Basket in quarantena: la serie A ricomincia a settembre

magoo

Un due tre. Sono tre giorni ormai che Mamma Rosa non scrive una sola riga di pallacanestro. Con tutta la carne che c’è sul fuoco. Evidentemente Canfora (C10H16O) e Bartezzaghi (Cruciverbo) sono in quarantena e il loro capo, Giorgio Specchia, fanatico ultrà della curva intertriste, si è quasi rotto l’osso del collo buttandosi giù con lo scooter come nel 2001 dal primo anello della Nord di San Siro dopo che la sua Beneamata era riuscita a prenderle persino a porte chiuse dalla Juventus (8 marzo 2020). Ieri, per esempio, i diciassette club di serie A si sono riuniti in conference call, come oggi fa tanto figo dire, e hanno preso una decisione di massima molto importante: non si torna più sul parquet sino a quando il governo-2 del Conte Giuseppi non deciderà di riaprire le porte dei palasport al pubblico pagante. Ovvero in parole povere: se ne riparla a settembre. Giusto così. Campionato congelato: batterà un po’ i denti, ma almeno si conserverà per tutta la primavera e la prossima estate. Senza retrocessioni e senza scudetto. Di nuovo Pesaro e Pistoia l’hanno scampata bella. Ma pure Roma per la verità rischiava grosso. La Virtus di Bologna e di Morticia Addams Baraldi certamente reclamerà lo scudetto come ha anticipato Walterino Fuochi su Repubblica. Buttandola là – dice – per scherzo, ma intanto l’ha scritta e non è che il suo grande amico Ettore Messi(n)a, permaloso (quasi) quanto me, l’abbia presa benissimo. Oppure pensate che Vincenzo Spadafora o Giovanni Malagò s’assumano la responsabilità di spalancare di nuovo le porte alla gente: “Venghino, venghino: la pandemia è finita. Uscite di casa, affollate gli spalti, ricomincia la festa”? Però, mi raccomando, entro il 3 maggio. Altrimenti poi non ci sarà il tempo per prepararci adeguatamente a perdere con la Serbia il torneo preolimpico di Belgrado (23-28 giugno) con una nazionale che almeno per una decina di giorni la vorrete comunque far allenare – si fa per dire – dal povero MaraMeo Sacchetti? Il campionato è fermo dallo stesso giorno di Juventus-Inter 2-0, rete di Ramsey e capolavoro di Dybala. Dopo che la sera prima Paolo Vazzoler, intrepido presidente della De’ Longhi, purtroppo simpatizzante nerazzurro come Artiglio Caja, ha preso il coraggio a due mani e fatto salire dopo cena tutta la truppa di Max Chef Menetti sul pullman per far ritorno nella notte da Pesaro a Treviso. Domani niente partita col Prosciutto Carpegna. Chi l’ha deciso? “Io” e ha informato del fatto Petrucci mentre passava davanti all’autogrill di Rimini Nord. Che poi Giannino si sia preso come al solito tutti i meriti d’aver abbassato per primo la saracinesca sulla irregular season non è proprio vero. Al massimo è arrivato terzo. Anche dopo il SottoMarinoFernando” di Brindisi che si era rifiutato d’affrontare la sera dopo la Reyer in zona rossa. Sin qui vi è tutto chiaro? Bene. Spalanco allora solo un secondo la finestra sulla notte scura e le strade vuote. Per tutto il giorno ho sentito solo le sirene delle ambulanze che andavano e venivano. Del resto abito in via Ospedale e cosa posso pretendere? Gli intertristi gli ho sistemati. Adesso tocca ai salvinisti che sono molto ma molto più pericolosi. Oggi una delegazione della Croce Rossa cinese, composta da nove esperti, è giunta a Padova da Roma, dove ha incontrato il personale dello Spallanzani e dell’Umberto I°, per illustrare ai colleghi italiani la loro esperienza nella gestione dell’epidemia da coronavirus acquisita a Wuhan. Domani invece, prima di raggiungere Pavia, pranzeranno con Luca Zaia, il governatore del Veneto succeduto a Giancarlo Galan, che ha proposto come entrée un sushi di topi vivi e come secondo un arrosto di gatti vicentini rosolati a fuoco lento col Prosecco dei suoi vigneti. Io penso che ne andranno mattif. Mentre al nuovo presidente della Lega del basket, Umberto Gandini, che è di Varese, vorrei chiedere se almeno sa quando l’Openjobmetis ha disputato l’ultima partita di campionato a Masnago. Glielo dico io: il 19 gennaio con Trieste. Esattamente due mesi fa domani. Auguri. Nel frattempo una settimana dopo ha affrontato la Fortitudo al Palazzo e poi basta, stop, chiuso, ma ugualmente il presidente Marco Vittorelli ha pagato lo stipendio a tutti i giocatori e gli allenatori il 10 del mese di febbraio e di marzo. E dovrebbe pagarne altri quattro per tornare a giocare (forse) a maggio e (di sicuro) a porte chiuse senza incassi? Alberto Castelli, presidente del Consorzio varesino, ha recentemente parlato di un “bagno di sangue” e non stento a credergli con tante spese e scarsi introiti. Ma dove vivete e che film state vedendo? Non è Alice nel Paese delle Meraviglie e nemmeno siete su Scherzi a parte. E quindi dovete fare una cosa soltanto se non sapete vedere al di là del vostro naso un mondo di debiti che sta crollando addosso a tredici società su diciassette. Cioè escludendo l’Armani, la Segafredo, la Reyer e il Banco di Sardara. Martedì prossimo, quando vi incontrerete di nuovo in video-conferenza, non perdete allora dell’altro tempo e votate subito la morte di questo campionato di serie A. Perché è già tardi e dovete mandare a casa tutti, se già non lo sono, non dico con una bella pacca sulla spalla, arrivederci (o addio) e grazie, ma venendosi incontro nella transazione dei contratti con il soccorso indispensabile della Fiba che si dovrà rifiutare d’esaminare qualsiasi eventuale ricorso dei tesserati, siano essi giocatori o tecnici, per una buona e giusta causa: questa maledetta pandemia da Covid-19 che sta devastando tutta l’Europa ed ha provocato solamente in Italia più vittime dell’attacco delle Torri Gemelle di New York e il loro crollo. Come hanno già fatto lo Zalgiris di Kaunas e il Maccabi di Tel Aviv che non sono proprio due società allo sbando e neanche squattrinate, ma che nemmeno amano buttare i soldi dalla finestra come ha fatto quest’anno la procace Milano. Fregandovene delle minacce di Giannino che ha molte altre cose a cui pensare e per cui agitarsi. Regalandogli magari un bel paio d’occhiali da vista che intanto io lo chiamo Mr. Magoo (nella foto). Così magari s’arrabbia solo con me e non con il suo vice, Gaetano Laguardia, che ha giustamente parlato di “campionato falsato senza americani”. Perché anche questo diventerebbe un grosso problema qualora una Federazione sconsiderata e una Lega folle decidessero di comune accordo di disputare in appena sei settimane le rimanenti undici giornate di campionato. Più i recuperi e più ovviamente i playoff e le coppe europee . Lo ripeto e lo sottolineo: il tutto a porte chiuse. Che è un lusso che può permettersi il calcio che solo con i diritti televisivi può tirare a campare o la Liga ACB di basket spagnola che dalla Mobistar e dall’Endesa incassa oltre 16 milioni d’euro a stagione. Mentre il nostro campionato non ha neanche uno straccio di sponsor e dalla Rai e Eurosport Player intascherà un paio di milioni e mezzo se gli andrà ancora bene. Ho fatto davvero molto tardi, ma tengo duro. Vi avevo promesso che avrei scritto in quarantena ogni giorno e lo sto facendo da otto. Tre cose ancora e poi mi caccio anch’io a letto. Uno, mi piacerebbe assistere alla contrattazione tra Ettore Messi(n)a e Ettore Messi(n)a, cioè tra il presidente e l’allenatore dell’Armani, per stabilire la riduzione dello stipendio  in caso di chiusura anticipata del campionato. “Ti va bene se ti tolgo un centone?”. “E’ come se lo togliessi a te stesso. E comunque no perché già rinuncio al premio scudetto che avrei vinto di sicuro”. “Dici?”. “Ne son certo”. “Anche se hai mezza squadra che ti rema contro”. “L’altra mezza mi basta e avanza”. “Qua la mano, mi hai convinto: non ti tolgo un euro”. “Bravo. Così per il prossimo anno ti chiedo solo un ritocchino di un altro milione”. Due, è cresciuta a dismisura la mia stima nei confronti di Re Carlo Recalcati che, invitato da Petrucci ad occupare una poltrona a corte nel prossimo consiglio federale in quota Lombardia, sul solco da me tracciato lunedì scorso e in scia all’impavido Frank Vitucci (“Questa stagione va ibernata”) ha dichiarato al Corriere dello sport: “Quest’anno lo scudetto non deve essere assegnato: nessuna promozione, nessuna retrocessione. La stagione va cancellata come se non si fosse giocata. Di fronte allo stato generale e di salute della nazione e dello sport questo è un sacrificio che si può chiedere a tutti”. Senza guardare in faccia nessuno. Tre, si potrebbe invece alla svelta ultimare il campionato di A2 addolcendo il numero delle partite dei playoff e dei playout. Domanda secca: “Ma così la prossima serie A sarebbe a 19 squadre”. Risposta: “Per una volta perché no? Anche se dubito che piacerà a Milano”. Meglio. Così si dedicherà completamente all’EuroLega e farà giocare gli italiani in Italia e gli americani in Europa. Come del resto Messi(n)a sta facendo adesso e nessuno per carità l’ha sottolineato. Strano. Ad eccezione di Riccardo Moraschini. Ma sino a quando?