La nostra serie A è proprio un campionato da due soldi?

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E poi non ditemi che non so le cose che magari sanno tutti ma non le scrivono per paura o per il quieto vivere. Come la storia delle società di serie A che sono nere con Federico Zurleni perché le ha prese tutte e sedici in giro. Sì, insomma, ci siamo capiti: per il fondo schiena. O forse non è vero che la Kia Motors aveva offerto molto più di PosteMobile per sponsorizzare il campionato, ma il direttore generale della Lega ha preferito privilegiare l’operatore di telefonia mobile del Gruppo Poste Italiane? E’ un segreto di Pulcinella. Ovvero di dominio pubblico tra i nostri club di pallacanestro, ma, se nessuno lo spiattella ai quattro venti, delle due l’una: o lo scrivo io o non lo scrive nessuno e tutti continuano a vivere felici e scontenti. One or the other direbbe Ciccioblack Tranquillo che parla meglio l’inglese dell’italiano senza fare troppa fatica. Piuttosto è inutile che si stiri il collo e guardi sempre in alto, neanche dovesse parlare solo con il Padreterno: il doppio mento ormai ce l’ha, se lo tiene e non può nasconderlo. A meno che non si faccia un bel lifting. Come gli consiglia Diletta Leotta, la donna del boss di Sky Sport in tubino nero e tacchi a spillo. Ma stavo raccontando di Mago Zurleni come simpaticamente lo sfotte Angiolino Costa del Carlino. E’ in Lega da appena sei mesi ed è già ai ferri corti con tutti. Difatti mangerà il panettone, ma non so la colomba. Ha questionato con Federico Casarin contestandogli la strategia di mercato della Reyer e delle cento pizzerie che affiancano la squadra del sindaco di Venezia e regalano i galletti ai ferri. Ma soprattutto si è preso una bella lavata di testa da Livio Proli che, quando prende di mira uno, prima o poi lo fa fuori. Tanto per non fare tanti giri di parole o preferite che usi il preservativo e non vi racconti le storie come stanno? Ho sentito l’altro giorno Jerry De Rosa per esempio dire a Tom: “E pensare che Kalnietis, quando invece gioca per la Lituania, ci ha sempre fatto il mazzo”. Che io chiamo fondo schiena e in meridione sedere o culo a seconda degli studi intrapresi: il liceo artistico o classico? Sorry, forse non ho capito bene. “Per dirla alla francese”, l’ha subito corretto Sconochini. Però è certo che De Rosa si è fatto sicuramente capire. Mentre è ogni volta un problema comprendere quello che vuole dire Paperoga Crespi nei suoi clinic per giovani allenatori in diretta su Sky come ieri all’inizio del quarto periodo di Caserta-Pesaro. “Jones fa uno short roll, cioè un taglio corto. Quindi deve ruotare un altro difensore. E con l’extra pass trova il tiratore liberatosi fuori dalla linea 3 nell’angolo opposto da dove era iniziato il gioco”. Tutto chiaro. Come no? E comunque, se qualcuno – bontà sua – me la spiega meglio, giuro che spendo una parola buona con Paperoga e gli faccio avere il diploma di vice coach. Come il mio amico senese, Alessandro il grande Magro, che a Andrea Diana potrebbe anche suggerire una difesa che non sia la 2-3 o la 3-2 perché 40 minuti su 40 di zona bresciana contro Venezia sono stati per me una tortura e per la gente del Taliercio una barba più lunga di quella di Ezechiele Lupo che è il secondo soprannome di Crespi. Tornando alle cose di Lega che nessuno scrive c’era anche l’Unipol che avrebbe voluto sponsorizzare il nostro campionato, ma non credo che se ne farà più niente e così ciascun club di serie A, tra una provvigione e un’altra balla, intascherà da PosteMobile circa trentamila euro all’anno che diventeranno neanche centomila alla fine del terzo. Meglio di un pugno in un occhio. D’accordo. Però è bene che anche si sappia ad esempio che Varese per cambiare Johnson con Johnson, da Melvin a Dominique, e continuare ugualmente a perdere, dovrà scucire comunque centomila euro in più. Ovvero la stessa cifra che l’Umana di Napoleone Brugnaro può tranquillamente raccogliere nella stagione autunno-inverno da dieci Chicken grill e pizza della laguna senza dover dire grazie a Zurleni e senza farsi insegnare da lui nulla. Dicevo della barbosissima zona di Brescia che alla fine Michael Bramos ha incenerito con le sue tremende triple, ma ridurre la sesta vittoria di fila e il secondo posto in classifica della Reyer alla buona serata al tiro del ciclope greco è un po’ come pensare che Ulisse fu solo astuto a farsi chiamare Nessuno da Polifemo e dimenticare il suo famoso cavallo di Troia. La squadra di Ray-Ban De Raffaele ha infatti tante altre bocche di fuoco, e non trascurerei Haynes, oltre a Ejim, Mc Gee e Filloy, ma soprattutto ha di quelle fiammate di basket che hanno già incendiato l’Armani e la Sidigas anche quando Peric, Tonut e Ortner come ieri non si erano ancora tolti il pigiama di dosso e dovevano ormai andare a cena.