Non lasciatevi ingannare dal Gallo, Belinelli e il Mago

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Mi piace il tormentone. Molto più del torrone. Che è troppo mieloso per i miei gusti. E poi non spacca i denti, ma al massimo rompe le palline a quelli che  sono i bersagli dei miei strali quotidiani. Come per esempio butto là due nomi a caso: Ciccioblack Petrucci e Giannino Tranquillo. Lo so, ora magari pensate che mi sia bevuto il cervello e che sono in totale confusione. Non ancora, però non ci manca molto. E’ che volevo semplicemente vedere se stavate attenti. Di Giannino Petrucci oggi comunque non parlo. Anche se la sua opera di demolizione della nostra pallacanestro continua senza tregua. Giorno dopo giorno, massone su massone, raggio per raggio per 3,14. E così il cerchio si chiude. Oggi la mia attenzione è tutta rivolta a Ciccioblack Tranquillo e le sue scimmiette. Perché adesso qualcuno deve avere il coraggio di dire basta. E lo faccio io. Tanto per cambiare. Siamo infatti ormai alla circonvenzione d’incapaci. Cioè di quelli che sono i suoi più fanatici seguaci. Normalmente dai 10 ai 19 anni o dai 71 agli 88 che si fanno abbindolare da un cicciotto con il doppio mento e la faccia da pere cotte. Che li prende per il sedere senza che loro se ne accorgano. E li plagia. E li raggira. Raccontando la storia dell’orso per dimostrare che lui sa tutto. Di pallacanestro, ma anche di come si sta al mondo. Tutti al mondo dovrebbe invece capire che le sue telecronache su Sky non sono in diretta e che Ciccioblack racconta le partite fingendo di non sapere come sono andate a finire le cose qualche ora prima sul parquet della Nba. E così fa sempre un figurone. Come l’altro pomeriggio in occasione di Houston-Charlotte che si era consumata nella notte in Texas. Tranquillo e So-na-lagna Soragna, i Rockets del loro amico D’Antoni avanti di un bel po’ e Montrezl Harrell con le meches fucsia in lunetta per due tiri liberi che realizza: 110-95 e mancano sì e no sei minuti al termine di un match stanco e già apparentemente deciso dalla tripla doppia (40 punti, 15 rimbalzi e 10 assist) di Barba Harden. Quando a ciel sereno quel matto, che vuol fare ogni volta il fenomeno, strilla: “Occhio, spesso Houston ha problemi nei finali di partita”. Ma va? E vuoi vedere che adesso gli Hornets rimontano? Detto-fatto: 0-16 di parziale in un amen, i Rockets in bambola, Harden che manda Michelino a quel paese e Kaminsky III che infila la tripla del sorpasso. E adesso? “Scommettiamo che ora entra Belinelli?”. E così è: chi l’avrebbe mai detto? Quel che Ciccioblack invece non dice è che il Marco di San Giovanni in Persiceto sbaglierà due bombe consecutive come gli succede immancabilmente quando i tiri sono di fuoco e valgono più dell’oro. Ma questo è meglio che non si sappia troppo in giro perché Alessandro Mamoli, il clone di Tranquillo, ha scritto un libro sulla vita di Belinelli. Come Tranquillo su quella del Gallo con la cresta che per alzarla, e vincere una partita, deve però andare a Londra ed avere per avversari gli inguardabili Indiana Pacers. Se poi ancora vi interessa sapere chi ha prevalso nella pagliacciata del grande circo di Houston, ma non credo, perché ormai Ciccioblack avrò stufato me e voi, andatevelo a leggere sulla Gazzetta di Mamma Rosa che oggi ha titolato: “Quanto ci manca Gallinari”. Forse a lei, mentre al sottoscritto no di certo. Semmai ho nostalgia di Gigi Datome perseguitato da Obradovic e a lungo dimenticato nell’ennesima sconfitta del Fenerbahce che è scivolato al quinto posto di una classifica che avrebbe dovuto comandare assieme al Cska di Mosca e al Real Madrid. Ricordando, così tanto per non passare di nuovo per scemi, che con i soldi che prende il vostro grande e intoccabile Zelimir Obradovic la Stella Rossa di Belgrado, che ieri sera lo ha sbattuto dietro la lavagna, gioca come minimo cinque stagioni d’EuroLega e le avanzano ancora i dinari per brindare alla faccia sua, rossa come un pomodoro, tutti i primi lunedì del mese. Se invece vogliamo parlare di Andrea Bargnani, parliamone pure, però a patto che non vi mettiate a ridere. Difatti contro il Darussafaka, che incredibilmente l’Armani ha castigato ad Istanbul, il Mago de Roma ha giocato tre minuti, ha commesso due falli da pirlone e non ha fatto altro. Per la disperazione di Sito Alonso, il bravo allenatore del Baskonia che, se potesse, lo taglierebbe a fettine e lo mangerebbe tra due fette di pane tostato.