Non mi sembra che sette milioni siano bruscolini. E comunque, pochi o tanti, sono la multa che si è beccata Sky tra capo e collo per aver preso per i fondelli i suoi abbonati vecchi e nuovi. La scorsa estate avevo sollevato un vespaio sostenendo che la tivù satellitare di Rupert Murdoch aveva alleggerito il pacchetto calcio senza ritoccare il prezzo (salato) del canone dopo aver lasciato credere ai suoi aficionados che avrebbe trasmesso, come nel precedente triennio, tutte le partite della serie A in diretta. Di queste invece ben tre per ogni turno le aveva acquisite Dazn. E più precisamente l’anticipo d’oro del sabato sera e del giorno dopo a mezzogiorno oltre a un terzo match nel pomeriggio della domenica. Che poi Dazn lo si veda e non lo si veda, sia uno streaming live e on demond o chissà quale diavolo di piattaforma extraterrestre, non chiedetelo a me. Resta il fatto che Sky-Italia non ha più la serie A in esclusiva, ma solo sette partite su dieci. Non più la serie B e nemmeno la Liga spagnola. E neanche Juve-Channel o Juventus Tv che dir si voglia. Senza parlare della Champions con quella diretta del mercoledì sera che si può vedere pure su Raiuno senza sganciare un euro supplementare al canone di Stato. A metà settimana l’Antitrust mi ha dato però soddisfazione. Meglio di niente. Rivelando due violazioni del codice di consumo e multando per l’appunto Sky. Che ha ingannato i nuovi e i vecchi clienti. E questo non è bello. Nonostante per me cambi poco: 88 euro ho pagato il mese scorso e altrettanti ne pagherò il mese prossimo. Anche se nel frattempo hanno tolto pure le dirette di Silvio Grappasonni sul canale del golf che era fatto molto bene e aveva avuto un buon successo con la Ryder Cup del favoloso Chicco Molinari. Ma nessuno ne ha parlato sui giornali forse perché intimiditi dal colosso delle televisioni a pagamento che domani nel pacchetto calcio ti regalerà nientepopodimeno che l’irrinunciabile Chievo-Genoa. E magari pretende che tu gli debba dire persino grazie e che a fine anno rinnovi senza fiatare l’abbonamento. Evidentemente si sono tutti montati la testa e non solo nel basket. Dove Ciccioblack Tranquillo ha urlato per tutta Italia-Ungheria che è stata invece la partita più deprimente di questo nuovo millennio se i penosi magiari, a prezzo d’enormi fatiche, sono riusciti a segnare un punto al minuto e addirittura 41 alla fine contro i 75 degli azzurri di MaraMeo Sacchetti. Che sarà anche diventato un padreterno, ma che non ha mai perso un secondo della sua vita terrena ad insegnare come si difende come Dio comanda. Intanto stamattina a Crans Montana, in quel magnifico piatto di sole svizzero, è tornata a vincere il fenomeno di Sofia Goggia che è più fresca di una rosa e si dispiace che la neve ormai le si sciolga sotto agli sci. Anche se dopo tre giorni di febbre e tosse ho fatto due passi in centro e sono scappato di corsa a casa: stavo morendo dal freddo. Travolto da un vento gelido. Nel pomeriggio ho invece sentito sgolarsi tal Massara di Sky per un gol di Armando Izzo (Toro) segnato di piatto destro a quattro metri dal portiere dell’Atalanta di Gasperini che da quando ha eliminato la Juve in Coppa Italia non ha più fatto la voce grossa, ma neanche il solletico a un moscerino. Mentre, se fate i bravi, magari domani vi racconto perché sabato scorso ho abbandonato all’improvviso le final eight di Firenze e non credo d’essermi perso molto. In compenso mi sono sparato dalla Gigina a Bologna le mitiche tagliatelle che mai avremmo immaginato, Nico e io, quanto potessero esser state buone.