Milano, città proibita ai giocatori italiani di talento

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Non bastava la lavagnetta di Repesa. Sulla quale un giorno, ce la racconti giusta, il Poz disegnò un Walter gigantesco. Come direbbe Lucianina. E Gelsomino lo cacciò dalla Fortitudo. Né la lavagna di Ciccioblack più complicata dei suoi arzigogolati sproloqui e dei giochi enigmistici di Bartezzaghi. Adesso ci si mette anche Paperoga Crespi che nelle dirette su Sky tiene degli insopportabili clinic per allenatori discutendo di “strette spaziature e di cattive linee di passaggio per dare la palla in post basso”. E chi ne capisce qualcosa è bravo, vince una bambolina di peluche, ma spegne la televisione che quanto meno è ubriaco di chiacchiere. Per non dire della tabella che ci ha proposto domenica a mezzogiorno Paola Ellisse, con due elle e due esse, dal titolo “la difesa contro il catch and shoot” che non ho ancora ben capito cosa cavolo sia. Forse una nuova salsa di pomodoro più agrodolce del ketchup? Ma fatela finita. Per favore. E parlate come mangiate se ne siete capaci. La pallacanestro è un gioco divertente quanto semplice. Va bene “il ce n’è per tre” o “il ferro che sputa il pallone” che magari fanno sorridere i miei nipotini. Però non esagerate. Vi prego. Altrimenti poi non vi ascolta più nessuno e restate senza lavoro. Anche se per vostra fortuna la Mamma e la Zia, Mammì e Zappia, papaveri dello sport su Sky, hanno altro da fare e non seguono il basket con la stessa attenzione del calcio. Che fa sempre audience. Al contrario di Tranquillo che ormai lo badano in quattro: i suoi figli, Pick e Roll, forse, Michelino D’Antoni e Ettore il Messi(n)a da oltreoceano. Punto e basta. Pure i sottopancia della Banda Osiris infatti sono impegnati a far dell’altro. Per esempio minacciano Gherardo Resta, che conduce un talk show di discreto successo con Albertone Bucci su San Marino Rtv, d’escluderlo dalla confraternita se mi farà ancora intervenire telefonicamente ad una sua trasmissione di palla nel cestino. E qui m’arrabbio sul serio. Perché vi dovete mettere nella zucca una volta per tutte che solo io decido chi appartiene o meno alla Banda Osiris di Ciccioblack Tranquillo. E non accetto suggerimenti o interferenze da nessuno. Men che meno dagli imbecilli. Chiaro? Intanto butto uno sguardo alla classifica che vede Avellino con gli stessi punti di Caserta e mi domando: dov’è l’errore? Sacripantibus o il Tigre? Direi che Sandro Dell’Agnello si merita il titolo d’allenatore di questo autunno mentre quello dell’anno scorso ha già finito la benzina come già gli era capitato tempo indietro a Cantù. Dove ieri sera ha perso e per questo, da quel poco che lo conosco, vorrebbe adesso ammazzarsi. In verità farsi intortare da Bolshakov, che solo Irina Gerasimenko poteva inventarsi, deve essere stato assai deprimente. Però, via, non esageriamo. In fondo anche Milano, Reggio Emilia e Caserta sono inciampate in una domenica storta e nessuno ne ha fatto un dramma. Meno che meno il Livido Proli che tanto sa che il campionato lo vincerà lo stesso anche se allenasse lui l’Armani. O mi sbaglio? Anzi, penso che saprebbe far meglio di Gelsomino che non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che non abbia molta più voglia di sbattersi per l’Olimpia causa. Mentre chissà se l’hanno capita le nostre superstar italiane che non è un affare andare a giocare a Milano. Se non economico, ma questo è tutto un altro discorso. Hanno fallito in tanti. Troppi. Cominciando da Superbone Vitali che pure ha stabilito a Brescia il record degli assist. Però contro Cremona, non dimenticatevelo. E semmai ricordatelo a C10H16O, alias Canfora, che lo vorrebbe in nazionale ai prossimi Europei. Per non parlare di Hackett o di Melli che al Forum erano diventati il Bad Boy e CamoMelli. Lasciando in pace Alessandro Gentile che è ad Atene e gli consiglio di restarci dopo che Proli non l’ha lasciato andare alla Grissinbon. Ma quale paura aveva? E piuttosto consideriamo quelli che sono rimasti: Cinciarini, Pascolo, Abass e Fontecchio. Il Cincia l’avranno anche promosso capitano, ma a Venezia domenica è stato un’acqua cheta. Per non dire un disastro. Fontecchio ha perso un anno per dare retta al padre e non alla madre. Pascolo è spaventatissimo, mentre a Trento era un eroe di cuore. Resta Abass che non sta facendo poi così male, ma ci penserà Repesa ad azzerarlo del tutto. Con i sentiti ringraziamenti di Giannino Petrucci. Che sabato rifaranno presidente. Povera Italia. Mentre l’infortunio a Hackett è molto serio (stop di sei mesi) e di Arcidiacono non si sa più niente se non che lo cercava la Reyer. Ma tanto Messina ha Poeta nel ruolo di playmaker. Che piace tanto anche al Gallo e alla Ellisse. Oltre che a Ciccioblack e alla sua band. Quindi siamo a posto.