Stavolta è Messi(n)a che se la ride di gusto all’overtime

messina scariolo

Sarò anche vecchio e rincoglionito, ma con tutti questi rinvii delle partite imposti con troppa disinvoltura dalle aziende sanitarie locali di mezza Italia e avvallati gioco-forza dalla Lega delle società di basket, ho una tal casino in testa che, se Nico non mi avesse chiamato a metà pomeriggio per chiedermi a quale ora sarei passato a prenderlo per andare al Taliercio, mi sarei dimenticato che stasera la Reyer di Ray-Ban De Raffaele affrontava la sorprendente matricola di Pino Sacripantibus e, aspettando la cena e il riso all’onda con brodo di capone e fegatini di pollo che nessuno sa cucinare meglio della Tigre, mi sarei tranquillamente visto il finale dell’Eredità di Flavio Insinna e, come al solito, mannaggia la Carolina, non avrei indovinato la parolina. Domani che è l’Epifania, che tutte le feste porta via, sempre che non mi sbagli, è invece in programma il recupero tra la rediviva Reggio Emilia di Artiglio Caja e l’altra neopromossa, il Tortona di Marco Ramondino. Un match della tredicesima giornata che si sarebbe dovuto giocare a Santo Stefano se a mezzogiorno e dintorni, cioè a cinque ore, anche meno, dal salto della palla a due, non fosse intervenuta l’Asl d’Alessandria e avesse cancellato precipitevolissimevolmente il match dell’Unipol Arena di Bologna. Ora non ci vuole un genio per capire che in questo rinvio ci siano state un mare di – chiamiamole – stranezze e non di “pettegolezzi” come i dirigenti della Bertram Derthona le hanno fatte passare agli occhi del presidente della Lega, Umberto Gandini, che ha abboccato. Non vi sorprende infatti che i solerti funzionari dell’Asl d’Alessandria fossero per esempio al lavoro il 26 dicembre mentre quelli di Bologna (e di competenza) si godevano il dì di festa con gli avanzi del Natale? O che abbiano disposto l’isolamento di tutta la squadra piemontese per la positività al Covid 19 di solo un altro giocatore, la guardia del Minnesota, Jonathan Paul Macura? Il quale per la verità, invece d’appartarsi nella sua stanza d’albergo e iniziare la quarantena, ha pranzato, come niente fosse, insieme ai compagni di squadra e con loro in pullman è successivamente rientrato a Tortona. Vogliamo parlarne? No, non mi sembra proprio il caso, però non lamentiamoci poi, come ha fatto oggi Giorgio Specchia, l’ultrà interista della Gazzetta, se il nostro basket è nel caos più completo perché il calendario è in effetti folle con la 14esima giornata d’andata che sarà (forse) recuperata il 16 gennaio e la prima di ritorno che slitta alla settimana di Pasqua. Quindi sarò anche vecchio ma non ancora rincoglionito al punto da non ricordarmi quando si gioca in serie A. Però non possiamo nemmeno dimenticare che la pandemia ha fatto oggi altre 231 vittime infettando oltre 189.000 italiani. Ma anche, meno drammaticamente, che siamo il BelPaese dei furbetti del quartierino pure nella pallacanestro e che sono ben 34, una vera esagerazione, le partite che Milano deve giocare solo nella prima fase dell’EuroLega negando così al campionato la possibilità di disputare almeno qualche turno infrasettimanale. Ne parli allora Specchia con Ettore Messi(n)a e sentiamo cosa gli risponde. Mentre io sono riuscito intanto a convincere la Tigre di non vedere per una volta il Paradiso delle signore sull’Uno perché sul Due c’era la partita delle partite. Cioè le scarpette rosse dell’Olimpia contro i campioni d’Italia della  Virtus. Anche se entrambe le squadre si sono presentate sul parquet del Forum falcidiate dal Covid e dagli infortuni, ma questo la Tigre mica lo poteva sapere e mi raccomando: guai a voi se andate a spiattellarglielo. Mi ucciderebbe. Nonostante adesso mi manchi il tempo di raccontarvi di una splendida partita di pallacanestro che è stata molto ma molto più avvincente di quanto mi sarei mai potuto immaginare e della quale ora al massimo vi posso regalare quattro frettolose note. Anche perché il duello tra il prossimo cittì della nazionale e Don Gel Scariolo (insieme nella foto) è andato all’overtime. E comunque domani avrò tutto il tempo per riparlare della lussuosa prestazione offensiva dell’Armani e pure della Segafredo mentre adesso devo correre a prendere Nico che mi sta aspettando sotto la pioggia e non voglio neanche perdermi la partita della Reyer con gli uomini contati che deve assolutamente battere Napoli se vuole ancora sperare di disputare le final eight di Coppa Italia dal 16 al 20 febbraio nella Vetrigo Arena di Pesaro, ma non – per carità – con l’attuale 35 per cento della capienza. Cioè con meno di 4.000 spettatori sugli spalti. Nel qual caso, come si dice, il gioco non varrebbe la candela. Dunque Armani-Segafredo è finita 102-99 dts (24-21, 54-45, 75-65, 95-95). Una vittoria strameritata di Milano che avrebbe avuto un protagonista a sorpresa in Jerian Grant (20 punti) se la guardia di Silver Spring, che il giemme greco Stavropoulos ha ben pescato a Patrasso, non avesse sbagliato due tiri liberi a 12’’ dal 40esimo minuto sul 95-92 e uno straordinario Belinelli (addirittura 34) non avesse segnato la tripla del 95 pari. L’Armani era infatti scappata all’inizio del secondo quarto e sino all’88-77 aveva sempre avuto una decina di punti di vantaggio su una Segafredo senza voglia di difendere e un Pajola davvero disastroso. Nel supplementare poi con Teodosic, dieci favolosi assist, fuorigioco per cinque falli e un positivissimo Jaiteh ormai al lumicino è stato Devon Hall a mettere le due ciliegine sulla torta longobarda che uno stupendo Hines gli aveva intanto sfornato. E così le pagelle di Milano sono voti molto alti come non è mia abitudine di solito dare, ma Rodriguez 7.5, Grant 7.5, Melli 7, Bentil 7, Hines 8 e Hall 7.5 mi hanno spesso incantato. A Tarczewski invece un bel 4, ad Alviti 4.5 e a Biligha un generoso 5. Passando alle Vu nere, Pajola 4 meno meno, Weems 6 e mezzo, Teodosic 8, Alibegovic 5, Sampson 5, Belinelli 9, Ruzzier 6.5 e Jaiteh 7.5. Mentre tra Messina e Scariolo è finita 8-7 tra gli applausi…