Mi faccio frate se Paolo Banchero giocherà in azzurro

banchero orlando

Forse ve l’ho già detto una volta, ma non sono Paganini e quindi posso tranquillamente ripeterlo: non è la tivù che detta i miei tempi di vita, ma al contrario sono sempre io che decido quando guardare la televisione specie quella che ho ai piedi del letto. Anche alle quattro o cinque del mattino se, dopo essermi alzato per fare la pipì, non riesco più a prendere sonno. Come mi è successo la notte scorsa. Quando mi sono allora visto la sintesi di OrlandoGolden State commentata senza squilli da Francesco Bonfardeci, o undici?, cambia poco, e da So-na-lagna Soragna. Obietterete: poteva andarti anche molto peggio. Obiezione accolta, ma è risaputo che Ciccioblack Tranquillo non si può sentire e men che meno guardare con quella pappagorgia che gli pende dal collo come un tacchino bronzato d’America. E comunque quel che vi volevo dire, prima di perdermi dietro ai soliti triti e ritriti discorsi sull’Insopportabile di Sky, è che mi registro tutto quel che mi posso registrare. Così mi vedo per esempio la partita di pallone, anche dell’adorata Juventus di Max Allegri, quando mi pare e piace. E non di sicuro salto una cena di pesciolino nostrano di laguna o smetto di fare una cosa che in quel momento mi va di fare perché devo correre a sedermi in poltrona davanti al televisore per il calcio d’inizio o per un salto della palla a due. In più ho il vantaggio che, se l’evento mi sta annoiando, come ultimamente mi capita sempre più spesso, specie quando giocano la mia Signora con le pezze sul sedere o certe squadre di basket in EuroCup come il Banco di Sardara o, peggio ancora, l’Aquila  di Trento che da oltre un anno colleziona figure barbine a rotta di collo, ho il vantaggio, dicevo, di poter volare col telecomando alle ultime battute della brutta partita per conoscere almeno e soltanto il risultato finale.

Paolo Banchero (nella foto) contro i campioni in carica. Bene. Ero proprio curioso di capire quanto sia forte questo giovanotto di Seattle che sabato prossimo compirà vent’anni e quest’estate è stato prima scelta del draft Nba. Il fatto d’ostentare sempre tranquillità nel suo gioco, ha cominciato col dire Bonfardeci, è una delle migliori caratteristiche di Banchero. Ed è assolutamente vero. Anche se nei primi due quarti non si è preso grandi iniziative e ha scaldato a lungo la panchina, ma ha dimostrato di non aver davvero paura di niente e di nessuno. Nemmeno di Stephen Curry. Come Matteo So-na-lagna s’è subito affrettato a confermare se non altro per l’abitudine consumata negli anni con Ciccioblack: “In effetti è molto più maturo dell’età che ha”. Il tiratore scelto da Orlando con il passaporto italiano, grazie alle origini liguri neanche del nonno ma del bisnonno, e per i miei gusti con qualche tatuaggio di troppo, è invece esploso nel secondo tempo dopo un canestro “giro sul perno e jumper morbido” che gli ha dato fiducia e ha trascinato i Magic ad una rimonta che sul 62-78 in favore dei Warriors l’incauto Bonfardeci aveva già battezzato proibitiva dal momento che “solo i Rockets possono battagliare quest’anno con il team di Jamahl Mosley per il peggior record della Lega”. Sia quel che sia, e senza avere la più pallida idea di cosa voglia dire “difendere”, alla fine è stato un pirotecnico 130-129 per Orlando nonostante i 39 punti di Curry. E pure è arrivata la quarta sconfitta di fila per i Golden State ancora a secco di vittorie lontano da San Francisco. Ma soprattutto lo sfacciato rookie di due metri e zero otto, approdato agli Orlando Magic dai Blue Devils di Duke, l’università di New York dove gioca e studia anche Pippo Messina, ha chiuso con 22 punti più 8 rimbalzi. Che ne dite? Non male, vero?

Prima di Natale, non mi ricordo più dove l’ho letto ma da qualche parte di sicuro, il presidentissimo Gianni Petrucci, il cittì Gianmarco Pozzecco e il direttore generale Salvatore Trainotti partiranno alla volta degli Stati Uniti d’America per fare la conoscenza di Paolo Banchero, che non ha mai messo piede in Italia e al massimo del Bel Paese conosce la pizza alla napoletana e gli spaghetti alla carbonara che mamma Rhonda Smith, allenatrice di basket, non gli ha mai cucinato semplicemente perché non ha la più pallida idea di come si preparino. Checché ne dica Federico Buffa nei suoi racconti che assomigliano sempre più alle favole. Ora se i tre vogliono regalarsi una meritata vacanza in Florida per festeggiare l’ottavo posto conquistato agli ultimi Europei e fare un salto magari anche a Seattle che, ve lo posso assicurare, è una città fantastica sulla costa del Pacifico a cento miglia dal Canada, credo che nessuno abbia qualcosa da ridire. Ma se pensano di riuscire a convincere il predestinato, che è già legato agli Orlando Magic da un contratto quadriennale di una cinquantina di milioni di dollari, a vestirsi d’azzurro e disputare con la nostra nazionale i campionati del mondo del 2023, penso che il loro sarà un bel viaggio a vuoto che potevano benissimo far risparmiare alla Federazione. E comunque se vedrò Banchero giocare al fianco di Paul Biligha e Giampaolo Ricci nel prossimo fine estate in Indonesia, Giappone e Filippine rinunciando magari a far parte dell’All Star Game ai Giochi di Parigi del 2024, entro in convento, mi ci chiudo e più non esco. Lo giuro.