Lo zio Aurelio e quella parola che ha sempre in bocca

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Credo di non aver conosciuto in vita mia una persona più ripugnante dello zio Aurelio. E non aggiungo altro aggettivo perché passo volentieri la palla alla Gramella che pensavo fosse in ferie e invece ieri si è anche lui occupato, dando il Buongiorno sulla Stampa, “dell’ultima cafonata attribuita al patron del Napoli e dei cinepanettoni” che gli ha lievemente scosso il sistema nervoso e fatto capire che “chi vive circondato da servi s’illude d’essere un signore”. Due giorni di vacanza me li sono presi anch’io nell’azzurro mare di Jesolo Beach. E così mi era sfuggita l’ennesima prodezza di mala educazione del De Laurentiis. “Questo è un aeroporto di merda”, ha cominciato a sbraitare al povero poliziotto in servizio a Capodichino che si era rifiutato di portargli a bordo i bagagli. Prima di sferrargli una gomitata alla gola e di spingerlo via. Che della nuova sceneggiata napoletana fosse allora protagonista lo zio Aurelio, che questa parola ha sempre in bocca, da quel momento non si sono stati più dubbi. Di merda infatti per lui sono un po’ tutti: dai presidenti delle società di calcio ai giornali e alle televisioni di mezzo mondo, dai film che producono gli altri ai politici indistintamente di destra o di sinistra. Solo il made in Usa salva e allora mi viene da domandargli: perché non toglie subito il disturbo, se ne va a vivere a Hollywood e lì ci resta sino alla fine dei suoi giorni? Se è accertato difatti che sia onnipotente, non è certo ancora che sia anche eterno. E comunque, come scrive pure Gramellini, se lo avesse fatto un altro, sarebbe finito in galera. Magari in Italia no, caro Massimo, ma a Londra sicuramente sì. Come è successo nell’aprile del 2008 all’aeroporto di Heathrow a Naomi Campbell, forse non vip e famosa come De Laurentiis, ma quasi, che litigò con i poliziotti proprio per i bagagli e venne portata via in manette. Con zio Aurelio, come lo chiamano i cronisti del Napoli Calcio al suo seguito, ho avuto a che fare un paio d’estati in Val di Sole, dove ancor oggi è in ritiro la squadra azzurra come il cielo di quel magnifico posto trentino tra i boschi. Ebbene un giorno il re sovrano dei cinepanettoni di Natale salì sul pulpito e prima che piovesse, che Lui la mandava, promise al popolo delirante che il giorno dopo avrebbe cantato e suonato in piazza Guido Lembo, il suo caro amico di Capri. Peccato che il giorno dopo a Dimaro ci fosse il mercato infrasettimanale e le bancarelle non potessero essere smontate e rispedite a casa in quattro e quattr’otto. “Siete dei montanari di merda”, urlò il De Lirantiis (con due i, mi raccomando: ci tiene moltissimo) al vicesindaco del paese minacciando di togliere subito le tende e di continuare altrove il raduno del Napoli di Walter Ego Mazzarri. In Svizzera tedesca o in Austria. Dove però se gridi dietro a qualcuno “Scheisskerl” ti prendono e ti sbattono dentro.