Vi piaccia o meno, il migliore di tutti è sempre Artiglio Caja

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Vi dico la verità: mai avrei pensato che Venezia potesse perdere a Casale Monferrato con la neopromossa Tortona che avrà anche chiuso la regular season al quarto posto, forse più per peccati mortali o disgrazie altrui che per innegabili meriti propri. Avrà anche i milioni di Beniamino Gavio, detto Marcellino, il nuovo re delle autostrade d’Italia, che le escono dagli occhi come lo Zio Paperone che è scozzese di Glasgow, lo sapevate? E vincerà anche uno scudetto entro il prossimo decennio, ma non è ancora uno squadrone tale da dare una strapazzata del genere alla squadra di un Napoleone Brugnaro molto arrabbiato per non dire furioso. La quale in effetti la Reyer, se non avesse avuto ieri sera Stefano Tonut che ha firmato un splendido trentello come Amadeus Della Valle, non più Ricciolino, il giorno prima a Brescia contro il Banco di Sardara, avrebbe segnato in tutta la partita la miseria di 28 punti con un vergognoso 2 su 20 nel tiro complessivo da tre punti e una difesa imbarazzante. E così adesso mi trovo spiazzato come mio nipote che si era preparato per prendere un bel voto in geografia sull’Emilia-Romagna e poi invece la maestra lo ha interrogato in storia su Giulio Cesare. Per carità se l’è cavata lo stesso alla grande, però io volevo ancora parlarvi degli arbitri: per esempio del fischietto ucraino Boris Ryzhyk che Ettore Messi(n)a conosceva molto bene dai tempi in cui era l’allenatore del Cska a Mosca e l’ha raccomandato a Giannino Petrucci perché Ryzhyk potesse continuare ad arbitrare anche nel Bel Paese dopo essere fuggito dal suo in guerra ed essere riparato con la famiglia a Barcellona dove già abitava la figlia in casa dello zio. E ovviamente il presidente federale di Valmontone l’ha in quattro e quattr’otto accontentato facendo poi sua la buona azione quotidiana subito pubblicizzata dal Corriere della sera amico con una bella intervista della prima firma del calcio Luca Valdiserri che ne sa di basket come io d’economia aziendale. Fatalità proprio il 24 febbraio, nello stesso giorno in cui l’esercito di Putin ha sferrato il vile attacco all’Ucraina e l’Italia di MaraMeo Sacchetti ha perso la sua strenue battaglia con la piccola Islanda (107-105 dopo due over-time), il quarantacinquenne arbitro di Kiev ha diretto Olympiacos-Armani d’Eurolega che la squadra greca di Bartzokas ha incredibilmente fatta sua per 67-58 nonostante Messina, che aveva negato Melli e Datome ma anche Pippo Ricci alla nazionale, abbia proposto questo quintetto iniziale: Delaney, Hall, Datome, Melli e Hines con Rodriguez e persino Mitoglou in panchina. Insomma gli mancava in pratica Shavon Shields e basta. Eppure per tre giorni e tre notti ha disperatamente pianto lo stesso lamentandosi delle troppe fatiche delle trasferte in jet privato in giro per il vecchio continente di un team con appena diciotto delicate frittolette (in verità un po’ care) a disposizione delle quali solo undici straniere e appena nove inzuccherate a stelle e strisce.

Ieri l’ho capito che ai miei aficionados più sanguigni interessa poco o niente, sbagliandosi di grosso, delle faccende arbitrali o dei giochi del palazzo federale che pure sono molto più importanti per esempio dell’indecente partita di Jordan Theodore, detto Rolex d’oro, come è capitato anche a Tonut dieci giorni fa al Taliercio (ben tre air ball contro la sua Milano!): 2 punti in 22 minuti, 1 su 5 da due, 0 su 3 nelle bombe, nessuna opposizione ad un pur modesto Chris Wright e meno 1 di valutazione. Tanto che il Gazzettino senza tanti giri di parole l’ha chiamato Disastro Theodore nel titolo e non gli ha risparmiato un forse eccessivo 3 in pagella. Semmai i miei affezionati lettori di basket avrebbe voluto che magari sparassi a zero sulla Reyer che è senz’altro una squadra sbagliata e tutta da rifare, come l’avrebbe pensato anche Gino Bartali, ma scommettiamo? Giocherà le semifinali con i campioni d’Italia della Virtus e così avrà comunque centrato il suo obiettivo stagionale facendo magari finta di dimenticarsi che non ha nemmeno disputato le finali a otto di Coppa Italia ed è stata eliminata in EuroCup agli ottavi dai modesti francesi del Boulogne. E poi, detto tra noi, purché non esca dai confini dell’Ue o della Nato, non me la sento adesso di mettere alla sbarra Walter De Raffaele. Dal momento che proprio oggi qualcuno al mio Bobby Solo avranno senz’altro sussurrato ad un orecchio, infrangendogli una giusta speranza e un sogno non campato in aria, che Ettore Messina ha scelto il successore di MaraMeo Sacchetti in nazionale dopo gli Europei di settembre che non sarà De Raffaele, come gli avevano mezzo promesso Giannino e il suo presidente, Federico Casarin, e men che meno Sasha Djordjevic, come avrebbe desiderato anche Petrucci, ma Gianmarco P(r)ozzecco che così passerà alla storia per essere il primo cittì azzurro della nostra gloriosa pallacanestro a non aver mai vinto uno scudetto.

In realtà il Poz da vice dell’Armani grattandosi la pancia ad allenatore dell’Italia a tempo pieno mi sembra un salto in alto pazzesco alla Gianmarco Tamberi campione olimpico con 2 metri e 37 il primo dello scorso agosto a Tokyo. E non aggiungo altro, perché in fondo il ragazzo di Gorizia diverte anche me e mi era simpatico finché non ha esagerato, se non che Pozzecco non allenerà invece Reggio Emilia come in molti ci avrebbero giurato e tra questi anche il padre della presidentessa Veronica Bartoli, però le pretese del Poz, ad esempio l’ingaggio impossibile di Miro Bilan, sono state non tanto esagerate quanto motivate da chi ci ha ripensato e non vuole più essere il tecnico della squadra promessa. Or dunque chi sarà l’allenatore della UnaHotels nella prossima stagione? Il 10 febbraio sul mio blog ho titolato: “Artiglio Caja, separato in casa, lascerà Reggio a giugno” e in pochi mi avevano creduto. Men che meno la Pravda reggiana. Per questione di feeling come canterebbe ancora Mina: è l’unica spiegazione. Perché diciamocela tutta, dopo la sconfitta della Germani stasera in casa con il Banco di Sardara (85-91), 1-1 nella serie e ora i sardi favoriti nella conquista della semifinale con Milano, non so se voterei ancora il fornaretto di Siena, il buon Alessandro Magro, allenatore dell’anno. Perché piaccia o non piaccia il migliore di tutti ancora una volta per me è stato l’Attilio pavese che con una squadra 5+5, sulla carta superiore ai blocchi di partenza solo a Cremona e Pesaro, si è guadagnata il settimo posto dei playoff con 15 vittorie e altrettante sconfitte, due solo meno della Reyer con il terzo budget della serie A e di Tortona con il quinto. In più ha perso la Fiba EuroCup nelle due finali con i turchi del Bahcesehir forse anche perché Caja non ha più visto nemmeno in allenamento da gennaio Leo Candi, da febbraio il 2,08 Mouhamet Rassoul Diouf e da marzo il suo miglior giocatore, l’Osvaldo Olisevicius che ha già rinnovato anche per la prossima stagione. Sostituiti da Larson: capirai. Zero punti e doppio 0/3 al tiro ieri sera contro l’Armani.

Sarebbe allora logico pensare che Veronica Bartoli e Alessandro Dalla Salda possano pure cambiare idea dopo la rinuncia a Pozzecco e a Luca Banchi che già si era negato a loro due volte in passato? Molto difficile. O che lo stesso Caja, ora che ha capito come sono fatti i reggiani ed è in perfetta armonia con tutta la squadra, voglia ricucire un rapporto senz’altro partito con il piede sbagliato, ma che non è mai stato guastato dal minimo screzio o intemperanza interna durante tutto l’anno? E dunque? Ne capirò di più domani quando tornerò al palasport di Casalecchio dopo parecchio tempo per applaudire comunque Artiglio e la sua Reggio Emilia in quella che al 99 per cento sarà l’ultima partita di lui alla guida della UnaHotels contro le inaccessibile scarpette rosse. E intanto, come vi sarete accorti, ho già abbondantemente superato le sessanta righe quotidiane promesse durante questi playoff addirittura raddoppiandole e quindi ho già dato anche per le prossime ventiquattro ore. Se non quarantotto visto che prima di venerdì sera non dovrebbe succedere nulla di sorprendente nei nostri playoff. Certo è che quando Brescia all’ottavo minuto di gara 2 si è trovata avanti di 11 punti (24-13) con 9 punti di uno scatenato Della Valle non avrei mai pensato che all’inizio della ripresa Sassari con uno 0-13 di break rivoltasse la partita come un calzino sostenuta da uno splendido Gerald Robinson e dal solito David Logan che a dicembre compirà 40 anni. Il fatto è che l’ex Ricciolino negli altri tre quarti non ha raccolto che un punticino dalla lunetta e che troppo tardi, e cioè a due minuti e mezzo dalla sirena, sul 75-85, si è scatenato Mitrou-Long (27 punti) con due triple pazzesche e uno scivolo a canestro dell’altro mondo. Intanto non escluderei che Achille Polonara possa giocare in Eurolega ad ottobre nella Segafredo Zanetti e che Riccardo Moraschini possa finire alla Reyer al posto di un Candi,  opzionato da tempo come Gaspardo da Brindisi, che ha già traslocato da Reggio Emilia ed è stato offerto anche alla Bertram non si sa bene per far che. Mentre Ario Costa ha sparato una buona offerta a Banchi perché resti a Pesaro. Altrimenti al suo posto arriverà proprio Artiglio Caja (nella foto). E, dimenticavo, un’ultima cosa: ottima la direzione di Saverio Lanzarini, oggi  come oggi il miglior arbitro italiano che, se sorridesse anche solo qualche volta, non gli farebbe poi male.