Al Bombolone non tutte le ciambelle riescono con il buco

ciambelle

Non l’ho mai sentito parlar male di qualcuno. Neanche di quel bastardo, per non dire molto di peggio, del figlio di Klara Poelzl e Alois Hitler. In fondo, raccontava, non erano poi così brutti gli acquarelli pubblicitari che vendeva all’angolo della strada quel povero ragazzo nato a Braunau am Inn, nella regione dell’Alta Austria, ai confini con la Baviera, che a 21 anni dormiva in un dormitorio pubblico di Vienna e mangiava alla mensa di un convento dei Fratelli della Carità. Ed era così mal ridotto che un passante ebreo, che vendeva abiti usati, un inverno si tolse il cappotto e lo regalò a Hitler. Come fece nel ’69 la buonanima di Ezio Vendrame, genio assoluto e incompreso del mondo del pallone, con uno zingaro scalzo uscendo dal negozio dove aveva appena comprato un paltò di cachemire ad un prezzo spropositato: “Aveva molto più freddo di me”. Ebbene, non mi crederete, ma ieri nel primo pomeriggio ho sentito Paolo Condò, sempre più Bombolone, dire peste e corna di Vincenzo Spadafora, ministro dello sport nel governo del Conte Giuseppe, perfettamente allineandosi, come è suo costume, con i club più potenti della serie A che vorrebbero tornare a giocare anche domani. Costi quel che costi. Cioè anche a costo di schierarsi, senza dover per altro far molta fatica, al fianco di Matteo Salvini che ieri arringava i branchi di somari che gli danno corda sbraitando peggio di Riccardo Trevisani nelle sue deliranti telecronache intertristi con Lele Adani: “Se non aprite subito tutto (anche gli stadi?) e ai primi di maggio il Papeete, scendo in piazza e in spiaggia con le mascherine”. Ovvero con Pulcinella, Gianduja, Meneghino, Meo Patacca, il dottor Balanzone e Rugantino, Brighella e Fagiolino. Mentre Arlecchino ha gentilmente declinato l’invito preferendo piuttosto scoparsi Colombina. “Ho l’impressione che ci sia un intento punitivo nei confronti del calcio di serie A” ha argomentato il mulo triestino del quale si conoscono le idee politiche non certo giallo-rosse e semmai blu (e nero) cerchiate. “E qui mi riferisco soprattutto a Beppe Grillo quando, non so se ricordate, propagandava la decrescita felice come prospettiva augurabile soltanto nella sua testa”. Che avrebbe volentieri chiamato anche zucca, ma ha preferito mordersi la lingua essendo ospite della piattaforma più dogmatica e antipolitichese – a parole – della terra. Dopo “l’impressione” Paolo Condò, al quale il coprifuoco in casa deve aver notevolmente accentuato l’appetito, ha avuto anche “il sospetto che il ministro Spadafora appartenga a una fazione interna al governo, e interna al suo movimento, che continua a perseguire proprio questa idea grillina”. La quale per la verità a me tanto peregrina non sembra se la crescita non porta ricchezza ma crea semmai divario tra chi ce l’ha e chi non l’ha. Come succede anche nella serie A di pallacanestro dove si sta pericolosamente allargando il solco che divide le opulenti Milano di Armani e Segafredo di Zanetti dal resto delle società quasi alla canna del gas ad eccezione della Reyer di Napoleone Brugnaro e (forse) del Banco di Sardara. Che poi l’amico del cuore di Ciccio(black) Tranquillo sia seguace del partito del Magna e bevi (Meb) non occorre essere dei geni per intuirlo: basta infatti guardare la faccia bella tonda (e grassa) di Condoricò e al volo capisci che è una mascella selvaggia. Come diceva di me la Tigre quando ancora percepivo i gusti e mi sarei divorato ogni giorno due galletti con una montagna di patate fritte dopo una gigantesca carbonara e prima di un cestino di frutta di stagione. Bei tempi. Altri tempi. E comunque accusare Spadafora di remare contro il calcio, come sostiene a viva voce Sky per bocca del Bombolone, mi sembra una sparata da Cazzaro Verde disperato perché nei consensi sta rotolando a valanga e non sa più quali pesci prendere. Del resto lo ha confermato il ministro stesso: “E’ veramente ridicolo pensare che io complotti contro la serie A. E, già che ci sono, preciso che nessuna data di ripartenza del campionato è stata presa la settimana scorsa nella riunione con la Federazione e la Lega del pallone. Del resto alcun impegno può essere assunto dal governo per un arco temporale così lungo senza tener conto dell’andamento della curva dei contagi e sulle indicazioni che il comitato tecnico scientifico potrà dare”. Mi sembra tutto molto chiaro, ma evidentemente da giovani, e giuro che non lo sapevo, sia il Condò Paolo che il Ferri Federico, detto Fefè, l’amico direttore di Sky Sport con le mutande uguali alle mie, cioè a strisce bianconere, si sono laureati in medicina e chirurgia e specializzati in malattie infettive e tropicali. E quindi in materia di Covid-19 possono benissimo dire la loro al pari dei noti virologi Alda D’Eusanio, che nel giugno del 2018 smentì a Francesca Fagnani su Nove d’aver “fatto dei soffoconi a Bettino Craxi”, e Flavio Briatore che si è meritato la foto in prima pagina sul quotidiano di Littorio Feltri, un altro che caldamente vi raccomando, col titolo: “Qui da noi comanda un incapace”. Ovvero il Conte Giuseppe “che si crede d’essere il duce” come sostiene Libero che se ne intende di fascismo e degli eredi bergamaschi di Benito Mussolini. Mentre è abbastanza chiara la ragione per la quale la Lega è infuriata con Spadafora perché Sky, Dazn e Img non solo oggi hanno chiesto la proroga del pagamento dell’ultima rata di 220 milioni di euro, dei quali 130 da parte del colosso americano acquistato nel 2018 da Comcast Corporation, che scade tra tre giorni, cioè venerdì primo maggio, ma chiedono anche un pesante risarcimento danni qualora il campionato non dovesse ricominciare e non potranno più trasmettere le 124 partite che ancora mancano da giocare e che per contratto valgono qualcosa come 440 milioni. “Senza quei soldi è la fine del calcio” piangono disperati soprattutto Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis che prenderei per un orecchio e assieme alla D’Eusanio e a Briatore li porterei a fare un bel giro per qualche corsia d’ospedale della Lombardia dove solo oggi i contagi da carognavirus sono stati poco meno di un migliaio (869) e ben 126 ancora i decessi nelle ultime ventiquatt’ore. Mentre il comitato tecnico scientifico (Cts) in un report ha di nuovo stasera avvertito il Governo a porre la massima attenzione sulle riaperture senza limiti e confini soprattutto nelle regioni dove comandano quegli irresponsabili della Lega di Salvini. “L’infezione può riprendere la sua corsa e far saltare il sistema sanitario nazionale se il lockdown dovesse finire oggi”. Perché – ha spiegato – ogni persona con Covid-19 ne contagerebbe più di due e le terapie intensive arriverebbero ad aver bisogno di oltre 151mila posti letto entro giugno a fronte dei 9mila oggi disponibili. Il dubbio è che i presidenti-padroni della nostra serie A non sappiano più neanche leggere e allora provo a ricordare a loro i due miliardi e mezzo di debiti accumulati dai venti club di serie A o ai 118 milioni di euro pagati quest’anno ai procuratori affinché almeno le loro lacrime non siano quelle del coccodrillo. Intanto in Francia, dopo che in Olanda, è stato imposto lo stop a tutte le attività sportive e alle partite di calcio e rugby sino a settembre: lo ha imposto il governo di Parigi, adesso lo faccia anche il nostro. Mi hanno detto che sul Corriere della Sera l’intervista di un varesino (Flavio Vanetti) a un varesino (Umberto Gandini) meriterebbe un mio commento (satirico e ovviamente cattivo), ma purtroppo oggi non ho avuto nemmeno tempo di leggere i giornali e domani non so se avrò quello per scrivere un pezzullo dovendo io sì andare al mattino in ospedale per una Pet che, se vi dico qual è il suo acronimo (Tomografia a emissione di positroni), anche a me sino alla scorsa estate non metteva paura. Se invece vi spiego che questo esame permette di rilevare l’accumulo di glucosio radiomarcato utile per confermare una diagnosi di tumore e stabilire l’efficacia nel mio caso della radioterapia, magari vi passa la voglia di scherzare e assieme incrociamo le dita. Però è più forte di me e quindi preferisco chiudere questo Scacciapensieri numero 280 con un sorriso e un’anticipazione. Ho finalmente trovato assieme ad un amico (vero) un simpatico, crediamo, nomignolo per il nuovo presidente della LegaBasket: lo chiamerò Mahatma Gandhini ovvero una grande anima, il santone che ci voleva per mettere un po’ di pace tra quel fenomeno di Ettore Messi(n)a, presidente e allenatore dell’Armani più battuta della storia (24 sconfitte in 5 mesi, più di una settimana) e Luca Baraldi, il mio caro Don Chisciotte che contro i mulini a vento ha vinto solo uno scudetto di carta. E non ditemi che Mahatma Gand(h)ini non vi piace. Buonanotte.