbagliati i tempi dell’esecuzione perché oggi, dopo l’eliminazione del Napoli dalla Champions per mano di un Milan – mi hanno raccontato – volonteroso quanto fortunato e modesto, sarebbe facile rispondere ai Pulcinella per le rime. Non lo so: chi la fa l’aspetti o, meglio ancora, ride bene chi ride ultimo. Ma la Juve d’oggi è meglio che si morda la lingua: domenica a Reggio Emilia con il Sassuolo dell’erede di Max Allegri, il buon Alessio Zanetti, che avevo già apprezzato a Venezia, ha evidenziato tutti i suoi notevoli limiti tecnici, non può più sbandierare ai quattro venti d’essere seconda in classifica se non le fossero stati estorti 15 punti in classifica, domani probabilmente uscirà con le ossa rotta dalla trasferta di Lisbona nel ritorno con lo Sporting e chi più ne ha più ne metta. Per esempio non ha un attaccante che non sia indecente: da Dusan Vlahovic, che temo sia un brocco, non sa stoppare una palla e si nasconde dietro ai difensori, a Federico Chiesa che corre a testa basta e per questo non sa neanche come sia fatta una porta. Glielo dico io: è composta da due pali alti due metri e 44, una traversa, ed è larga 7,32 centimetri. Poi ci sarebbe anche una rete, ma questa non gli interessa. Piuttosto non capisco perché anche i tifosi viola, che però non hanno l’ironia di quelli di Forcella, ce l’abbiano tanto con la Juventus quando è stato il club dell’Agnelli(no) a tenere in vita negli ultimi tempi (grami) la loro Fiorentina. Da lei o, meglio, da essa acquistando a peso d’oro tre assolute nullità come il numero nove serbo, il figlio di Enrico e un altro Federico, il Bernardeschi da Carrara, di cui non conosco la fine che fatto a Toronto. Probabilmente sono i tifosi, checché se ne dica, più ignoranti e patetici d’Italia. Cominciando dal loro ex sindaco burattino, Matteo Renzi.

Dovete credermi. Ieri sera non ho visto Napoli-Milan e solo stamattina ho saputo che hanno pareggiato 1-1. Ho letto anche che il vecchio Giroud, più culo che anima, e quel fenomeno di Kvaratskhelia, sempre che si scriva così, hanno mancato entrambi il gol dal dischetto. In più mi hanno detto che c’era un altro rigore più grande di una casa in favore della squadra di Lucianino Spalletti sul quale De Lamentiis piagnucolerà per almeno cent’anni di solitudine. Il calcio mi ha stomacato con il suo odio cieco nei confronti della Rubentus, come la chiama quell’insopportabile di Aurelio De Laurentiis che dà della “merda” a tutti. E comunque, se un po’ mi conoscete, non sono tipo che cambia idea facilmente e quindi prima che torni a seguire la serie A in televisione che non sia una partita dei bianconeri, dovrà passarne d’acqua sotto al ponte di Rialto e il Mose di Giancarlo Galan e Luca Zaia dovrà salvare Piazza San Marco dall’alta marea almeno un’altra decina di volte. Dopo cena infatti, un’insalatina di carciofi crudi e il solito  brodo di cappone (eccellente) della Tigre, mi sono visto, ovviamente in registrata perché la diretta non rientra tra i piaceri della mia vita, l’anticipo di basket della quart’ultima giornata: Trento-Verona 69-70. Vinta dalla Tezenis di Alessandro Ramagli che altrimenti, se avesse perso, difficilmente si sarebbe salvata dalla retrocessione in A2. Né dovete temere che stasera mi scappi di buttare l’occhio sull’Inter che credo giochi a San Siro con il Benfica perché sarò al Palaverde infuocato per Treviso-Pesaro, un match che non mi potevo perdere, così come non se lo possono permettere nessuna delle due duellanti se vogliono centrare i loro obiettivi che sono la salvezza e i playoff. Anzi, qui metto subito un punto e se ne riparla domani. Altrimenti arrivo a Villorba in ritardo. Che è da maleducati. E intanto aiutatemi a decidere chi possa essere l’allenatore dell’anno da comunicare alla Lega Basket entro venerdì (quanta fretta!) tra Matt Brase e Frank Vitucci che – fatalità – si sfideranno tra un’ora in Varese-Brindisi e in tivù su Dmax, la tivù semi clandestina del gruppo Eurosport. Sperando che l’opinionista di turno non sia quella chiacchierona di Chicca Macchi.