Chissà perché la Gazzetta di Cairo detesta tanto la Juve

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“Chi è stato l’ultimo presidente del Consiglio, amici ascoltatori, eletto in Italia dai cittadini? Risposta esatta: Silvio Berlusconi. E allora sarà per questo che non ci fanno più votare?”.  Si domandava ieri il divertentissimo Fiorello imitando l’amico Mike. Può darsi. La sua Edicola porta comunque ogni mattina il buonumore nelle case degli italiani che stanno per accompagnare i loro figli a scuola prima d’andare al lavoro e prima ancora di comprare i giornali. Che ci faranno anche oggi una capa tanta di Paolo Gentiloni. Intervistato in diretta dal sorprendente Stefano Meloccaro. Buongiorno presidente. “Buongiorno a lei”.  Posso chiamarla presidente non è vero? “La prego. Dopo di lei. Parli pure, non la interromperò mai. Ma se vuole le dico anche che ore sono. O posso forse offrirle un caffè?”. Lei è molto gentile. “Per forza, sono Gentiloni: lo dice la parola stessa. E sono così gentile che, se mi fermo ad uno stop, non mi muovo finché non cancellano la scritta”. Troppo forti. E difatti è un vero peccato che tra due giorni l’Edicola Fiorello chiuda. Dopo aver augurato a tutti ballando e cantando un Buon Natale: “Le palle, l’albero e il panettone con i canditi che nessuno vuole: che li mettono allora a fare? Buon Natale con il cuore dall’Edicola Fiore. E, quando incarti i regali, usa i giornali. Sempre dopo averli letti”. Anche no. Ma ancora più importante è che li sappiate leggere con un cicinin di distacco se non addirittura con disincanto. Per esempio prendete il Fatto Quotidiano. Che ha sempre bisogno di mettere in croce qualcuno se vuole continuare a campare. Prima Marco Travaglio ce l’aveva a morte con il Cainano d’Arcore, poi con il Boy Scout di Rignano e adesso con il Genticloni, replicante di Renzi. Mentre gli piace solo Beppe Grillo. Che se però andasse a Palazzo Chigi insieme ai suoi guerrafondai  decreterebbe la fine di Fatto del Quotidiano che non venderebbe più una copia perché sarebbe considerato troppo filo governativo e quindi particolarmente noioso, melisso e sgradito. Oppure prendete la Gazzetta dello Sport. Che affettuosamente chiamo Mamma Rosa.  E’ scontato che fosse un giornale che non poteva vedere la Juve essendo di Milano e pure tifosissimo della Beneamata come nemmeno Beppe Bergomi. Che pure dice sempre a Caressa: “Ma hai visto, Fabio, che bella difesa ha quest’anno l’Inter? E l’attacco con Icardi? E il centrocampo? Me ne trovi un altro di più forte nel nostro campionato?”. Povero Zio, diventa ogni estate più patetico. Da quando tuttavia il padrone della Gazzetta è Urbano Cairo, squallido presidente del Toro, Mamma Rosa ha trasformato la sua antipatia nei confronti della Vecchia Signora in odio cieco e ancora più livoroso. Altrimenti non si spiegherebbe come abbia potuto Nicola Cecere, amorevole giornalista nerazzurro, falsare i fatti e non vedere nel derby di domenica il rigore di Castan su Lichsteiner che lo stesso Daniele Adani, ex granata, ha così commentato su Sky: “Ma di cosa stiamo parlando? Questo è un rigore che non si discute e che non si capisce come Rocchi non l’abbia fischiato e Banti, giudice di porta, lì a due passi, non glielo abbia segnalato”. Si capisce, caro il nostro opinionista vestito da contadino a festa. Eccome se lo si capisce. Soprattutto se sei vicino alla pensione e non cerchi rogne con l’amico editore. Mentre ai tifosi bianconeri l’ho già detto: non ve l’ha mica ordinato il dottore di comprare la Gazzetta. Si può vivere anche senza. Più serenamente e col fegato a posto.