Pontida ladrona, i carabinieri, Salvini sparaballe e il Trota

salvini

Spesso e volentieri i giornali del mattino li butto in un angolo. A fare mucchio selvaggio. E poi li sfoglio con piacere anche una settimana dopo. Li ritaglio e poi li accarezzo. Perché in fondo amo il cartaceo. Molto più del tablet. Del quale altresì non riuscirei più a fare a meno. Ora Giancarlo Galan chiede d’essere processato dopo aver patteggiato due anni e dieci mesi di reclusione per corruzione: evidentemente non vuole essere dimenticato. Lo chiamavano Doge e per ben tre volte un milione e mezzo di veneti l’hanno eletto anche mio governatore. Ma quel che mi dà molto più fastidio è che oggi nessuno di loro, anche uno solo, riconosce d’averlo votato e d’essersi sbagliato. Come talvolta capita. Non bastano due inqualificabili per screditare tutti i carabinieri: ce lo doveva ricordare Roberto Papetti che però ho il sospetto si scriva le lettere al direttore alle quali poi risponde. Comunque grazie. Il 4,6 per cento degli italiani è vegetariano e il 3 vegano: oltre quattro milioni in tutto. Eppure ogni giorno più di due milioni di telespettatori si nutrono di Antonella Clerici, divorano la Prova del cuoco, mangiano di tutto e ingrassano con lei: grande, intramontabile, cara Mole Antonelliana. Sono cavoli amari. Ma anche latti annacquati, yogurt farinosi, pomodori sciapi, bietole di cartone, zucchine di plastica, polpo di gomma, pani di segatura. Vado matto per Doctor Chef, la rubrica di Federico F. Ferrero del giovedì sulla Stampa. “Per un mese ho mangiato esclusivamente cibo vero: frutta matura di alberi incolti, latte anche tiepido di capre semi-brade, verdura coltivata senza chimica e senza irrigazione, pesce appena pescato in acque incontaminate, erbe selvatiche, uova di galline razzolanti, sale raccolto sugli scogli, yogurt ottenuto per fermentazione spontanea, farina di spighe altissime macinate a pietra. E adesso sono cavoli miei. Perché ora, che sono tornato a pranzare molto spesso fuori casa, la maggior parte del cibo mi pare insapore, finto o disgustoso”. Elimino al volo qualche altro vecchio ritaglio. Così la Tigre non brontola. Per un quarto d’ora. O almeno lo spero. Confiscati 48 milioni al Carroccio. Matteo Salvini l’altro giorno: “Giudici fasciocomunisti vogliono farci fuori”. Matteo Salvini ieri: “L’Italia è come un potere islamico: avessimo i soldi in Svizzera, andremmo a prendere quelli”. Per farne cosa? Forse per far studiare il Trota? Matteo Salvini oggi a Pontida. Che Matteo Renzi ha definito ladrona. Come Roma. Bossi giù dal palco: “Salvini è un racconta balle”. E al Senatur bisogna credere. Tanto più che, se ha preso qualche soldo dalla cassaforte della Lega,  lo ha fatto da buon padre per far laureare il figlio che era diventato una barzelletta. Come quelle sui carabinieri e quella che raccontava Silvio Berlusconi. “Umberto al Trota: presto andremo a parlare ai bergamaschi. E alle bergafemmine no?”. Oddio Oddenino. Che di nome fa Gianluca, scrive sul giornale caro alla famiglia Agnelli ed è granata. Chissà quale voto darà domani in pagella al gioiello Dybala dopo che contro il Barcellona l’ha bocciato con un bel 4 e mezzo e l’ha pure preso per il cesto? “E poi lo paragonano a Messi”. Sono proprio curioso. Però di calcio m’occuperò domani. E anche di pallacanestro. Scacciando un pensiero dopo l’altro. Così: come mi viene, mi viene.