Melli s’esclude dalla nazionale e il Poz è felice lo stesso

pozzecco melli

Ricomincio da tre. Che la scuola pitagorica considerava un numero perfetto in quanto sintesi del pari (due) e del dispari (uno). Il dono della sintesi? Ecco, quella che proprio manca a me. Come del resto all’Orso Eleni chiuso ormai nella sua tana dove in fondo credo stia benissimo. Mentre io sto vivendo molto ma molto male questo momento politico che non sarà neofascismo, ma regime d’ignoranti e incapaci lo è di sicuro. Ricomincio da tre spiegò Massimo Troisi a Lello Arena nel suo dialogo surreale e non da zero “nossignore, tre cose mi sono riuscite int’a vita, perché ’aggia perdere pure quelle?”. Ricomincio da tre pur senza avere un grammo del suo immenso genio e senza che in 73 anni sia riuscito ad arrivare forse neanche a due: in un sol colpo mi è riuscita infatti la splendida doppietta dei due gemelli, Giorgia e Bicio. Come si complimentò con me il professor Paolo Toschi, grande uomo e grande ginecologo che, nel secondo giorno della finale della zona europea di Coppa Davis nell’agosto 1974, spedì in campo Ion Tiriac senza che facesse tante storie. Nel doppio con Ilie Nastase che vinsero Adriano Panatta e Paolo Bertolucci. Dicendogli che non aveva proprio nulla di tanto grave da non voler scendere in campo sulla terra rossa del Tennis Club Mestre: “Hai probabilmente alzato solo troppo il gomito la scorsa notte”. Ma non avevo nemmeno ventun’anni e il resto l’ha fatto tutto la mia Tigre. E poi? Al massimo sono diventato un giornalista libero che oggi non ha paura di nulla. Questo sì. Neanche della morte come mi ha augurato ultimamente più di qualcuno della Banda. Andando a loro purtroppo storta.

Bravo o scarso? Oggi non conta. Migliore comunque di Ciccioblack Tranquillo e Andrea Bassani, ma ci vuol poco e quindi non potrò mai vantarmene. O di Bombolone Condò che scriverebbe bene sui muri dei bagni pubblici della città persino di Gianmarco P(r)ozzecco, l’allenatore-clown dell’Italia, o di Paul Biligha, asso incompreso dalla Nba, se solo glielo chiedesse l’incompreso Giannino Petrucci che non capisco cosa ci stia ancora a fare seduto sulla poltronissima della Federbasket e non si goda la pensione che in fondo non è triste come raccontano. Anzi. Se hai qualche soldo messo da parte. Tanto ormai comanda e decide nel nostro basket tutto Lui, il Prepotente o il Trinacriciuto, chiamatelo come meglio vi garba, insomma ci siamo capiti. Migliore senz’altro degli ultimi due direttori di Raisport, Auro Bulbarelli (in quota Lega di Salvini) e Alessandra De Stefano (Cinque Stelle), entrambi invasati di ciclismo e feroci odiatori seriali di palla nel canestro.

Ho ricominciato dal tre di novembre perché l’avevo promesso e, quando posso, sono di parola. Essendo stati non pochi per la verità pure quelli che mi hanno pregato di tornare a scrivere soprattutto di basket perché assai gli manco, mi dicono e voglio crederci. Magari non più di una cartella al giorno, che sono poi 50-60 righe al massimo, ma quasi ogni giorno. Come fa dal lunedì al venerdì la Gramella, che così chiamavano scherzosamente Massimo Gramellini in redazione a Milano forse anche perché nessuno l’aveva mai visto manco per sbaglio accompagnarsi ad una donna. Nel suo Caffettino senza zucchero che non gli riesce sempre bene. Come quando attacca i comunisti col cachemire che evidentemente non piacciono nemmeno al suo padrone. Perché dovrebbero forse vestirsi di stracci quelli che mangiano i bambini o, come lui, nascondere il pigiama sotto al cappotto? Riparto con un cristallino nuovo e ringraziando Nicola, un raro tifoso moderato della Reyer, che ha una mano gentile e in un oretta mi ha aggiustato l’occhio sinistro. Al punto che me ne sono quasi accorto e pensavo ad altro. Alla bella notizia per esempio che la De Stefano sarà presto rimossa dall’incarico: bene, a patto che non la promuovano corrispondente da Parigi dove vive il compagno che è giornalista dell’Equipe e s’occupa pure lui del mondo delle due ruote: un vizio di famiglia che non va di certo incoraggiato. Tanto più che a primavera ci sono i Mondiali allievi di triciclo ai quali la nostra napoletana loquace non può assolutamente mancare. Come Bulbarelli non può perdersi la sfida a boccette o a stecca del prossimo 25 aprile a Predappio tra Ignazio Benito La Russa e Lorenzo Fontana, vice re del Cazzaro verde.

Ora vedo molto meglio la televisione dal divano, ma al computer, dove non dovrei affaticarmi la vista più d’ora, o quando leggo senza occhiali è ancora un mezzo disastro. Del resto deve togliermi pure l’altra cataratta e questo difficilmente Nicola lo potrà fare prima di Natale. Anche perché a metà mese diventerà primario a Conegliano, giovane e in gamba, ma io non potevo non scrivere sino all’inizio del prossimo anno con tutte le cattiverie che devo sputare dall’anima e le primizie che ho nel cassetto che non riesco quasi più a chiudere tanto ne è zeppo e non riguardano solo l’ottuso mondo del basket dell’Osiris. Oggi ad esempio mi sarebbe piaciuto puntare il dito sul giornale in rosa di Cairo che un aficionado bianconero non dovrebbe più comprare come fa mio figlio dal 2006 quando la Gazzetta spinse la Juventus in serie B con 30 punti di penalizzazione senza una vera ragione se non un convincimento nazional-popolare e solo per regalare lo scudetto all’Intertriste dell’Infimo Moratti che ha rilasciato un’intervista ai due caramba, Aldo Cazzullo e Daniele Dallera, che, se fossi stato il direttore del Corrierun, che mi pare sia da sette anni Luciano Fontana, mi sarei vergognato sabato scorso di pubblicare. Ma ne riparleremo: statene certi. E’ assolutamente falso comunque, come hanno scritto i figli di Mamma Rosa e del Toro, che il Psg ha dominato ieri sera la squadra d’Acciuga Allegri, ma straordinariamente la squadra con un unico giocatore di valore (Bonucci), e un altro (Chiesa) al rientro dopo dieci mesi per un quarto d’ora, avrebbe invece meritato di far sua l’impari sfida. Così come sarebbe stato forse il caso di dar risalto all’impresa dei giovanotti della Signora di Paolo Montero che nella Yout League perdevano 4-1 al 91’ e negli altro 4’ di recupero hanno segnato tre reti, una più bella dell’altra, pareggiando il conto con l’irresistibile Psg di Mady Camara. In questo periodo poi lo sport azzurro che più in verità m’appassiona è il tennis: Matteo Berrettini e forse più ancora Jannik Sinner, ma non nascondo che ho un debole soprattutto per Lorenzo Musetti non fosse altro perché è juventino e perché non ho dubbi che piacerà moltissimo anche ad Adriano Panatta. Il ventenne di Carrara dei tre fuoriclasse è infatti quello coi colpi migliori per varietà e bellezza. E li ha mostrati tutti in tarda mattinata per superare alla grande 4-6 6-4 6-4 non uno qualsiasi, ma il numero tre del Muster 1000 di Parigi Bercy, il norvegese Casper Ruud, che si era già pappato Berrettini all’Us Open di settembre, guadagnandosi con largo merito i quarti di finale domani sera contro Novak Djokovic che non potete assolutamente perdere anche se c’è Virtus-Villeurbanne che vi potete comunque come farò io sempre registrare.

Ho ricominciato il tre e ho finito il quattro, che sino al 1977 è stato un dì di festa, si stava a casa da scuola e si celebrava la vittoria nella Prima Guerra Mondiale contro i crucchi. Ora ho gli occhi annebbiati per non dire accecati, ma ho voluto mantenere la promessa che avevo fatto a voi e anche quella che aveva fatto a me. E cioè di non parlare il primo giorno di Lui per non rovinarmi pure il fegato. Anche se mi è stato difficile non pensare che non sia stata la Sua longa manus ad imporre la rinuncia a capitan Gigi Datome e soprattutto a Nicolò Melli nei due impegni dell’Italia l’11 a Pesaro contro la Spagna di Don Gel Scariolo e il 14 a Tbilisi contro la Georgia. Spassose le dichiarazioni di Melli: “D’intesa con il cittì abbiamo deciso che non prenderò parte al raduno azzurro. La nazionale rimane una mia priorità (come no?, il commento fuori onda) e comunque tornerò a disposizione nel 2023 (quando? Forse ad agosto per i Mondiali?). Nel frattempo faccio ai miei compagni un grande in bocca al lupo (bravo). L’obiettivo è del resto qualificarsi il prima possibile (così io me ne resto a casa) e proseguire il nostro percorso di crescita (nei club, visto che io di certo neanche mi sogno di lasciare Milano)”. Ma più grottesco ancora è stato voler far credere nel comunicato della Fip che Gianmarco Pozzecco l’abbia presa lo stesso bene e che, anzi, abbia fatto mille salti di gioia (in pista o al trapezio del Circo Italia?) alla sola idea di non poter disporre di Melli dopo che aveva sbattuto chissà per quale ragione la porta in faccia a Marco Belinelli, che pure si era gentilmente offerto di rivestire la maglia azzurra, e di nuovo ad Amadeus Della Valle, preferendo ad entrambi i cani e i porci. O forse il Poz da Formentera se l’era legata al dito perché dopo la vittoria di Berlino negli ottavi con la Serbia, dai quali era stato espulso all’inizio della ripresa, Nicolò l’ha spinto nello spogliatoio urlandogli “coglione, vuoi farci perdere di nuovo la partita”? No. Perché si sono poi teneramente abbracciati, vedi foto, dopo l’eliminazione della nazionale con la Francia che ha commosso tutta la stampa del Bel Paese che comunque anche di questa ennesima pagliacciata all’amatriciana non scriverà nulla. Del resto se non si lamenta e non si lamenterà Giannino che pure aveva minacciato tuoni e fulmini se qualche azzurro delle due squadre che partecipano all’EuroLega avesse disertato il raduno della nazionale, perché dovrebbero farlo i giornalisti che tengono famiglia e non ricevono come quelli della Banda l’annuale sussidio a bilancio (approvato lunedì) dalla Lega di Umberto Gandini per pagare le bollette della luce e del gas?

Postscriptum facoltativi di venerdì 4 novembre.

1. E’ ovvio che, avendo tra ieri e oggi buttato giù due cartelle, anzi ormai tre, di brutta roba, domani riposo gli occhi e forse non scrivo nemmeno sabato. Se invece vi lamentate perché mi sono di nuovo sbrodolato addosso, abbiate pazienza: ero da oltre un mese in pericolosa astinenza da scriba. E comunque fate una cosa: oggi vi bevete metà brodo e domani l’altra metà. Così vivrete tutti felici e contenti insieme ai soliti idioti, sempre col telefonino in mano e con la Gazzetta sotto al braccio. Non saltando, mi raccomando, una sola puntata della Vita in diretta o di Ballando con le stelle. Sempre con Alberto Matano che sa tutto di tutti e avete la disgrazia di vederlo anche la domenica dalla mia compaesana Mara Venier che quando andava, racconta lei ma a me non risulta, con il principe Sebastiano Fuerstenberg era senza tette, piatta come una sogliola.

2. In tutto questo tempo non sono stato con le mani in mano e mi sono fatto ormai un’idea di quale aggancio possa aver avuto la famosa Band per indottrinare i fratelli hacker del Vietnam ad oscurarmi e impossessarsi della mia privacy oltre che di tutte le foto, gli articoli e gli amici su Facebook. Della quale cosa ho provveduto ad informare dei sospetti la Polizia Postale con un altro esposto del mio avvocato di fronte al quale questa volta si è mostrata interessata o almeno ha finto di non ignorarlo. Chissà? Ho poca fiducia.

3. Un altro avviso ai naviganti: questo è l’ultimo pezzo che pubblico anche su Fb. Da sabato, sempre se vi va, mi potrete trovare esclusivamente sul mio sito www.claudiopea.it tutti i giorni o quasi. Anche solo per leggere 33 righe di bollito misto. Promettendovi che ne avrò per tutti. Soprattutto per due o tre. Senza sconti.

4. Sarà d’uopo che qualcuno informi quelli di DMax che le partite di basket di serie A durano almeno quanto quelle di calcio se non sopravvengono poi i tempi supplementari. Lo dico perché sinora me le sono registrate tutte e di nessuna ho avuto la fortuna di vedere gli ultimi due o tre minuti. Interrotte bruscamente sul più bello. No, questo non lo faceva nemmeno Raisport che Alessandra De Stefano provvedeva poi anche ad oscurare con un bel sorriso satanico.

5. Ultima ora. New entry confermata in Lega Basket del nuovo coordinatore dell’area digital, pensa un po’, di cui non se ne avvertiva davvero la mancanza. Si chiama Massimo Cortinovis che, se non sbaglio, ha tentato pure l’avventura d’allenatore come vice di Orate Frates, ma gli è andata evidentemente male se ha preferito cambiare mestiere, ma non staccandosi mai dalla Banda Osiris rossonera di Ciccioblack Tranquillo che se l’è tirato dentro a Sky. E diventando col tempo un ardito e fedele fiancheggiatore dell’Andrea Bassani che ostinatamente punta alla direzione della Lega e in un secondo tempo alla presidenza della stessa. Al posto di Umberto Gandini che come l’Alice di Francesco De Gregori non lo sa, però, se glielo dico io, che gli sono amico di vecchia data, si deve fidare e mi deve credere. Potendo Cortinovis contare sul totale appoggio dell’Innominabile (solo per oggi) e di Pallino Sardara (da dopodomani). A gennaio per scadenza di contratto dovrebbe invece uscire dalla Lega delle società di serie A Marco Aloi che io chiamavo sarcasticamente Zio Fester. La qual cosa, lui non ci crederà, ma mi dispiace parecchio. Difatti l’ho già depennato dall’elenco dei cento massoni della Band che gli hanno subito girato le spalle e l’hanno sostituito alla fisarmonica della stonatissima A Better Basketball proprio con Cortinovis. Non fosse altro perché pure lui è pelatissimo e quindi gli va a pennello il soprannome di Zio Fester 2. Il replicato o il replicante? Il replicato. Insomma la brutta copia.

6. Qui qualcuno c’è o ci fa. E intanto io pago, potrebbe dire a ragione Massimo Segafredo Zanetti giustamente offeso dalle ostili e sconsiderate affermazioni di Petrucci contro le sue vu nere. Sperando che non si stufi, o quasi, pure lui di questa pallacanestro come l’altro trevigiano coi schei, e molti, Fabio De’Longhi, figlio di Bepi, per Forbes è il settimo dei sette uomini d’oro italiani con un patrimonio personale di 4,4 miliardi di dollari. Sì, avete letto bene: circa 4 miliardi e mezzo dei nostri soldi. E sponsor della Nutribullet, ultima in classifica, con un contributo di meno di un milione d’euro e un Paolo Vazzoler che per l’ennesima volta dovrà fare ancora i bambini coi baffi. Dura minga, no, non può durare. Soprattutto se hai un Consorzio alle spalle che soffia sul fuoco e dà per scontata la conquista dei playoff senza allungare la mano al portafoglio se non per cavarne quattro spiccioli…