Trentottesimo scudetto alla Juventus e non se ne parli più

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Ieri ho scritto uno Scacciapensieri di 1632 parole. Tanta roba. Che poi sarebbero, se la matematica non è un’opinione, più di duecento righe da 78 battute ciascuna. Difatti ho fatto mezzanotte. O giù di lì. Minuto più minuto meno. Oggi a trentatré invece mi fermo. Dovesse cascare il mondo. Così potrete fare l’esame finestra e capire la differenza. Insomma finirò – lo spero – per l’ora del tè senza pasticcini perché non c’è proprio niente da festeggiare. Anche se oggi con il Corriere della sera è uscito l’inserto “Buone notizie”. Quali? Entro il 2022 l’ospedale dei bambini Vittore Buzzi di Milano, unico polo pediatrico della Lombardia, raddoppierà i suoi spazi complessivi e s’attrezzerà di nuove tecnologie uniche in Europa. E intanto la Fondazione ha donato venti posti letto in terapia intensiva per far fronte alla pandemia da coronavirus. Questa sì che è una bella news. Ma non è la sola. Per esempio il titolo d’apertura di prima pagina del Fatto Quotidiano: “Un antivirus da 25 miliardi: nessuno perderà il posto di lavoro”. O quello di Repubblica: “In campo 10 mila medici under 30”. Ovvero diecimila giovani laureati in medicina non avranno più l’obbligo dell’esame di Stato e potranno così subito cominciare a lavorare nei servizi territoriali di medicina generale o nella case di riposo in modo da sostituire altrettanti medici che andranno ad affiancare i colleghi già impegnati nell’emergenza Covid-19. Dal mio punto di vista una buona notizia è anche che l’Uefa abbia ufficialmente rinviato d’un anno gli Europei di calcio che quindi si disputeranno in dodici Paesi, tra cui l’Italia, dall’11 giugno (la partita d’esordio all’Olimpico) all’11 luglio 2021 (la finale a Wembley). Bene. Or dunque l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, già promossa ai quarti, potrà continuare la sua splendida avventura in Champions e questa per tutti i bergamaschi mi sembra tra tanti lutti una piccola ma lieta novella. Sempre che si possa tornare a giocare, ovviamente a porte chiuse, dai primi di maggio. Il campionato di serie A invece, fermo alla settima di ritorno, con ancora dodici giornate (più i quattro recuperi) tutte da disputare, più Napoli-Inter e Juve-Milan di Coppa Italia, non è detto che possa riprendere anche magari sforando poi a luglio. Dovrà infatti dare la precedenza alle Coppe con la Juve di Marx Sarri e il Napoli di Ringhio Gattuso ancora impegnate negli ottavi di Champions e l’Inter del Conte Antonio e la Roma del precario Paulo Fonseca in quelli di Europa League. Noblesse oblige. Tanto più che se le due Coppe del Mondo di sci e di biathlon sono state vinte da Federica Brignone e da Dorothea Wierer nonostante mancassero molte gare alla fine della stagione (tutte cancellate) e nessun italiano s’è sognato di lamentarsene, non vedo quale scandalo sarebbe se lo scudetto 2019-20 fosse assegnato alla Juventus che è stata campione d’inverno al termine del girone d’andata e che oggi come oggi è ancora in testa alla classifica con un punto di vantaggio sulla Lazio e nove sulla Beneamata. Uno scudetto in più o in meno poi che differenza farebbe in casa Agnelli? Erano trentasette (vedi nella foto quello del 2018) e diventeranno trentotto. Nonostante il Benzinaio, Nedved e Paratici abbiano fatto di tutto per perderlo. Erano otto di fila e diventeranno nove. Dispiacendomi moltissimo per gli aquilotti di Simoncino Inzaghi che avrebbero meritato di contenderlo ai gobbi sino in fondo, ma solo per loro. Le conto: sono già 50 le righe che ho scritto e quindi qui mi stoppo. Sorseggiando con voi un buon tè col latte o, se preferite, con il limone. Se invece non avete ancora digerito il mio polpettone di ieri, vi suggerisco di prendere un paio di pastiglie effervescenti di Alka Seltzer sempre che ne troviate ancora nelle farmacie prese d’assalto negli ultimi tempi dai salvinisti sciocchi e dagli intertristi depressi dopo che avevano esaurito le scorte di Cod Liver Oil, alias olio di fegato di merluzzo. A domani con un pezzo tutto e solo di basket dal momento che Mamma Rosa tra ieri e oggi ha dedicato 33+29 pagine al calcio e 0+0 righe alla pallacanestro. Manco un pallino. Niente di niente. Al punto che mi è venuto il dubbio che Papà Urbano Cairo abbia imposto ai redattori del basket in Gazzetta di mettersi in quarantena anche se scoppiano tutti di salute. Tanto se ne riparlerà di Time Out, l’inserto foraggiato dalla Lega, non prima di settembre come hanno chiesto otto società su diciassette a Giannino Petrucci prima che il signore del Palazzo le definisse penose o morte di fame arrivando sin quasi alle minacce. “Devo dire che in modo un po’ patetico alcune realtà che si trovano in posizione di sofferenza o dal punto di vista della classifica o da quello economico che mandano messaggi di sospensione immediata pensando che poi si riparta con il criterio del volersi bene o di una certa clemenza. Al contrario stiamo studiando dei sistemi per cui nessuno avrà un vantaggio da questa situazione purtroppo imprevedibile dovuta a questa pandemia”. Lo dico subito: non è stato bello che il presidente federale, per quanto bene gli voglia, abbia detto queste cose al Carlino di domenica senza far nomi, ma non ci piove che si riferisse a Varese, Cantù, Brescia, Treviso, Pesaro, Pistoia e soprattutto a Trento e Roma sperando che qualcuna di queste prenda paura. E comunque non è stato lo stesso carino. D’accordo, ma ne riparliamo domani come promesso. Coinvolgendo magari anche Umberto Gandini neo presidente di Lega. Ps: le righe alla fin fine sono diventate 68. Ne scrivo altre due così facciamo cifra tonda. Stasera torna Porta a Porta. Meno male perché Bruno Vespa in piena crisi d’astinenza stava già dando fuori di senno.