Come volete che sia finita con Don Carmelo arbiter?

virtus

Da dove m’infiammo? Accendete pure voi il cerino dove più vi stuzzica? Sul Forum nel quale stasera non trovi un biglietto nemmeno a pagarlo? Anch’io ci ho provato nei giorni scorsi: invano. Oppure sulla terza finale che dovreste aver già capito come andrà a finire dal momento che sarà Don Carmelo Paternicò, arbitro di parte, a dirigerla? E per favore non chiedetemi se dalla parte di Armani o della Segafredo? Perché nel qual caso metterei subito un punto e non tornerei più accapo: mi sentirei troppo preso in giro. O preferite che vi parli del coraggio che ha avuto quel povero Christos di Stavropoulos, primo ministro senza portafoglio di Milano, a lamentarsi con i direttori d’orchestra della prima e della seconda sinfonia di Bologna? Ovvero con gli arbitri che a me invece non sono dispiaciuti: Begnis (voto 6.5), Mazzoni (7) e Giovannetti (6); Lanzarini (6+), Attard (7.5) e Borgioni (5.5). Proprio lui che ne ha viste per anni di cotte e di crude in Grecia tra Olympiacos, dove ha lavorato, e Panathinaikos, dove di lui ne hanno raccontate di tutti i colori? Oppure del coraggio che ho avuto io a comprare la Gazzetta che da mesi non leggo più se non al bar che si fa ombra con la torre dell’orologio della piazza che però oggi era chiuso sperando che non sia morto il gatto? Ma volevo capire almeno da lei, che è il quotidiano a prova contraria del contestatissimo Urbano Cairo, come si va risolvendo la questione tra il suo Toro e il presidente del Venezia, Duncan Niederauer, che non ne vuol sapere di fare sconti di alcun tipo per cedergli Paolo Vanoli, l’allenatore della promozione in serie A, se non per un milione d’euro in cash?

Scegliete pure con calma, ma non troppa, perché alle venti, minuto più minuto meno, mi aspettano i bogoeti del Leone di San Marco che, se non sapete nemmeno cosa siano, non sapete neanche cosa vi perdete. E poi c’è Olimpia-Virtus che per la verità potrei pure vedermela domani in registrata o anche nemmeno: tanto so già come andrà a finire. Ovvero? Ditemelo voi. Io nel frattempo vado a leggermi il pezzo di Oscar Eleni che gentilmente lui stesso ogni lunedì mi spedisce o dalla “grande strada argentina che porta verso il Pizzo Torre per confessare al grande gufo grigio, fratello dell’allocco che domina in Lapponia, il disagio della passione” o “a dieci metri dalla riva del lago neozelandese Tanaka dove il salice solitario richiama più spettatori di certe partite”. Che poi il grande Orso scriva ancora anche sul Giornale questo non vi permetto nemmeno di chiedermelo dal momento che, un cincinin conoscendomi, dovreste per lo meno supporre che non mi sono mai sognato di comprarlo in vita mia neanche quando c’era Indro Montanelli alla direzione e Marco Travaglio che sbavava (giustamente) ai suoi piedi. Figuriamoci oggi con Alessandro Sallusti, l’ex dell’innocente Daniela Santanchè, che proprio da  Cilindo Montanelli  era stato assunto nel 1987 imparando da lui neanche la punteggiatura, ma imparando subito a ruffianarsi come si deve il Pregiudicato d’Arcore ancor prima che lo avessero fatto santo e beato.

Dove sia finito ieri Eleni non l’ho capito. Forse per una volta è rimasto seduto in divano accanto alla sua fantastica (e unica al mondo) Luisa nella casa milanese di via Pirandello che ho a lungo frequentato (e amato) per godersi gli Europei di Roma che hanno coinvolto e appassionato pure me molto più “di certe partite”, diciamocelo pure, soprattutto di calcio. Da Gesù Cripto, come chiamo satiricamente nel basket l’indiscusso numero uno dei giornalisti dell’atletica leggera italiana, volevo in verità sapere se avesse più in simpatia il diciannovenne Mattia Furlani, meraviglioso argento nel salto in lungo, o Lollo Simonelli, 22 anni di Dodoma (Tanzania), 13’’05 nei 110 ostacoli  per battere lo spagnolo Liopis (13’’16) e conquistare la medaglia d’oro non so quanti secoli dopo l’eterno Eddy Jean Paul Ottoz. Uno mi piace più dell’altro ed entrambi più di Marcell Jacobs e Marco Tamberi. Peccato che ieri Oscar fosse più angosciato dalle prossime prestazioni delle nazionali di Spallucce Spalletti, l’antipatico Lucian(i)no di Certaldo, e del simpatico Poz, alias Gianmarco P(r)ozzecco, che entusiasta per l’incredibile medagliere azzurro dell’Olimpico. Faceva comunque prima a chiederlo a me cosa farà l’Italia in Germania e l’Italia ai Giochi di Parigi. Da una squadra di giocatori di scarso o nessun talento, per una volta sono d’accordo con Josè Mourinho, c’è da aspettarsi non più di un onorevole – si fa per ridere – quarto di finale. Mentre se Marco Spissu e Casarin padre e figlio si qualificheranno per le Olimpiadi e si vedranno via satellite dalla Torre Eiffel (e non più dalla torre di Mestre), io per pareggiare la loro impresa dovrò andare come minimo sulla luna sotto braccio a Giannino Petrucci o su Marte con Giampiero Hruby, l’agente di Walter De Raffaele e Stefano Tonut che non ho nominato per caso o per sbaglio.

Difatti, né a lui né a me, l’ufficio stampa dell’Olimpia ha concesso l’accredito per la partita del Forum che andrà ad iniziare tra qualche minuto. Ed io sto ancora qui a perder tempo (con i bogoeti olio aglio e prezzemolo che mi aspettano pronti in tavola) a scrivere di Claudio Limardi, livornese e padre di ben quattro figli che non so nemmeno se abbia già affiliato anche loro (poveretti) alla Banda Osiris. Il quale non ha trovato nemmeno il tempo, indaffarato com’è da anni a non fare un dolce bel niente dopo aver contribuito da direttore alla chiusura del leggendario SuperBasket, di dirmi al telefono “scusa, grandissima testa di cazzo, ma per te non c’è un posto neanche in piedi per vedere o commentare le imprese tricolori dell’Armani con la Virtus né in gara 3 né in gara 4”. Bene. Gli chiedo solo un ultimo favore. Faccia soltanto leggere questo scarabocchio d’articolo al suo grande capo perché nemmeno l’Innominabile credo possa esser d’accordo con la sua bassa scelta e puerile decisione d’escludermi dal Forum. O almeno lo spero. Quanto a voi, che non avete ancora scelto quale argomento avrei dovuto trattare stasera, vi saluto e vi do appuntamento magari a domani e forse domenica alla palasport della Fiera di Bologna. Non si sa mai. Dove all’ultimo momento sono volato in Jaguar sabato (vedi personalissima foto). Con il consenso del mio professore, l’illustrissimo ematologo oncologico di Padova, e persino della Tigre che a Milano, detto tra noi, mi avrebbe proibito d’andare anche in treno.

Un’ultima cosa: ho un sacco di più o meno gradevoli notizie che neanche Babbo Natale riuscirebbe a portare in spalla, o sulla slitta di Giorgio Armani, e che comunque non vedo l’ora di svuotarlo. V’anticipo soltanto che Nicola Brienza, di cui non si può fare senza, sarà l’allenatore di Brescia che quest’anno ha fatto molto meglio della Reyer che invece ha confermato due mesi fa Olivetta Spahija dopo aver prenotato, e ne son certo, Gianmarco Pozzecco. Vallo a capire Napoleone Brugnaro. Che così in un colpo solo ha perso Rayon Tucker che andrà a giocare in Eurolega, Andrea De Nicolao e Jeff Brooks che seguiranno le loro donne a Varese o da quelle parti là, oltre a Max Heidegger e Kyle Wiltjer che non ne vogliono sapere di stare neanche un secondo in più con il vecchio tecnico. Come del resto Nicolò Melli vorrebbe staccarsi dall’Innominabile, ma chi gli darà due milioni d’euro in Europa? Forse il Panathinaikos? Vedremo. Intanto pare che Awudu Abass faccia ritorno a Milano e questo mi dispiacerebbe parecchio. Mentre sarà bello vedere Danilo Gallinari, se lascerà la Nba, alla corte di nuovo di Giorgio Armani, col quale è già in parola, e dell’Innominabile che invece non lo può vedere nemmeno dipinto. Dio mio, come l’ho fatta lunga pure stasera. Anche perché non vi ho detto ancora nulla della sorte che toccherà invece a Marco Spissu che come sapete mi sta molto a cuore: lascerà comunque Venezia, questo è poco ma sicuro: Olivetta in primis non lo vuole. E dov’è il problema? Matteo Comellini, il numero uno oggi tra gli agenti nel BelPaese, saprà trovargli un’ottima sistemazione, magari a Reggio Emilia per riunirsi a Claudio Coldebella e a Dimitris Priftis, già tutti tre insieme a Kazan. Però non prenderà più il mezzo “checco” a stagione che guadagnava in laguna. Ultimissima davvero, ma clamorosa: Alessandro Gentile ha girato le spalle allo storico amico-manager di famiglia, Virginio Bernardi, per passare a Riccardo Sbezzi. Che è un po’ come saltare dal Pd a Fratelli d’Italia senza fare una piega. Evviva! E adesso rubatemi pure le notizie come fanno abitualmente Sportando, alias Scimmiottando, e i Gazzettini vari senza citare la fonte. Tanto Artiglio Caja mi ha smentito d’aver ricevuto offerte sinora da Cantù impegnata domani nella quarta finale a Trieste. Però mi ha anche confidato d’aver lasciato casa a Bologna…