Sarò anche un somaro ma le tivù proprio non le capisco

ASINO

Non so leggere, né scrivere. Soprattutto scrivere. E del resto vorrà ben dire qualcosa se un Reverberi che non si nega a nessuno, neanche ad un condannato a morte, l’ha vinto persino Edi Dembinski e io mai. Forse sarà allora il caso che m’iscriva in fretta e furia ad un corso accelerato di recupero della prima elementare. Dove magari m’insegneranno, oltre a non mettermi le dita nel naso in televisione come fa Luca Gregorio Magno, anche a leccare il sederino a chi davvero conta e poi ti porta in palmo di mano. Scusatemi, ma mi stanno facendo cenno che non è assolutamente vero che il telecronista di Eurosport si scaccoli durante le sue dirette di pallacanestro, ciclismo, freccette e tiro alle fune. Bene, ne prendo atto e gli chiedo umilmente perdono. Cospargendomi la zucca di cenere. Qua la mano e nemici come prima. Però adesso mi deve anche spiegare come ha fatto a fare le scarpe al numero 1 Trigari Niccolò, che spero si scriva con due ci, altrimenti mi fa un culo così, e al disinvolto Solaini Andrea che sono rispettivamente cento e dieci volte più bravi di lui. D’accordo, anche la Rai radio televisione italiana in occasione della finale di Coppa Italia tra la Fiat e la Germani, ha preferito Edi Dembinski, che finalmente ho imparato a scrivere, almeno questo, ma non ci voleva molto, al Fanelli Maurizio che io chiamo E.T. perché con le cuffie in testa e le antennine che gli spuntano dalla crapa pelata somiglia sul serio ad un extraterrestre. Però se anche posso comprendere, ma non comprendo, che nella tivù di Stato la meritocrazia conti come il due di picche e che prevalga la par condicio tra un raccomandato e un altro di questo o di quel partito, speravo che almeno nella casa del basket, come si autodefinisce l’emittente olimpica che sta seguendo molto bene i Giochi della neve da PyeongChang, esistesse la buona regola che il miglior telecronista commentasse il principale evento con al fianco Andrea Meneghin o Hugo Sconochini, uno più simpatico dell’altro. Ma sono un maledetto idealista che ancora s’arrabbia per queste cose e sbaglia. E dunque provo a metterci una pietra sopra e vado avanti. Comunque incazzato nero più di Sacripantibus con Sahin e i suoi compagni di merenda. Vi stavo dicendo che non so leggere né scrivere. Soprattutto scrivere. E così mi devo sbrigare altrimenti arrivo tardi alla scuola serale e il maestro mi sbatte dietro la lavagna con il cappello a cono da somaro. Che in inglese si dice dunce, così capisce anche Ciccioblack Tranquillo e non glielo dovete tradurre in italiano. Però non sono il peggio del peggio degli analfabeti, né lo scémo del villaggio e tanto meno vivo sulla luna. Difatti ci avrei giurato che Walter De Raffaele si sarebbe pure lui incavolato per quel che ieri ha buttato là, tra le righe, Mario Canfora sui Bravi&Cattivi di Mamma Rosa a proposito di un confronto molto teso tra gli arbitri e gli allenatori che è avvenuto sabato mattina a Firenze. Alla buon’ora! “Il rapporto con alcuni coach, Sacripanti e De Raffaele in testa, resta difficile”. E di sicuro gli ha tirato le orecchie se oggi Canfora siglandosi (canf), e perché no C10H16O come gli vado consigliando da anni?, si è affrettato a smentirsi precisando che “se l’intervento del coach avellinese nella riunione fiorentina è sfociato in dure accuse nei confronti dei fischietti, quello del livornese campione d’Italia aveva uno spirito collaborativo e non certo polemico”. Come in verità è accaduto tra quelle quattro mura e ve lo potrebbero tranquillamente confermare tutti gli altri nove tecnici di serie A (su sedici) presenti nella sala o anche gli stessi arbitri intervenuti alla riunione in numero molto superiore. Ai quali non deve essere comunque piaciuto di sentirsi dire che sono scarsi da morire. E lo ha gridato Sacripanti, ma lo ha ribadito pure Simone Pianigiani anche se in termini assai più civili. O devo invece pensare che C10H160 abbia solo fatto un gran casino confondendo il livornese di Ray-Ban con il senese del mio Nazareno? Anche questo può succedere. O non piuttosto è Mamma Rosa che vuol sentire sempre quello che le va e le garba di ascoltare? E’ più probabile. Però la prossima volta almeno scriva, lei che sa leggere e scrivere, le cose come stanno e soprattutto non con tre giorni di ritardo. Copiandomi anche male. Mentre a scuola mi devono pure insegnare a non dire più culo o sederino, ma fondo schiena, e nemmeno incazzato o casino. Così magari non mi negheranno più il Reverberi (postumo?) per la cultura, la poesia e la stampa.