L’Olivetta Spahija che voleva LeBron ha preferito Venezia

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E’ bello e impossibile che tutte e due possano perdere, come vorrei, nella stessa finale di Coppa Italia e così non guardo il duello romano tra la squadra più amata dalla vergognosa Gazzetta e la più sfigata d’Italia se non altro per il colore della sua maglia. E scrivo con piacere. O almeno ci provo. Con le finestre aperte sulla città che pare morta dopo le dieci di sera e comunque girando le spalle alla televisione aperta (senza voce) su Canale 5. Avrei per la verità anche un po’ di sonno, ma ho anche troppe news di palla nel cestino da darvi e allora tiremm innanz. O almeno ci provo. Col solito coraggio. Mentre Mamma Rosa e Papà Urbano non s’occupano d’altro da domenica che di coprir di fango, per non dir di qualcos’altro, la Juventus. Dedicando al massimo tre righe al giorno ai playoff di serie A che da sabato entreranno nella loro fase calda con Guido Giovannetti, Sahin Tolga e Denny Bongiorni che arbitreranno alle 18 la prima semifinale della terza stella milanese tra la Caimani Armani e il Banco di Sardara. O forse pensate che la Virtus possa vincere lo scudetto? Poveri sciocchi. Anche se la Segafredo di Don Gel Scariolo è per me molto più squadra dell’Olimpia, ma il fischietto in bocca ce l’avrà Ettore Messi(n)a e per andare a conquistare il Forum non basteranno, sperando di sbagliarmi ma non credo, nemmeno le cannonate di Belinelli e i droni di Teodosic. Oltre alla tenacia del miglior giocatore che abbiamo nel BelPaese: Daniel Hackett. Checché ne dica il P(r)ozzecco che solo a pensarlo cittì mi vien sempre da ridere.

Mi volto ed è l’intervallo all’Olimpico. Meglio. Così posso ancora sperare che perdano entrambe come mi auguro che succeda a giugno contro City di Guardiola e il West Ham di Jansen. Non sono ipocrita, né fariseo. Ho deciso: non compro più il quotidiano che sarebbe più onesto tingere d’altri colori: se non d’azzurro o di rosso con le righe nere, almeno di granata. Così come, appena potrò, non rinnoverò più l’abbonamento a Sky, che promette d’estate mari e monti, e poi le esclusive del pallone se le sono prese ad autunno le altre emittenti, da Dazn a Prime Video, da Discovery+ allo stesso Canale 5 che le lasciano gli avanzi come Sampdoria-Sassuolo al venerdì sera e Verona-Empoli la domenica a mezzogiorno. Sai la libidine? Mentre la Rai vi offre nel weekend i cavalli da Piazza di Siena che sono comunque più interessanti del Ghiro d’Italia che oggi ha fatto tappa a Caorle e quindi è passato sotto casa, ma non mi sono nemmeno affacciato al balcone. Però venerdì lo guarderò che sale alle Tre Cime di Lavaredo che sono le più belle montagne del mondo. E qui di sicuro non mi sbaglio. Tanto che non m’interessa nemmeno sapere la vostra opinione. A venti chilometri da Cortina d’Ampezzo che pure non scherza con le mie Tofane.

Se siete juventini e non vi garba Acciuga Allegri, siete ingrati e ignoranti e dovreste farmi almeno il favore di tifare per l’Intertriste che oltre tutto mi sembra abbia vinto con quell’altra là per 2-1. Magari come al solito rubacchiando, ma non chiedetemi altro. Mi domando piuttosto come ho fatto a comprare il libro d’Adriano Galliani, e passi, e di Luigi Garlando, la qual cosa è davvero imperdonabile. Anche se devo ammettere che il primo capitolo dedicato dallo Squalo alla madre Annamaria che gli trasmise l’amore per il calcio e gli sport mi ha persino commosso. Sto proprio diventando vecchio. Anzi già lo sono. Anche se quella frase anonima che ho pure adesso davanti agli occhi(ali) mi dà la forza di combattere il mieloma plurimo e cronico con le pastiglie di chemio e le gocce di cortisone. “Le persone odiano la verità, ma per fortuna alla verità questo non interessa”. Galliani ha tifato per il Monza e poi per il Bologna contro il Milan. “Il primo marzo del ’64, a vent’anni, siamo andati con il bandierone rossoblù a vincere a San Siro con un gol di Nielsen e uno di Pascutti”. Ma anche confessa a denti stretti: “Simpatizzavo per la Juve come tanti brianzoli ancora oggi. Per ragioni solo d’appartenenza: alla Brianza, non alla Juventus”. Ipocrita e fariseo. Alla pari del caramba della Gazzetta col quale ha scritto questo libretto nel cui retro Adriano si ribella a chi l’ha disegnato “come un uomo di potere, cinico e spietato, senza scrupoli sul mercato”. Insomma uno Squalo.

Chi l’abbia chiamato Squalo lo ricordo molto bene: è stato Ruud Gullit in una cena con Licia Granello sui Navigli di cui parlai anche a Umberto Gandini. Più di trent’anni fa. E difatti Galliani ha dedicato le sue memorie a Marco Van Basten. Ma questo lo scriverò sul mio librello “Una per tutti” forse un giorno. Però prima lasciatemi dire della crudeltà dei giudici della Corte federale d’appello che si sono grattati per mesi e poi hanno comunicato alla squadra bianconera la loro estorsione di 10 punti in classifica (per salvare ovviamente il Diavolo di Maldini e Pioli nella prossima Champions) giusto a meno di mezz’ora dal fischio d’inizio della partita di Empoli. Della qual porcheria nessun giornalista ha poi tenuto conto nella cronaca di un 4-1 oltre tutto più Pinocchio dei due carabinieri di “Le memorie di Adriano G.”. Perché il gol di Gatti ancora sullo 0-0 dopo la traversa dimenticata di Milik era regolare. Perché il rigore dello stesso polacco su Cambiaghi non c’era come ha sostenuto anche l’ex arbitro Luca Marelli, ora luminare alla moviola su Dazn, non certo simpatizzante juventino, che ha definito il contatto in area tra i due “marginale e molto leggero”. Così come quando il portiere Vicario ha travolto Vlahovic lanciato a rete e il serbo se ne è lamentato, Marelli ha commentato: “Vlahovic fa bene a protestare: Vicario meritava il rosso”. Ora che tal Simone Battaggia abbia dato sulla Gazza addirittura 6,5 all’indecente arbitro Ayroldi d’Arezzo lo posso pure capire: voleva arruffianarsi padron Cairo. Ma che lo stesso voto con no challenge l’abbia sparato Emanuele Gamba, che tutti a Vinovo chiamano Granatina, mi sembra davvero clamoroso. Dal momento che Granatina scrive per il giornale di John Elkann. Dando ragione allora a Gigi Moncalvo e al suo libro “Agnelli Coltelli”.

Finirà che, per non farmi il sangue amaro, non guarderò più neanche le partite in tivù della Juve. Difatti domenica sera salterò la partita col Milan e scenderò a Bologna (Segafredo Arena) per seguire l’altra sfida dei playoff tricolori, Virtus-Derthona, che sarà diretta alle 19.30 da Bobo Begnis, ormai il preferito del Messi(n)a, Lorenzo Baldini e Valerio Grigioni. Mentre Michele Rossi sempre di Arezzo non è stato inserito da LaMonica nemmeno tra gli altri dodici arbitri che fischieranno gara 2 e 3 di semifinale. A conferma che è stato sospeso per l’espulsione che posso ora ben definire “offensiva” nei confronti di Frank Vitucci. E questa è la prima notizia. La seconda riguarda sempre l’allenatore di Brindisi che a Treviso ha casa e potrebbe essere casa e bottega dal momento che della Nutribullet, come già anticipato, Simone Giofrè dovrebbe essere il nuovo manager. E la terza resta in tema: anche il paisà Lele Molin per avvicinarsi alla famiglia che vive a Mogliano Veneto, una decina di chilometri dal Taliercio, ha lasciato dopo sei anni oggi Trento e sarà il vice di Olivetta Spahija a Venezia. Dove non sono stati rinnovati i contratti a Gianluca Tucci, il fedele braccio destro di Walter De Raffaele, e Simone Bianchi, che sarà sostituito da un assistente che Olivetta (nella foto-ciottola) preleverà dal suo ricco orticello.

Se mi chiedete invece perché a Spahija ho dato il soprannome di Olivetta che vi piace tanto, ve lo ripeto perché non sono Paganini e nemmeno suono il violino a nessuno. Nemmeno alla mia Tigre. Il tecnico croato possiede al suo Paese un vasto uliveto a cui tiene quasi più che al basket: insomma produce un buon olio e lo vende anche in Italia. A quale prezzo? Ve lo farò presto sapere. Intanto si è venduto bene alla Reyer raccontando la storia dell’orso ai giornali locali che se la sono bevuta come del resto Napoleone Brugnaro che si è affrettato a fargli firmare un uno più uno non da pochi euro temendo che scappasse in Eurolega. Dove? E vallo a sapere. Io so piuttosto che LeBron James voleva sostituire Darvin Ham con lui dopo il 4-0 beccato tra capo e collo dai Denver Nuggets di Nikola Jokic e la stoppata di GordonMurray che l’ha stesso al tappeto nell’ultimo assalto per trascinare gara 4 della finale di West Conference almeno ai supplementari. Peccato che Olivetta avesse già raggiunto l’accordo con il sindaco di Venezia (a vita?) e non all’osteria da Ronaldo in campo (San Zaccaria) e per questo pare che LeBron, offeso e sconsolato, stia prendendo in seria considerazione l’ipotesi di ritirarsi a 38 anni dopo venti stagioni nella Nba con il record dei record degli oltre 39.000 punti segnati.

Scherzi a parte, alla Reyer è la rivoluzione tra chi Spahija vorrebbe mandar via, in primis Marco Spissu, e chi con Spahija non vorrebbe stare più nemmeno un minuto secondo come Derek Willis, che vorrebbe scappare di corsa in Eurolega, Brooks e Moraschini. Di sicuro tornerà Davide Casarin da Verona e farà le valigie Jayson Granger. Il grande capitano Michael Bramos, che sabato compirà 36 anni, andrà in pensione negli States e solo Parks e Tessitori sono sicuri di restare però accettando d’essere seconde linee. Mentre il resto ve lo racconterò la prossima volta. Compreso il trambusto che è scoppiato nella Lega LNP dove tre consiglieri si sono dimessi e tutto il consiglio è saltato a gambe per aria. Facendo la fortuna del presidente Pietro Basciano che non si ricandiderà, stanco dei galletti di provincia in A2 che non vedono al di là della loro cresta, e si prenderà così un lungo periodo per decidere cosa fare da più grande. Per esempio il presidente federale, che vedrei di buon occhio con il sostegno di Massimo Faraoni, se davvero Giannino Petrucci andrà alla Salernitana accettando il triennale da un milioncino a stagione che si sussurra gli abbia proposto Danilo Iervolino che possiede un patrimonio, tanto per spiegarci, di un miliardo di dollari. Evviva. Invitando anche il Poz e il Messi(n)a a brindare alla nuova vita…