E Procaccini si sarebbe mangiato la Gatti anche in umido

gatti

Adesso ce l’hanno con me anche quei poveri diavoli di Valmontone. Oltre al fischietto perugino che se la prende sempre con un suo Zio e il pavoncello di campagna che vorrebbe fare il pennivendolo da grande. Un consiglio: lasci stare. Si guadagna molto di più a fare l’idraulico e soprattutto non si rischia di sbagliare tre congiuntivi ogni due. E non c’è niente da capire. Come vi canterebbe Francesco De Gregori immerso nei suoi ricordi che valevano dieci lire. La Virtus Valmontone ha perso nettamente anche il secondo duello con Pescara ed è stata eliminata al primo turno dei playoff di serie B. Succede. E, se aggiungo che anche mi dispiace, non siete obbligati a credermi. Giovedì è stata la giornata della libertà di stampa. Solo una domanda: a quando quella di satira? O forse devo sentirmi il figlio della serva che non può neanche consigliare ai cittadini di Valmontone, a poco più di mezzora da Roma, d’indire le primarie per eleggere il loro nuovo tiranno dopo anche che il mio Giannino si è stufato delle loro sciocche beghe con gli arbitri e si è dimesso seduta stante? Tempo di playoff. O quasi. E di querele. Con le quali l’ho già detto: mi ci pulisco signorilmente il sedere. Oppure volete farmi smettere di scrivere? Questo ve lo dico subito: toglietevelo bene dalla testolina. Che una volta chiamavo zucca, ma purtroppo l’ho già data da mangiare ai maiali. Che sono milioni di milioni come le stelle di Negroni. Continuate a non capirci un tubo? Ve lo ripeto: non c’è niente da capire. Se non che sono arrabbiato con il mondo intero perché è morto Giorgio Farneti, il mio buon amico di Trieste, e il dolore che provo è così grande che non potevo tenermelo dentro. Ti sia lieve la terra, caro fratello bianconero. Stasera sarò a Torino per il derby. E penserò ancora te. Che mi sarai vicino. Corro. Che sarà meglio. Ieri sera tra Lucca-Schio e Verona-Biella ho scelto la finale-scudetto al femminile. Tre secondi dalla sirena, le ragazze dello scapigliato Procaccini sono avanti di un punto con la palla in mano e la vittoria in pugno. Ma Giulia Gatti cosa s’inventa? Invece di fare il girotondo per il parquet esultando a braccia levate decide di far canestro in contropiede e così ferma il cronometro permettendo alle toscane di pareggiare il conto con un libero della Harmon e un mezzo gancio a rimbalzo della Wojta. Cose da non credere. Questo è il bello del basket: urlerebbero quelli di Sky. Mica vero. Difatti Mauro Procaccini si sarebbe piuttosto mangiato la Gatti viva, o anche in umido, se non glielo avessero proibito i vicentini che preferiscono arrostire i gatti giurando che, con la peverada e la polenda bianca, sono anche meglio del coniglio. E’ ovvio: sto scherzando. O anche Schio vuole presentare un esposto all’Ordine dei giornalisti del Veneto perché mi bacchetti le dita? Siamo seri. Intanto la Treviso del grande Pilla ha liquidato Trapani con un secco 3-0 e ora nei quarti aspetta d’incontrare la vincente tra Fortitudo-Agrigento che si affrontano stasera mentre io sono allo Juventus Stadium. E ridagliela. Piuttosto Verona-Biella è sull’1-2 e non sullo 0-2 come ha scritto Mamma Rosa. Che si diverte a fare le pulci a tutti e non s’accorge invece di quanti somari ha in casa. I playoff di serie A cominciano venerdì e intanto chapeau alla Reyer (seconda) che ha vinto il campionato come sostiene Paperoga Crespi. E per una volta sono d’accordo con lui dal momento che Milano non conta e fa classifica per conto suo. A Sassari mercoledì gli oro-granata veneziani hanno giocato una partita perfetta. A parte MarQuez Haynes che si è preso un giorno di vacanza. E così nessuno mi toglie ancora dalla zucca che la squadra di Ray-ban De Raffaele avrebbe potuto fare molto meglio nelle final four di Champions alle Canarie. Dove è innegabile che l’importante sia stato partecipare, però, già che c’era, perché non ha provato anche a vincere? Se invece mi domandate se Venezia potrebbe anche farcela a soffiare lo scudetto all’Armani, vi rispondo a caldo che molto dipenderà dalle condizioni fisiche di Batista e a freddo che magari se ne riparla lunedì. Quando due parole dovrò forse anche spenderle sulla fiabesca intervista acqua e sale, non fa male, che Napoleone Brugnaro ha rilasciato a Vincenzo Di Schiavi facendola rotolare giù dal pulpito e mescolandola ad una montagna di idee che non stanno né in cielo, né in terra.